Notizia più bella da portare al Congresso del 23 e 24 giugno al Midas non poteva esserci: il Nuovo PSI, schierato con la Casa delle Libertà , ha conquistato il seggio a Reggio Calabria dopo i riscontri effettuati dall’Ufficio Elettorale Centrale. Entra, così, nel Consiglio Comunale della più importante città della Calabria il compagno Giuseppe Martorano che ha totalizzato ben 960 voti di preferenza, e gli subentrerà , dopo la nomina ad Assessore, il compagno Mario Laface. Il risultato conseguito, circa il 2%, è di grande valore politico perché si realizza nella scelta dell’alleanza con le forze moderate chiaramente collocate nella CdL, nel mentre gli altri socialisti, tutti assieme appassionatamente, (I Socialisti di Zavettieri, lo SDI di Boselli e i Repubblicani europei) si debbono accontentare di uno striminzito 1,6%. Se ce n’era bisogno, proprio a Reggio Calabria, l’elettorato ha sonoramente bocciato la “Costituente socialistaâ€. L’esordio elettorale nella città che ha dato vita alla ripresa del socialismo democratico distinto e distante dal massimalismo ed estremismo parolaio dell’egemonia comunista, è quindi stato abbastanza deludente. Arrivederci a Roma per porre finalmente fine alle incertezze sulla linea politica. La chiarezza in politica è fondamentale.
Categoria: Generale
Sono annessi allo SDI
da quekl che ci risulta (Bobo Craxi) domani si dovrebbe tenere l’atto costitutivo della FALSA “COSTITUENTE SOCIALISTA”.
Al tavolo saranno presenti Bobo, Saverio, Gianni, Mauro, Boselli, Turci e Caldarola.
Questo è l’inizio del percorso che dovrebbe concretizzarsi a Luglio con una manifestazione e poi la formazione del Nuovo Partito.
Alcunivirtuosi ci spiegano che i Soicalisti devono stare nel PSE.
Sorge spontanea una domanda. Lo statuto del PSE qualcuno lo conosce?Â
Qualcuno bene informato ci comunica che i nuovi soggetti devono chiedere l’ammissione al PSE e quindi una delle tre:
1) al momento lo SDI “ANNETTE” le altre frazioni essendo l’unico iscritto al PSE
2) lo SDI modifica il suo nome, ma in questo caso fa un Congresso con all’ordine del giorno la modifica del NOME
3) lo SDI decide di uscire temporaneamente dal PSE e chiede formalmente la riammisiione come nuovo soggetto POLITICO
Qualesembra l’ipotesi più plausibile?
Chi vivrà vedrà , al momento noi difendiamo la NOSTRA IDENTITA’ e la NOSTRA AUTONOMIA al COngresso del 23 e 24 Giugno.
a loro buon viaggio
V congresso del nuovo PSI 23-24 giungo Hotel Midas: “Bisogni e Meriti”
Secondo quanto deliberato dal C.N. dello scorso 31 Marzo Sabato 23 e Domenica 24 Giugno si svolgerà il V Congresso Nazionale del Nuovo PSI presso l’Hotel Midas di Roma.
L’apertura dei lavori è fissata per le ore 15.00
per come arrivare al midas klikka qui http://www.socialistalab.it/index.asp?action=comunicati&id_news=109
Grazie Capranica.
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C’era chi si era accontentato di una semplice assicurazione di Gianni De Michelis che mai sarebbe andato con questa sinistra che oggi deve ricredersi, a meno che non voglia continuare a fare il sordo per cui si conferma l’assunto che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Ma in Calabria, nella recente tornata congressuale, il 100% degli iscritti meno 1 non sono stati né sordi né ciechi. Â
Al Caprinica sono caduti tutti i veli ed anche il cieco calabrese dovrebbe riflettere su dove intende condurlo l’ex Segretario del Nuovo PSI, che messo alle strette ha dovuto parlare di costituente socialista collocata a sinistra. Â
Per quanto ci riguarda la collocazione la deciderà il Congresso del 23 e 24 giugno ma da come stanno andando i Congressi provinciali e quelli regionali credo non sia azzardato dire che si continua nel solco tracciato dai padri fondatori del socialismo democratico e nettamente praticato da Bettino Craxi che il riformismo lo intendeva distinto e distante da una sinistra massimalista, oltranzista, egemonica e sostanzialmente antisocialista.Â
Peccato che le strade divergano, peccato che un altro pezzo (anche se esiguo) lascia la trincea per lidi più tranquilli, peccato certo, ma forse è meglio così: non serviva a nessuno una finzione unitaria che bloccava il dispiegarsi dell’iniziativa politica com’è avvenuto per esempio durante la grande manifestazione contro la finanziaria del 2 dicembre dell’anno scorso. Â
Per cui bisogna dire: grazie Capranica perché la chiarezza in politica è fondamentale.Â
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                                                           Giovanni ALVARO                                              Segretario Provinciale di Reggio Calabria
Adorni Segretario Regionale Lombrado
Si è svolto Sabato 16 giugno presso l’hotel Ibis di Milano il Congresso Regionale del Nuovo PSI Lombrado.
Alla presenza dell’On. Caldoro, i Socialisti Lombardi hanno svolto i loro lavori in vista del Congresso Nazionale del 23-24 Giugno all’Hotel Midas di Roma.
Adorni Orazio, cremonese, è stato eletto all’unanimità Segretario Regionale del Nuovo PSI della Lombradia.
Presidente è stato riconfermato Riccardo Albertini.
Costituente socialista? Finalmente si stanno scoprendo le carte !
In questi mesi ci siamo macerati e lacerati sino alla paranoia sulla questione “costituente “, divisi tra chi sostiene che  questa è una falsa costituente e chi accusa i primi di non volere la riunificazione dei socialisti.
Tanti documenti, deduzioni e controdeduzioni che hanno finito con l’insinuare nei compagni più che un ragionevole dubbio : stò nella ragione o nel torto ? Per certo e purtroppo, questo dubbio non verrà mai fugato da un confronto diretto, magari aspro, con il congresso del 23 e 24 giugno, convocato all’unanimità ma poi disatteso e contestato da una parte del partito che ha scelto il non confronto e la strada irresponsabile del “muoia Sansone con tutti i filistei”. Nei giorni scorsi ho letto con molta attenzione il documento del nostro deputato on. Del Bue ( le ragioni della costituente liberalsocialista ). Un lungo documento in parte condivisibile ma anche incoerente e tendenzioso per il metodo di approccio a questa pseudo costituente.
In un passaggio si afferma che dobbiamo affrontare la costituente con la schiena diritta rivendicando con forza le nostre ragioni. Ragioni che se la memoria non mi inganna, si traducevano in due semplici ma fondamentali ed irrinunciabili questioni:
– la attuale collocazione dello SDI con il governo Prodi e con questa sinistra marxista non ci va bane !
– la attuale posizione dello SDI sul sistema elettorale non ci va bene !
In un passaggio successivo il nostro deputato si chiede e chiede a noi quasi sommessamente : ” ma è troppo chiedere allo SDI di riflettere sulla necessità di prendere le distanze da un governo che oltre che inviso alla maggioranza degli italiani rischia di far trionfare Berlusconi e di coronarlo non solo presidente ma addirittura re ? “Â
Caro onorevole, forse non sa che i pochi veri militanti rimasti del N.PSI in tutti questi anni di sofferenza si sono dotati di anticorpi oltre che di mutande di ferro per non sentirsi dire un giorno ” compagni, purtroppo non potevamo pretendere che lo SDI indebolisse ulteriormente l’attuale governo e consegnare il paese a Berlusconi e quindi, se vogliamo salvare la questione socialista, dobbiamo allearci od entrare nello SDI per rinforzare questo governo.”
Caro onorevole, ci volete portare a questa costituente con la schiena diritta o piegata a 90 gradi ?
Se si afferma che i compagni che non condividono questo percorso sono dei “discesisti” perchè scelgono la strada facile nella C.d.L., si potrebbe anche pensare che gli altri sono dei  ” rampanti” che cercano di arrampicarsi su qualche altra scialuppa di salvataggio visto che la nostra fragile barchetta sta per affondare ?
E la coerenza, quella vera dove è finita ? Spiace ricordarLe la Sua elezione al parlamento con il centro-destra, e proprio grazie a quel nefasto simbolo a mezzo con la D.C che ha inferto un colpo mortale ai militanti ed all’elettorato del N.PSI.
Personalmente, credo fermamente nel superamento della diaspora ed alla riunificazione, ma nella chiarezza ed onestà d’ intenti reciproci, senza troppi giri di parole ma con la ferma volontà di intraprendere un percorso comune e riproporsi in gioco con idee e progetti, in piena libertà ed autonomia.
A Limbiate sembra ci siamo riusciti, come si può dedurre dall’ allegato manifesto pubblico che verrà affisso nei prossimi giorni.
Una piccola realtà , poco significativa nel quadro generale ma che è pur sempre significativo per lo sforzo prodotto.
Bruno Rubes – direzione nazionale N.PSI
                     consigliere comunale di Limbiate
Congressi Lombardia
si sono svolti nella giornata di ieri e si concluderanno stasera i Congressi Provinciali delle Federazioni della Lombardia.
Domani dalle ore 10.00 si svolgerà il Congresso regionale del Nuovo PSI lombardo
SONO ARRIVATI ALLA FRUTTA
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Hanno fatto del sito del Partito una palestra a senso unico come nelle migliori tradizioni totalitarie.
Hanno ridotto un sito prestigioso ad un bollettino di una corrente tra l’altro infinitamente minoritaria.
Hanno usato censura e tracotanza per non far sentire le ragioni degli altri (infinitamente maggioritari) e per far credere d’essere solo loro il PARTITO.
E adesso vorrebbero anche tapparci la bocca se, per superare il ridicolo censore di turno, si è stati costretti ad aprire un nuovo sito (www.socialistalab.it) alla vigilia del Congresso del 23 e 24 giugno all’Hotel Midas di Roma.
La lettera di Casadei, Salomone e Dell’oro, anche se mi ha ulteriormente amareggiato non mi ha sorpreso affatto. Essa è il frutto di un’abitudine a dettare legge, a comandare e a sentirsi i padroni incontrastati. Nè più e né meno di quanto detta legge, comanda e si sente padrone l’ispiratore principe di queste assurde diffide a usare una testata che, tra l’altro, non è loro.
Lasciateci in pace e fateci fare tranquillamente il Congresso. Certo è sempre un fatto negativo registrare l’abbandono del Partito che avete deciso di attuare: ma è meglio perdere qualche ramo secco che continuare in una deleteria ambiguità paralizzante.
Per quanto ci riguarda continueremo a difendere l’identità e l’autonomia dei socialisti rifiutando senza alcun tentennamento confluenze in partiti più o meno unici che già ora, prima di realizzarsi, mostrano la corda. Rifiutiamo anche di diventare una appendice di una formazione politica che dalla sua nascita non si è mai cimentata da sola ma ha sempre rincorso alleanze a apparentamenti (sempre diversi) fino all’attuale Rosa nel pugno.
Una politica riformista non guarda ai contenitori ma ai contenuti (erano parole di De Michelis) e su questo assunto abbiamo realizzato una dignitosa presenza nel Paese nel corso di questi anni. Il mondo purtroppo cambia ed è cambiato anche il pensiero di Gianni. Liberissimo di farlo, ma perché ostacolarci? Perché censurarci e oggi pretendere di cancellarci? Forse la risposta è semplice: si capisce d’essere ormai alla frutta.
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                                                                                       Adolfo COLLICE
Documento politico approvato dall’Ufficio di Segreteria di Milano del 31 maggio 2007
La segreteria Provinciale Milanese del Partito Socialista Nuovo Psi, ha compiuto un’analisi del voto amministrativo, evidenziando come le difficoltà locali siano la conseguenza di una situazione politica ed organizzativa nazionale del partito, gravemente deficitaria.
Il successo del Centro Destra è la conseguenza dei disastri prodotti dal Governo Prodi, dell’incapacità di decidere e di incidere sui problemi del Paese.
Il Nord, la zona più produttiva e attiva del Paese, porta queste incapacità in evidenza.
I Socialisti riformisti e autonomisti del Nuovo Psi ritengono come necessario considerare sempre meno i problemi di collocazione politica e sempre più le questioni concrete che non trovano soluzione.
Occorre una nuova spinta programmatica, un’idea modernizzatrice concreta, una serie di progetti seri e credibili che identifichino la natura dei socialisti rispetto alle altre forze politiche.
Solo così i socialisti, riconiugando le proprie ragioni, agendo in favore di un profondo cambiamento dei gruppi dirigenti a livello nazionale, possono riconquistare un giusto spazio e un valido peso e rappresentatività .
I Socialisti milanesi ringraziano i compagni che si sono candidati, specie i candidati Sindaci Lombardo e Salati, mettendo la propria disponibilità in favore del Partito, specie per quanti, in totale assenza di mezzi economici e di strumenti operativi, hanno anche compiuto un rilevante sforzo economico personale.
In particolare un ringraziamento va rivolto ai compagni della sezione di Rho e al loro Segretario Giovanni Lombardo che ha ottenuto un risultato straordinario in un contesto ben più che difficile.
La mancata elezione del nostro candidato Sindaco non deve scoraggiare i socialisti e anzi deve essere considerata un punto di partenza, per attestare un gruppo organizzato su una posizione politica e programmatica importante non solo per Rho, ma per l’intera area che va da Bollate a pero, da Rho a Garbagnate Milanese.
L’elezione a Consigliere Comunale, purtroppo di minoranza, dell’amico e compagno Luigi Corapi a Pero, può costituire un punto di riferimento utile a svolgere una battaglia rilevante nell’interesse dei cittadini dell’intera area.
Nelle prossime settimane il Nuovo Psi milanese opererà , in questa fase pre-congressuale, uno sforzo straordinario per ridefinire un piano programmatico, non solo di livello locale, che possa costituire una piattaforma di confronto propositiva nell’interesse degli italiani, dei lombardi e dei milanesi.
I socialisti operino e ragionino nell’interesse del Paese, non di questa o quella consorteria!
Milano, 31 Maggio 2007
Socialisti e basta
Quando ci si trova nella situazione dei SOCIALISTI, costretti da un complotto a rifugiarsi in esilio fuori da casa propria, non c’è solo tristezza.
Ricordo che dopo “l’eccidio” del 1994, a parte il SI (che era una sottospecie del “signorsì” ai desiderata dell’allora PDS e un timido tentativo dei LABURISTI di Valdo Spini, subito rientrato con confluenza nella COSA/2 per un PIATTO DI LENTICCHIE,i SOCIALISTI orfani di CRAXI costituirono un movimento chiamato prima sinistra liberale, poi via via determinato in N.PSI dopo l’uscita di Intini, Manca ed altri attratti dalla “sirena” UNITARIA di Boselli. l’anticomunista craxiano di ferro Intini, ottenne un posticino prima come deputato e sottosegretario, oggi solo come sottosegretario di D’ALEMA (sic!) e Manca che non aveva avuto nulla confluì, con La Ganga ed altri, nella cattolicissima Margherita (in barba alla laicità dei socialisti).
Resto DIGNITOSAMENTE in solo DE MICHELIS, che non dimentico delle angherie subite e della SIDERALE distanza tra la cultura politica dei socialisti con quella degli ex comunisti (poi neanche tanto ex!), almeno dal 1953 quando STALIN inaugurò la politica dei PARTIGIANI DELLA PACE (ancora sic!) e dopo, dall’invasione dell’Ungheria alla scissione del PSIUP, dalla guerra al centrosinistra, AL COMPROMESSO STORICO, per finire con l’assalto alla 1^ repubblica attraverso i referendum dell’ometto di paglia, e il castello di TANGENTOPOLI CHE ALLA FINE HA DISTRUTTO SOLO I SOCIALISTI.
Noi non abbiamo alcuna paura di confrontarci A SINISTRA, va però sempre ricordato la grande diversità tra gli idealisti/utopisti alla PROUDHON e i MARXISTI interpretati da ENGEL/LENIN.
Essere quindi distanti da questa cultura doppio/vetero/cattocomunista, con la quale i SOCIALISTI da oltre CINQUANT’ANNI, non sono più andati d’accordo, NON E’ UNA TRISTEZZA.
Anche se debili, è una questione di DIGNITA’. di PURA DIGNITA’.
Non mi pare che i socialisti con Berlusconi abbiano avuto molto (Berlusconi premia solo che entra in FORZA ITALIA), però, nei confronti della politica di questa pseudo/sinistra per allocchi, come si vede anche in questi ultimi giorni dal caso SPECIALE, è MOLTO MEGLIO ESSERE CRITICI; molto critici!
Turarsi il naso, tapparsi le orecchie, chiudere gli occhi e aprire le chiappe, non è propriamente il comportasmento degli uomini LIBERI. Quello che i socialisti sono.
So che non sarà facile ricomporre un partito come lo conoscevamo (soprattutto noi vecchi militanti senza prebende), ma ritengo che noi siamo ULTRADISPONIBILI a lavorare SOLO per questo. Se non ce la faremo pazienza. Ogni popolo ha il GOVERNO CHE SI MERITA e non sarà certo colpa nostra se esso ha la propensione a seguire le sirene che lo portano diritto al naufragio. come la storia ci ha sempre insegnato. E’ difficile vivere da esiliati, ma è molto meglio che fare i servi sciocchi!
Noi restiamo con la nostra dignità e con le difficili posizioni che hanno contraddistinto GLORIOSAMENTE, TURATI, TREVES, MATTEOTTI, NENNI, CRAXI, ma ANCHE SARAGAT e tanti tanti grandi socialisti a cui rendiamo ancor oggi omaggio e che ringrazieremo per quanto hanno fatto in favore della libertà della democrazia, dell’uguaglianza, della giustizia, e del progresso umano. SENZA ASSUMERSENE MERITI ASSOLUTI, ma condividendoli (anche dopo aver strenuamente lottato) con i partiti che con noi hanno condiviso la modernizzazione dell’ITALIA FEUDALE!
Giampaolo Mercanzin
Matteotti e il convegno a Rovigo
Con amarezza e nella speranza di leggermi – così leggeranno tutti – voglio informarvi tramite il sito che
la Federazione scrivente non è stata interpellata da nessuno ed ancor meno coinvolta nella realizzazione e svolgimento della giornata di commemorazione di Matteotti, il cui programma è apparso su queste stesse pagine proprio ieri.Ormai lanciato a rappresentare un altro partito, neanche Gianni De Michelis, ancora il mio Segretario Nazionale, non si è sentito in dovere di dirmi, di sentirmi, di invitarmi…Voglio dedurne che non abbiamo organizzato noi l’iniziativa, bensì qualcun altro, probabilmente lo Sdi locale e quelli di Zavettieri, che irridendoci hanno trovato la connivenza nella loro alterigia, nel loro dispregio, nella loro supponenza, del nostro leader maximo…. Grazie.Compagni ed amici, penso sia ormai chiaro e svagato il bluff della “ Costituente â€.Nelle ipotesi sostenibili in questa fase non mi potrete scartare, e me la concederete, quella che alla fine si costituirà una componente socialista nel Pd.
Non ho controprove adesso ma attendo fiducioso il futuro. “ Beh, che ci sarebbe di male ? “ dirà qualcuno.. Probabilmente niente.. “ In politica, figurarsi “, direbbe sempre quello … Beh, adesso lo dico io, non è la mia politica, non è il mio socialismo. Così come non potrei dimenticare una donna che mi ha tradito o maltrattato, altrettanto non riesco a fare per quanti hanno millantato, storpiato, deluso, calpestato il mio sentimento verso questa ideologia… “ il Socialismo “. Probabilmente non sono “ a politician man “ come cantavano i Cream, e non sono un Camaleonte… ancor meno un voltagabbana. Ma non me ne vergogno, anzi ne sono fiero ! Faccio fatica, sono impedito a stringere la mano a porgere il sorriso verso chi non gode più della mia stima. Serbo un giusto rancore per gli ipocriti e gli approfittatori. Ancora di più per quanti sfruttano ed imbrattano un’ ideologia, una fede per fini di piccola bottega o sopravvivenza…. Vade retro, mestierante della politica ! Sapeste nel mio piccolo quanti guitti, cicisbei e servi ho conosciuto !
La Costituente è la svendita del Nuovo Psi allo Sdi. Scusate la mia pochezza di analisi, la mia superficialità . Ma questo è quello che penso. Ne sono convinto e non ci sto ! Per niente.
A quanti, come Verrecchia, non posso rifiutare il mio apprezzamento intellettuale ( leggi Perini, Sottani, Catambrone, ossia gli unitaristi più radicali ), voglio esprimere il rammarico di non aver mai potuto parlare insieme, di non aver prima potuto fare un convegno nazionale per approfondire, alla luce di molteplici esperienze, la nostra identità , la nostra coerenza e, perché no, la nostra diversità ( non tra di noi ma dagli altri ).Nel buddismo si parla di causa-effetto: se la prima sarà negativa, così il secondo. Il tempo ci darà ( a noi o a voi ) ragione. Tornando a Matteotti, di sicuro, oggi, come Liano Monesi ( cari De Michelis e Laroni ), non starebbe dalla parte di quei socialisti destinati a realizzare eventuali alleanze e liste con Margherita e Querciaroli, ma senz’altro con coalizioni più moderate e centriste. Avete solo una speranza, compagni che volete farci credere che la nostra missione sia quella di bonificare Zavettieri ed ancor più Boselli e C ( faccio finta di dimenticare Signorile, Del Turco et similia .. ): di cambiare idea al più presto ( se è vero che non volete andare a sinistra )! Prima, cioè, che cada il Governo e si rivada a votare con una legge elettorale che giocoforza consenta nuove coalizioni ( e pensate mai possibile che FI possa andare al Governo col Pd ? Fatemi il piacere ! E voi vorrete schierarvi addirittura alla loro sinistra ! ).In conclusione voglio informare tutti che nella sua povertà questa federazione commemorerà il suo emulo e martire di Fratta Polesine, sabato 9 Marzo alle ore 18.00. Vi aspettiamo tutti al cimitero, per ricordarlo nella condivisione di un altro suo grande pensiero “ I socialisti con i socialisti, i comunisti con i comunisti “. Non fiori, ma opere di bene. E tutti potranno dire la loro.Â
Angelino MasinSegretario Provinciale
Il Congresso non può non essere che a mozioni, perché dobbiamo sapere dove vuole andare la maggioranza del Partito.
Ho letto il documento di Mauro Del Bue e pur apprezzandone lo sforzo unitario, non posso non rilevarne la debolezza intrinseca perché sull’altare dell’unità mantiene una situazione di estrema ambiguità . Gli appelli ai sentimenti dei compagni non risolvono i nostri problemi. E’ necessario invece, una volta per tutte e in modo netto e chiaro, capire dove vogliamo andare. E questo lo si può decidere solo in un Congresso evitando le continue interpretazioni di comodo.Â
Per esempio: Battilocchio si rifà ai padri fondatori che vanno da Turati a Saragat, a Nenni e a Craxi e dà una lettura della loro storia diametralmente opposta a quella che viene data da Mauro e tanti altri. Tutti dicono di essere di sinistra, ma mentre Perini è prigioniero del contenitore ‘sinistra’, altri non sottostanno a questi ridicoli schieramenti e vogliono operare in ‘mare aperto’ come genuina forza riformista.. Â
In una parola, se non si supera l’attuale ambiguità , e il Congresso dovrà servire a questo, si finisce per perdere una occasione capace di fare chiarezza sugli intendimenti del Nuovo PSI, e il risultato sarà identico a quando votati i documenti all’unanimità , a partire dal luglio dell’anno scorso, ognuno vi ha poi dato l’interpretazione che ha voluto.Â
Il Partito non può più reggere una situazione simile. Un’unità solo di facciata, con il perpetuare le regole antidemocratiche che lo hanno governato, non serve a nessuno: i risultati grami che il Partito raccoglie nel Paese nascono anche dalle incertezze che ci hanno finora accompagnato. L’unità nella chiarezza, anche se nella diversità , col ripristino delle regole democratiche è quello che ci serve. Ma questo sarà il risultato del Congresso e non di inutili accordi di vertice.Â
Non è quindi né giusto, né politicamente corretto tirare per la giacchetta il nostro Mauro che, per quello che abbiamo letto in questi mesi, è lontano mille miglia da chi oggi tenta di accattivarsene la simpatia. A Mauro voglio soltanto dire: un’unità fittizia non serve a niente, sarebbe la tomba definitiva degli sforzi che da anni stiamo facendo per mantenere in vita il nostro piccolo Partito. Â
Un’altra strada sarebbe perdente: si continuerebbe a far vivere il Partito in una grave situazione di precarietà . Per questo il Congresso del 23 e 24 giugno è necessario. Â
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                                                                 Giovanni ALVARO
                                              Ex Direzione Nazionale – Reggio Calabria
La Costituente secondo lo SDI-PaoloDellabitta
Sabato 26 Maggio si è svolto presso il Centro Polifunzionale “Salyut†di S. Pietro Berbenno (SO) un incontro organizzato dallo SDI per affrontare lo spinoso tema della Costituente Socialista. Vi hanno partecipato l’on. Paolo Pillitteri (Forza Italia), Sergio Fumagalli (segretario regionale Sdi), Pierluigi Camagni (rappresentante del segretario Regionale del Nuovo Psi), Ermanno Simonini (segretario provinciale Sdi) e Geraldo Marchica (Segretario del Nuovo Psi della Sezione di Sondrio).
L’incontro ha avuto effetto mediatico dato da un articolo pubblicato oggi dal quotidiano locale di Sondrio “Centro Valle†che contiene alcune inesattezze. Siamo abituati alle molti imprecisioni del segretario provinciale SDI che ultimamente è sui giornali locali come il prezzemolo e non bada molto ai contenuti. In particolare vengono estrapolate alcune frasi di Geraldo Marchica puntualmente fraintese.
Vorrei ricordare che la Dirigenza Nazionale del Nuovo Psi ha già ampiamente dichiarato che parteciperà ad un tavolo di confronto con lo SDI sulla benedetta Costituente, se e solo se verranno rispettati alcuni punti fermi:
– pieno sostegno al Concordato Chiesa-Stato voluto da Bettino Craxi.
– NO a battaglie ultralaiciste stile radicali italiani.
– proseguire gli ideali Socialisti Riformisti di Bettino Craxi.
Ad oggi tali ideali rimangono inascoltati dalla segreteria Sdi, che forse è ancora sull’onda del Congresso di Fiuggi. Il nostro NO è tranchant. O le nostre richieste verranno ascoltate oppure noi andremo Avanti per la nostra strada
Un abbraccio.
Unità , Autonomia, Questione LiberalSocialista
Per l’unità della nostra piccola comunitÃ
Offriamo a Gianni De Michelis e a Stefano Caldoro, ai compagni che sono schierati nelle due componenti e ai tanti che non lo sono, un’opportunità politica, un testo che dovrebbe far riflettere coloro che enfatizzano le nostre divisioni e pensano a congressi e a partiti contrapposti.
Abbiamo sentito dire recentemente che potremmo dividerci senza farci del male. La divisione, quando non è sufficientemente giustificata da motivazioni politiche è di per sè un male. Nessuno può capire perchè sfumature diverse non possano conciliarsi e differenze, anche più marcate, non possano convivere nello stesso partito. Nessuno può capire perchè dopo quattro documenti votati all’unanimità dagli organi del partito nel corso dell’ultimo anno si debba procedere addirittura ad una lacerazione del partito e una divisione del nostro micropartito in due micropartitini.
Fissiamo in quattro punti un progetto politico che è, insieme, di continuità con i diversi documenti approvati, e anche di rinnovamento, alla luce delle tendenze elettorali più recenti e delle possibili conseguenze sul quadro politico.
La questione liberalsocialista
Noi non vogliamo certamente fondare il Psiup, come ha ironicamente affermato Ottaviano Del Turco per motivare il suo passaggio nel Partito democratico. Il Psiup ha rappresentato una pagina poco nobile politicamente della storia del socialismo italiano per la sua subalternità al Pci e per il suo filo sovietismo. Noi non vogliamo neppure rifondare il Psi demartiniano, quello degli equilibri più avanzati e dell’incerta identità , quello del “mai più al governo senza i comunisti†del 1976, quello che ci costò voti e alcuni anni di vetero socialismo asfittico. Noi non vogliamo rifondare il Psi del 1893, come afferma Boselli, il Partito che acquisì per la prima volta il nome di socialista e si chiamò Psli, un anno dopo il congresso della sua fondazione. Noi non vogliamo neppure rifondare il Psi di Craxi, che è legato ad un’esperienza che pure ha visto protagonisti una parte di noi e che oggi è oggetto di rivalutazione da parte di quelle stesse forze che dieci anni fa lo vollero criminalizzare. Noi, e questo obiettivo è inscritto nella natura del nostro partito, nato a Milano nel gennaio del 2001, vogliamo fondare un partito socialista, riformista e liberale e per questo proposito abbiamo deciso di nascere e di sviluppare la nostra azione politica. Noi potremmo definire l’attuale questione come “la questione liberalsocialistaâ€, cioè quel caso che pareva solo italiano nel panorama europeo degli anni ottanta e che attraverso i contenuti delle due Rimini e del dialogo lib-lab seppe mutare i caratteri del nostro socialismo, dichiarandolo non antitetico al liberalismo, ma compenetrato con esso. Un socialismo che è al confine col liberalismo e lo integra. Oggi di questo ha parlato Tony Blair che lo ha riassunto nella sua “terza via†e non distante da questa posizione si è recentemente collocato lo stesso Sarkozy con l’integrazione di ministri liberali e socialisti nel suo recente governo e con un programma di forte modernizzazione. Aggiungiamo che in Europa il vetero socialismo attraversa una crisi profonda che è collegata alla crisi dello Stato sociale e alla incapacità di dare risposte innovative ai giovani e convincenti sui temi della sicurezza e della difesa delle identità . Dunque siamo interessati, e come potremmo non esserlo, alla discussione che si è aperta nello Sdi, in movimenti d’ispirazione socialista e in una parte dei Ds, che hanno rifiutato di porre sulla questione liberalsocialista la pietra tombale del partito democratico, frutto soprattutto di due tradizioni, entrambe segnate da integralismo, incapaci di individuare una matrice internazionale comune e di elaborare idee comuni sul tema della laicità . Purtroppo questa questione non si è aperta nel centro destra, dove pure sono presenti e in numero non trascurabile, esponenti parlamentari, dirigenti centrali e periferici e un numero cospicuo di elettori di tradizione e di matrice liberalsocialista. Certo avrebbe avuto ben altro effetto l’apertura sui due fronti della stessa questione che riguarda l’identità perduta, alla luce della crisi della politica fondata solo sulle collocazioni. Così non è stato e anzi dalla parte del centro destra sono numerosi gli esponenti che hanno sollecitato un nuovo cantiere: quello del Partito delle libertà , che oggi viene proposto solo nella forma federativa. Grazie al convegno di Bertinoro la discussione è iniziata finalmente in forme nuove, senza quegli schematismi che in passato avevano caratterizzato la posizione dello Sdi, rigidamente collocato all’interno dell’Unione e subalterno a Romano Prodi e al suo governo. Per la prima volta, anche nel congresso dello Sdi, Enrico Boselli ha voluto esaltare l’identità socialista e laica e contrapporla decisamente a quella del futuro Partito democratico, alla identità postcomunista dei Ds e post democristiana della Margherita. Per la prima volta uomini di un’altra tradizione, come Emanuele Macaluso, Giuseppe Caldarola, Lanfranco Turci hanno apertamente annunciato la loro intenzione di partecipare ad una costituente di un nuovo partito d’ispirazione socialista e anche liberalsocialista (quest’ultima era la definizione del rema posto a alla base del convegno di Bertinoro), per la prima volta questa costituente annunciata ha riscontrato l’interesse di uomini quali Gavino Angius e larga parte della sua componente. Noi pensiamo che una costituente liberalsocialista non possa fare a meno dei radicali, che già si trovano nella Rosa nel pugno, un progetto di partito che si è arenato, ma che resiste come forma del gruppo parlamentare della Camera che continua ad associare radicali e Sdi. Sui temi delle liberalizzazioni, della politica estera, sulla lotta contro la pena di morte nel mondo, sui temi dei diritti civili, dei quali il caso Welby è stata dimostrazione ad un tempo nobile e drammatica, sulla giusta difesa del principio di libertà e di autonomia del Parlamento, i radicali hanno costituito un elemento centrale, fondamentale e insostituibile. La costituente deve rivolgersi anche all’area liberale di Forza Italia, dove finora non vi è stata ricezione alcuna. Ma per ottenere qualche forma di successo in un’area decisiva per il buon andamento del nostro progetto, occorre concepire il percorso verso la costituente come non statico, irrigidito dalle attuali contrapposizioni, ma anzi esso stesso fautore di novità profonde nel sistema politico italiano. Una costituente che fosse o la semplice riedizione di un Psi che non c’è più, in una sorta di progetto segnato dal rimpianto e dal pur comprensibile desiderio di riscatto o, ancor peggio, un semplice accorpamento di spezzoni politici, compreso il nostro piccolo partito, sulle posizioni dello Sdi, non avrebbe alcuna possibilità di successo. Quello che noi proponiamo è una grande costituente liberalsocialista, comprensiva di socialisti del vecchio Psi, di componenti di altri partiti, Ds e anche Forza Italia, dei radicali e dei laici e liberali, con un progetto fortemente innovativo sui temi dell’economia, della società , della laicità , della sicurezza e dei diritti e con una politica estera filo occidentale ed europea. Un partito che sulla politica estera e sulla politica economica si ispiri a Blair, ma anche a De Michelis, sulla capacità di innovazione alle nostre Rimini e al patto tra le generazioni del quale parlarono Craxi, Martelli e oggi anche Giuliano Amato, sulla riforma del welfare si ispiri alle diverse intuizioni sulla società solidale, composta da una miriade di soggetti e di voci oggi senza rappresentanza.
Noi intendiamo seguire il cantiere della costituente, con le nostre idee e i nostri progetti e poi fare un bilancio ad ottobre, per verificare la possibilità di far parte o meno del nuovo partito.
Il modello tedesco
Noi non abbiamo mai aderito, né intendiamo aderire all’Unione. Così come in passato non aderimmo all’Ulivo, la prima coalizione che prese piede con Prodi leader, dopo la sconfitta dei progressisti alle elezioni del 1994. Noi non accettiamo che venga concepita la Costituente liberalsocialista all’interno dell’Unione, con una cappa di piombo sulle sue ali. La costituente liberalsocialista ha bisogno di spazio, di libertà , di coraggio, anche di spregiudicatezza, per potersi affermare, non già di camicie di forza, di caserme, di confini segnati con le pregiudiziali politiche. La costituente deve contaminare e contaminarsi, deve unire valori di sinistra e di destra, come facemmo noi negli anni ottanta con successo, e anche anticipando analoga scelta da parte di leader e di partiti europei degli anni novanta e del duemila. Siamo stati anticipatori, corsari, precursori e oggi dobbiamo tornare ad esserlo. Non per riesumare il passato, ma per costruire il futuro. Le identità storiche sono entrate in crisi in Italia agli inizi degli anni novanta, ma le nuove identità politiche sono in crisi due volte: perchè non si collegano a nulla, dunque non hanno identità , e per di più non hanno avuto, in questi anni, la capacità di innovare la politica. La crisi della politica è sotto i nostri occhi. E’ una crisi di credibilità e di capacità di rappresentanza, alla quale pare estranea la Lega, un movimento fortemente collegato al suo territorio, dunque in grado di rappresentarne interessi e di fornire risposte per la sua tutela, anche in termini di sicurezza, oltre che di valorizzazione. La crisi di credibilità risale al mancato funzionamento del sistema della cosiddetta seconda Repubblica, nata col proposito di emendare i vizi e le contraddizioni della prima. La moltiplicazione dei soggetti politici, la nascita di coalizioni eterogenee in grado di vincere le elezioni, ma poi in grande difficoltà nel governare, una legge elettorale cambiata due volte e in contrasto con quella delle regionali, delle provinciali e delle comunali, che sono a loro volta in netta contraddizione con quella delle europee, la mancata riforma istituzionale, per la creazione di un presidenzialismo, di un semi presidenzialismo, di un cancellierato o di una premiership, l’adozione di leggi che rafforzano, con l’elezione diretta e i poteri conseguenti, i presidenti (o governatori) di Regione, i presidenti di provincia e i sindaci, al di fuori di ogni principio di collegialità e in forme spesso esercitate in termini monocratici, l’estendersi della pletora di enti, organismi, società pubbliche o semi pubbliche e il conseguente aumento vertiginoso dei costi del sistema politico, molto più alti di quelli del sistema precedente il 1994, impongono riflessioni e decisioni conseguenti, pena il venir meno definitivo della credibilità della politica in Italia. Va naturalmente evitata la creazione di un sistema politico solo per chi ha i soldi per poter concepire la politica come un diversivo volontario. Sarebbe la fine della democrazia. Occorre parimenti evitare di considerare qualsiasi impegno politico e amministrativo come un mestiere, un occasione di stipendi e di gettoni. Ma se un intervento per abbassare i costi del sistema non si abbina con una profonda riforma dello stesso sistema prima o poi si tornerà daccapo. Occorre che il nostro Partito, anche alla luce degli insegnamenti del passato, prenda atto delle definitiva crisi della cosiddetta seconda Repubblica, che è stata un inganno perchè ha innestato nella vecchie istituzioni l’elemento del nuovismo, frutto della falsa rivoluzione giudiziaria italiana, e proponga una complessiva riforma delle istituzioni e della politica fondata sul superamento del bipolarismo all’italiana e sul ritorno dei soggetti identitari, alla luce della necessaria coerenza col contesto europeo. Senza partiti identitari, nascono partiti mercantili, il cui fine è quello di contrattare un peso e una rappresentanza, e questi ultimi possono dividersi e moltiplicarsi all’infinito, senza alcun ritegno, perchè mancano di un cemento ideale. E’ assurdo continuare a riformare le istituzioni a maggioranza e senza un minimo di coerenza. Noi proponiamo: il modello istituzionale tedesco, cioè un sistema elettorale proporzionale con sbarramento e il cancellierato, che appaino le misure più consone alla vicenda italiana, il federalismo, ovviamente anche fiscale, con fondo di perequazione nazionale, l’eliminazione dei comuni con meno di 2000 abitanti e il loro accorpamento, la creazione delle aree metropolitane e il superamento delle province, la completa liberalizzazione dell’energia e dei servizi pubblici locali.
E’ evidente che se la Costituente socialista adotterà questa posizione, uscirà dalle secche dell’unionismo e del prodismo, supererà lo spettro di un bipolarismo negativo per il Paese, oltre che contrario alla logica e all’esigenza della creazione di un nuovo soggetto socialista e liberale, fondato sull’autonomia e sulla capacità di costruire il futuro. E’ evidente che i socialisti, nella loro versione attuale, o i liberalsocialisti nell’ipotizzata versione costituente futura, non sono in condizione di determinare un nuovo modello istituzionale e neppure elettorale, ma è altresì evidente che essi devono avere in questo il loro principale mastice, il loro comune orizzonte, che segna anche la sorte di una identità , altrimenti destinata a non risorgere mai.
La crisi del bipolarismo italiano e del governo Prodi
In questo contesto risulterebbero inaccettabili i richiami al nostro partito ad allineamenti con maggioranze oggi peraltro in crisi e all’interno di confini di coalizioni che oggi probabilmente già non esistono più. La crisi del governo Prodi pare irreversibile. Manca ancora il killer. Questo governo non avrebbe neppure dovuto nascere. Lo abbiamo detto, scritto e ripetuto. Le elezioni avevano segnato un sostanziale pareggio e al Senato addirittura la Casa delle libertà aveva ottenuto più voti. Si è ugualmente formato un governo Prodi con maggioranza unionista, formalmente per coerenza con le scelte elettorali, ma in realtà per salvare una politica e un gruppo dirigente che aveva scommesso se stesso sulla vittoria. Oltre alla mancanza di una chiara maggioranza al Senato e a un premio di maggioranza ottenuto alla Camera per soli 26mila voti, peraltro contestati, esisteva già ad inizio legislatura un problema di affinità programmatica. Il lungo programma dell’Unione, o programmanone, non comprendeva, e non a caso, un giudizio sulle missioni italiane e in particolare su quella dell’Afghanistan e un’idea sull’Alta velocità . Sulla politica estera e sulle opere pubbliche il governo non aveva, già all’inizio della legislatura, una politica omogenea. Di qui il conflitto con la cosiddetta sinistra radicale, cioè comunista e verde integralista, e la crisi del primo governo Prodi proprio sulla politica estera. Poi il Prodi due, il progammino dei dodici punti, il comunicatore unico, e tanti altri buoni propositi mai realizzati. La verità è che una coalizione del genere non poteva avere un progetto chiaro. Lo ha testimoniato il contenuto della legge finanziaria che ha proposto al Paese il risanamento come alternativo allo sviluppo e alla equità , al di là dei propositi del Dpef. Così il governo è apparso, soprattutto al Nord del Paese, come il governo delle tasse e delle imposte, e nel contempo, nonostante la manovra sul Tfr (che così com’è stata concepita è addirittura un passo indietro per i lavoratori dipendenti) e il taglio del cuneo fiscale (che alla fine riguarderà solo le grandi imprese e molto meno le piccole che in Italia sono il 95% del totale) il governo Prodi si è configurato come un governo nemico e questo, caso davvero unico, dopo solo un anno dalla sua nascita. I dati della recente consultazione elettorale rappresentano una conferma, peraltro accentuata, di tutti sondaggi degli ultimi mesi. Il crollo di Ds e Margherita è innanzitutto un crollo di credibilità del governo Prodi. E’, inoltre, un avviso di sfratto nei confronti del futuro Partito democratico, alle prese con una duplice scissione (di Sinistra democratica dal ventre Ds e di Bordon e altri da quello della Margherita). Il nuovo Psi manifesta la sua intenzione di continuare una politica di opposizione all’attuale governo e nel contempo auspica che sorga al più presto quell’esecutivo di larghe intese che permetterebbe la nascita di un equilibrio di governo più in sintonia con le esigenze del paese e una più facile collocazione unitaria per tutti i liberalsocialisti.
La Costituente e le nostre idee
Dunque aderiremo al cantiere della Costituente con le nostre idee, senza alcun complesso di inferiorità , a schiena dritta, senza aderire alla Unione ed a una maggioranza di governo oggi in crisi. E vi aderiremo con il progetto di un modello elettorale e istituzionale che permetta il passaggio dai partiti di utilità marginale per le coalizioni ai partiti di forte identità storico-politica. Noi dovremo costituire un partito di area, non semplicemente di tradizione, un partito che rappresenti il meglio della storia liberalsocialista italiana (da Turati, a Rosselli, a Gobetti, da Saragat, a Ernesto Rossi, da Craxi a La Malfa e a Pannella). Si tratta di un area che ha prodotto in Italia le migliori e più profonde innovazioni programmatiche e politiche. E dovremo elaborare un progetto di forte impatto: dovremo esporle nella nostra Rimini tre. Una nuova Rimini per esaminare una situazione economica e sociale profondamente cambiata, per distinguere tra riformisti e conservatori, e non più tra destra e sinistra. E per riformisti noi intendiamo coloro che intendono cambiare la società e lo Stato italiano nel segno della laicità , della equità , della libertà , della sostenibilità . La laicità come bussola, non un anticlericalismo di stampo ottocentesco, che annunci nuove crociate alla Chiesa, ma una laicità che difenda e valorizzi la piena libertà di legiferare della Stato e la volontà di rispettare tutte le religioni e le credenze. Un partito laico, rispettoso, tollerante, che affermi nuovi diritti per tutti, che chiuda il ventaglio che separa l’Italia dall’Europa, questo sui diritti delle coppie di fatto, come sul testamento biologico e sulla separazione delle carriere dei magistrati, sulla quale Rosa nel pugno, Nuovo Psi e Pri hanno presentato una proposta di legge insieme alla Camera. L’equità come processo di cambiamento economico e sociale. E’ evidente che occorra su questo versante un governo delle riforme. Non è più rinviabile una vera riforma della previdenza e un vero patto delle generazioni. Se non si interviene su questo argomento e se lo si rinviasse sine die, non avremo anziani e giovani diversamente trattati e dunque l’esplosione di un conflitto generazione difficile e pericoloso. Anche sui temi dell’occupazione bisogna insistere sulla via tracciata dalla legge Biagi, sia pur accettando e anche proponendo eventuali correzioni e miglioramenti come quelle sugli ammortizzatori. Non è stata la legge Biagi a inventare la precarietà . Anzi la legge Biagi ha corretto i vecchi contratti Co-Co-Co, introdotti dal vecchio governo dell’Ulivo e dal ministro Treu. Occorre procedere in modo coerente, nel segno della libertà , sul processo di liberalizzazioni, che non sono solo manovre propagandistiche e da decidere in modo slegato e in qualche caso anche punitivo nei confronti di categorie sociali non certamente privilegiate. Noi siamo contrari alla logica della concertazione, ma siamo per la consultazione. Invece oggi assistiamo per certe categorie a interventi sindacali per concertare la politica col governo e per altri, come quelli configurati dai provvedimenti di Bersani, a interventi punitivi e senza neppure ascoltarne le legittime esigenze. Tuttavia riteniamo giusto correggere un mercato troppo legato a vincoli e impedimenti, sburocratizzarlo, abolire lacci e laccioli che impediscono di fare impresa nei modi, e soprattutto nei tempi, giusti. Occorre oggi più che mai valorizzare il merito. Ci sono intere categorie sociali senza diritti. Eppure si tratta di ceti che sviluppano ricchezza e creatività nel Paese ed esportano nel mondo la migliore immagine dell’Italia. Una vetero sinistra incapace di raccoglierne la rappresentanza è destinata a essere minoranza in un Paese che è sempre più costituito da ceti emergenti e meno da lavoratori tradizionali. E occorre anche farsi carico delle giuste esigenze dei lavoratori dipendenti, pubblici e privati, degli stipendi e dei salari troppo bassi, soprattutto dopo la perdita di valore a fronte dell’entrata nell’Euro. Occorre che i sindacati ritornino a fare politica salariale e non si occupino prevalentemente del loro potere nella società italiana (vedasi trasferimento all’Inps del Tfr). E, infine, ma non da ultimo, una politica sostenibile, nelle sue diverse compatibilità , delle quali quella ambientale non può essere certo l’ultima. L’emergenza clima e la crisi energetica sono alle porte. Occorrono risposte planetarie e fa piacere che finalmente anche l’America di Bush se ne stia rendendo conto, dopo l’annuncio di un vertice a 15 sull’argomento. Nella ormai inevitabile riconversione dell’apparto produttivo, per potere diminuire le emissioni di CO2, c’è la sfida del presente e del futuro. C’è ovviamente una compatibilità economico-finanziaria, affinchè i progetti non si sposino con la logica rivendicativa del “diamo tutto a tuttiâ€, in stile assistenziale che ancora oggi si pratica in alcune regioni del Sud, dove al clientelismo democristiano è succeduto un nuovo e ancora più marcato clientelismo praticato dagli esponenti di ambo i poli. E ancora, esiste, ormai, una compatibilità democratica. Il rapporto tra i poteri forti e il cittadino sono sempre più complicati e in parte anche degenerati. Il dominio assoluto delle Banche, il loro ampio potere discrezionale, gli abusi che sono stati praticati contro i risparmiatori italiani, in drammatiche vicende come quella di Parmalat e dei Bond argentini, sono sotto i nostri occhi e hanno toccato da vicino gli interessi di quasi un milione di italiani. A questo si aggiunga oggi la commistione, mai prima di oggi così evidente, tra potere politico e accorpamento di imprese bancarie. La nascita dei due colossi finanziari recentemente battezzati, porta a domande ancora più inquietanti rispetto al potere decisionale in Italia. E così pure il dominio assoluto dei grandi schieramenti e dei partiti di loro riferimento sui mass media e soprattutto sul sistema televisivo, dove il vero conflitto d’interessi esiste tra i rappresentanti dei due poli e la democrazia italiana.
Con questi contenuti e con questo orizzonte politico il Nuovo Psi parteciperà al cantiere costituente, senza assolutamente rompere i rapporti con gli altri partiti dell’attuale opposizione e convocando fin d’ora un congresso politico per ottobre al fine di compiere un bilancio del percorso politico iniziato.
La democrazia nel partito
Non tutto quello che si è fatto in questi anni è stato giusto e tanto meno saggio. Molto dovremo cambiare. Bisogna passare a una organizzazione federalista. Ogni regione può darsi uno statuto regionale e il partito può anche assumere un nome diverso in sede regionale. Il partito regionale avrà un segretario che è di diritto membro del consiglio federale centrale, organo che sostituisce il nostro Consiglio nazionale. Occorre una gestione amministrativa del partito trasparente e concertata con i segretari regionali. Occorre stabilire una quota del bilancio da versare alle regioni e una quota per il mantenimento del centro. Ogni anno deve essere presentato un bilancio chiaro da approvare da parte dei revisori dei conti. Il tesseramento va fatto annualmente, fino a che resisterà il nostro partito nella sua forma autonoma, e non ogni due o tre anni, e una quota va versata alle centrali regionali. Più in generale bisogna passare da una forma paternalistica della gestione del partito a una forma democratica. Le decisioni degli organi vanno sempre rispettate, e la commissione di garanzia va scelta tra persone il più esterne possibile alle suggestioni politiche interne, e ha il compito di far rispettare le regole statutarie. Il cambiamento dello statuto è inevitabile se si vuole affermare la forma federale del partito. Inoltre si propone di istituire due figure che lo devono reggere. Quella del presidente e quella del segretario, in armonia con il documento approvato pressoché all’unanimità dal Consiglio nazionale del 31 marzo. Il presidente avrà compiti di rappresentanza politica del partito, il segretario avrà compiti prevalentemente di gestione. La gestione del simbolo e del nome sarà collegiale. Il consiglio federale sarà composto al massimo di cento membri rigorosamente selezionati dalle regioni in base al loro peso congressuale (rapporto iscritti-voti). Il consiglio federale dovrà eleggere una direzione di trenta membri, il tesoriere del partito, la commissione di garanzia, i cui membri sono incompatibili con qualsiasi altro incarico di partito nazionale o locale, i revisori dei conti. La direzione dovrà eleggere la segreteria e i tre vice segretari (uno espressione del Nord, uno del Centro e uno del Sud). La segreteria è composta dal presidente, dal segretario, dai tre vice segretari, dal tesoriere. La direzione designa anche il direttore politico del quotidiano del partito e del sito informatico.
Mauro Del Bue ed altri
Convocazione Congresso Campania
Â
1)Â Â Â Â Â Elezione del Presidente del Congresso
2)Â Â Â Â Â Elezione Commissione Verifica Poteri
3)Â Â Â Â Â Illustrazione Documenti Politici e conseguente dibattito
4)Â Â Â Â Â Elezione Delegati al Congresso Nazionale del 23/24 Giugno a Roma
5)Â Â Â Â Â Elezione del Consiglio Regionale
6)Â Â Â Â Â Esame e votazione o.d.g.
Â
Â
                                                                                             Il Segretario
                                                                                       Gennaro Salvatore
