REGOLA PRIMA, MAI COABITARE CON I SERPENTI

Mancano ormai meno di tre settimane alle elezioni che dovranno decidere a chi affidare la guida politica del Paese. Fra meno di tre settimane gli italiani potranno porre la parola fine uno dei periodi più ‘sgangherati’ della politica italiana, chiudendo la fase del ‘non governo’ o, meglio, del governo all’incontrario che tanti danni ha prodotto all’Italia. Fra tre settimane, anche il Nuovo PSI vuole e deve dare il suo contributo alla realizzazione di questo obiettivo.

E ciò anche se, per la prima volta dal ripristino del Garofano, dopo la falsa rivoluzione, il simbolo dei socialisti craxiani non sarà presente, visivamente, sulla scheda elettorale. Detta assenza non diminuirà, per nulla, l’impegno dei militanti socialisti perché fortemente motivati per la vittoria del Popolo della Libertà. Non solo e non tanto perché ci è stata garantita l’elezione del Segretario Nazionale, Stefano Caldoro (candidato a capolista in Campania), e quella del deputato uscente, Lucio Barani (candidato in Toscana), con l’impegno a spendere un ulteriore riconoscimento verso quei territori dove più marcata è la presenza organizzata dei socialisti, ma sopratutto per la chiarezza degli obiettivi e del programma presentato come ‘le sette missioni’ di Silvio Berlusconi.

Intanto Caldoro e Barani, a differenza degli ‘altri’ socialisti (boselliani, bobiani o costituenti) che avendo ricevuto il benservito chiudono ingloriosamente la loro sudditanza all’egemonia comunista, saranno gli unici socialisti del Garofano che siederanno in Parlamento, mentre gli altri assaporeranno ‘come sa di sale lo pane altrui’. La cosa che più brucia, però, sulla pelle e nelle carni dei socialisti di base non è la mancata elezione di alcuni dirigenti socialisti, quanto il metodo col quale si è proceduto alla pulizia etnica da parte del signor Veltroni e dei dirigenti comunisti comunque camuffati.

Non solo si è deciso di cacciare i socialisti che, così, saranno destinati a scomparire dal panorama politico parlamentare italiano ma, aggravando la situazione, si è deciso l’imbarco del principale simbolo della loro vergognosa mattanza, quell’ Antonio Di Pietro che è il campione assoluto del giustizialismo nel nostro Paese ed ha già dichiarato che vuole fare il Ministro della Giustizia perché ‘deve completare la pulizia iniziata con mani pulite’.

Chi ha chiuso gli occhi e ha fatto finta di non vedere con quali serpenti coabitava, non può oggi dolersi del fatto che il morso di alcuni di essi sia letale. Ognuno certamente è arbitro del proprio destino e delle scelte operate, ma per ognuno arriva il momento della riflessione e della verità. Non voler riacquistare la vista significa aver scelto deliberatamente l’eutanasia per se e per tanti valorosi compagni che li hanno improvvidamente seguiti. C’è, comunque, da sperare che qualcuno degli attuali ‘ciechi’ apra finalmente gli occhi e senza farsi condizionare da falsi nominalismi (destra-sinistra) sappia, finalmente, concretizzare la propria riflessione.

Noi non abbiamo di questi problemi. Il nostro compito è come contribuire a far diventare concretezza le scelte programmatiche delle ‘sette missioni’, dove non c’è di tutto e il suo contrario, ma solo indicazioni nette e concrete da avviare subito alla loro realizzazione dando una forte sterzata all’inconcludenza prodiana. Abolizione Ici su prima casa, detassazione degli straordinari, ripresa del nucleare, rilancio opere pubbliche (ponte sullo Stretto in primis), riduzione costo della politica, lotta alla criminalità con certezza della pena, riforma giustizia con l’introduzione della figura dell’avvocato dell’accusa per esaltare la terziarietà del giudice, lotta all’inflazione e al carovita, saranno alcune delle cartine di tornasole di un reale cambio di fase.

Giovanni ALVARO

Reggio Calabria, lì 25.3.2008

Boselli:licenza di uccidere

La spinta al cambiamento data dal Partito Democratico e dal Popolo della Libertà al panorama politico nazionale ha costretto, in vista della tornata elettorale del 13/14 aprile prossimo, le forze politiche minori a scelte a volte poco comprensibili ai non addetti ai lavori.
Alla luce di questo stravolgimento,che non è solo apparente,ma che ha portato nell’immediato a un diverso posizionamento delle forze politiche in campo, è necessaria una riflessione sulla Questione Socialista.
Partiamo da Boselli, il quale, dopo quindici anni di tentennamenti e di tentativi opportunistici che lo hanno visto alleato a diverse forze politiche ( Dini, Radicali, etc.), ignorando gli appelli provenienti da più parti per il rilancio dell’identità e della autonomia del Partito Socialista in Italia , sembra aver intrapreso ora la strada dell’autonomia.
Non sfugge però il percorso politico “Boselliano” dal ’94 ad oggi, da quando cioè,con il segretario politico dell’epoca Del Turco e contro la volontà di molti compagni, anch’egli decretò lo scioglimento del Partito Socialista Italiano,ufficialmente per motivi economici e finanziari,ma in realtà in ossequio ad un perverso disegno perpetrato insieme con i post-comunisti, volto ad eliminare la presenza socialista dal panorama politico nazionale. Chi non ricorda al Congresso di scioglimento la presenza in prima fila di tutto l’apparato post-comunista,a partire da Occhetto, che proponeva la sua nuova “ macchina da guerra”?
E le scelte politiche successive non sono state altro che la costante conferma del suo duplice obiettivo:oscurare il socialismo in Italia per sopravvivere all’ombra dei catto-comunisti in una nicchia di protezione.
Non trovando mai chiarezza nella politica di Boselli, priva di spazi e di visibilità in questa falsa sinistra, il Partito Socialista Nuovo PSI partecipò al processo costitutivo della Casa della Libertà per mantenere saldi i principi di identità ed autonomia su cui ricostruire una vera casa socialista,come peraltro esiste nel resto d’Europa.
Anche oggi, è la difesa di questi valori la sola motivazione della scelta di dare il nostro contributo elettorale e programmatico al Popolo della Libertà al fine di avere dei rappresentanti socialisti nel Parlamento Italiano, in coerenza con il nostro recente passato e come sancito dal Congresso del Nuovo Psi dello scorso giugno. E Boselli? Perché solo oggi fa la scelta dell’autonomia? Perché oggi che il mutato campo politico suggerisce ragionevolmente strategie diverse, Boselli sceglie ciò che ha sempre rifiutato in tutti questi anni? E’ la prova che cerca di portare a termine quanto ha iniziato tanti anni fa, confermando con il suo comportamento irresponsabile che si tratta dell’ ennesimo incarico affidatogli da quelli che sono stati i carnefici del Partito Socialista Italiano. Rifiutando ogni apparentamento e scegliendo di correre da solo, infatti, egli si avvia all’ennesima fatale sconfitta in una logica autodistruttiva , utile solo a compiacere i suoi mandanti.
Al contrario noi, forti della nostra coerenza e del patrimonio da noi sempre difeso dell’identità ed dell’autonomia, continueremo a lavorare per salvaguardare i valori del Socialismo in cui da sempre crediamo

Antonino Di Trapani
Responsabile Ufficio Organizzazione
della Segreteria Nazionale NUOVO PSI

TUTTO E’ BUONO PER LA POLEMICA, ANCHE… IL RIDICOLO

Non sono d’accordo con quanti, intervenendo sulla assurda polemica nata per una battuta del Presidente Berlusconi sui precari, affermano che, in fin dei conti, si trattava semplicemente di ‘una battuta di spirito che purtroppo non è stata capita da molti’. Non sono d’accordo perché, se così fosse, vorrebbe dire che la polemica si è sviluppata, con grande battage pubblicitario, per una errata interpretazione di quanto accaduto. Ma le cose non stanno così.

Gli avversari del Popolo della Libertà non sono per nulla degli imbecilli al punto da non capire lo spirito di una battuta. La verità è che essendo a corto d’argomenti si buttano, a costo del ridicolo, su tutto ciò che può distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dalla gravità della situazione del Paese, e dall’assenza di respiro politico nella loro campagna elettorale che si trascina tra un nuovo che non esiste, e la ricerca di una verginità politica che, dopo Prodi, come tutte le verginità, è impossibile da ricostruire.

Non sono neanche d’accordo con quanti ‘sconsigliano’ Silvio Berlusconi dal parlare senza rete e senza cautela. Anche loro sbagliano profondamente quando pensano che le polemiche, costruite dalla sinistra e dal coro dei giornali del soccorso rosso, siano frutto di ‘mosse maldestre’ del Cavaliere. Non è affatto così, perché qualunque cosa dica Berlusconi, e sottolineo qualunque cosa, scatta immediata la polemica. Anzi, essa scatterebbe anche se il leader del Popolo della Libertà, decidesse di non parlare più fino al 13 e 14 aprile. Veltroni, Prodi, la Repubblica, l’Unità, Travaglio, con tutto il loro armamentario propagandistico, vi costruirebbero attorno la qualunque, affermando che il silenzio di Berlusconi nasconderebbe, di certo, chissà quali nefandezze per tessere trame eversive ed antidemocratiche essendo impossibile che egli abbia deciso di starsene zitto zitto dietro le quinte.

Se poi, avviato il can can propagandistico, com’è avvenuto nell’ultimo caso, ci si trova di fronte ad una giovane che non solo ci ha scherzato sopra assumendo l’episodio per quello che effettivamente era, ma addirittura ha dichiarato che sicuramente voterà per il PdL, Veltroni & C. entrano in fibrillazione perché incapaci di gestire una vicenda nella quale non era prevista una variabile fuori dal loro controllo. E’ un clichè che si ripete purtroppo sistematicamente per poterlo catalogare come incidente causato da ‘reazione maldestra’.

Se gli strateghi della sinistra (si sinistra, proprio quella di Veltroni) pur sapendo perfettamente che dopo due/tre giorni di polemiche tutto ritorna normale perché i fatti hanno la testa più dura di qualunque speculazione, continuano a insistere sul terreno della denigrazione, dello sberleffo e della violenza critica, vuol dire che gli obiettivi sono altri, come quello di nascondere la pochezza dei loro argomenti spostando l’attenzione sulle più disparate schiocchezze.

Se da una parte, quindi, è necessario rispondere e parare i colpi, dall’altra bisogna ragionare con la gente sui programmi, gli obiettivi e le realizzazioni da fare nei primi cento giorni di governo che sono quelli che qualificano una compagine governativa. Il Nuovo PSI è su questo che sta facendo e continuerà a fare la propria campagna elettorale, convinto più che mai che non basta solo il messaggio mediatico per vincere, ma che esso vada accompagnato da un lavoro capillare, come si suol dire, ‘porta a porta’, con l’obiettivo di contattare il maggior numero possibile di elettori, soprattutto quelli indecisi o propensi ad esprimere un voto di semplice testimonianza.

Giovanni ALVARO

Reggio Calabria lì 17.3.2008

Comunicato della segreteria del Nuovo Psi

Mar 20.42 – Il Comitato di Segreteria del Nuovo Psi si è riunito in data odierna, per esaminare la situazione politica nell’imminenza della consultazione elettorale del 13 e 14 aprile.
Il Comitato ha preso atto, con soddisfazione, della candidatura del Segretario nazionale Stefano Caldoro al massimo livello nella lista per la Camera dei Deputati del Popolo della Libertà in Campania. Tale circostanza rappresenta un riconoscimento alla coerenza della linea politica del partito.
Nello stesso ambito di coerenza politica oltre che di apprezzamento del lavoro parlamentare svolto, si registra positivamente la candidatura dell’on. Lucio Barani in Toscana. La collocazione di tale candidatura in una posizione tra i vincenti richiede lo sforzo massimo del partito in terra toscana per raccogliere consensi elettorali che potranno risultare decisivi per le elezioni di Barani, senza attendere le opzioni dei due capolista e per il maggiore successo dell’intera lista. Frutto del riconoscimento alla coerenza della linea politica del partito sono anche le altre candidature di esponenti del Nuovo Psi a livello locale.
Forte rammarico, invece, viene espresso per non aver potuto condurre direttamente una trattativa nella formazione delle liste che ha, di fatto, escluso la rappresentanza al Tavolo delle candidature e del programma anche per le difficoltà dei partiti minori alleati a coordinarsi tra di loro.
Ciò ha impedito la possibilità di impegnare personalmente i quadri dirigenti più rappresentativi e la piena soddisfazione delle aree territoriali dove più forte è il consenso ed il radicamento o dove era presente una rappresentanza istituzionale del partito.
Si sono registrati anche non pochi disguidi nei rapporti con l’alleanza nei Tavoli regionali il che, per il futuro impone un diverso comportamento fondato su regole condivise che sono necessarie per rapporti politici corretti e proficui.
Le candidature di esponenti del Nuovo Psi rappresentano anche una garanzia per la riaffermazione dell’identità e dell’autonomia del partito che, pertanto, è in condizione di riprendere il cammino anche in sede parlamentare e di adoperarsi per rendere più dinamica la propria crescita.
La concomitanza delle elezioni amministrative offre l’occasione per verificare la presenza e la rappresentanza del partito sull’intero territorio nazionale. Per tali motivi è richiesto un grande impegno di tutti e di ciascuno, perché, nel riaffermare i valori fondanti del partito e nel fare presenti le ragioni del socialismo liberale, si possa proseguire con successo per una sempre maggiore e più diffusa presenza nel territorio e nelle istituzioni. Siamo tutti chiamati, oggi che è partita la campagna elettorale, a credere nell’obiettivo strategico che è pienamente coerente con le ragioni della nostra nascita e delle nostre decisioni che hanno caratterizzato dal 1994 ad oggi la nostra scelta di campo. L’obiettivo è che l’alleanza, guidata da Silvio Berlusconi e costituita dai moderati, dai liberali, e dai riformisti, dovrà avere un’ampia maggioranza nel Paese e vincere la coalizione del catto-comunismo e del giustizialismo, guidata da Veltroni, avversaria da sempre dei socialisti-riformisti.

Seguirà la convocazione degli organismi

E ADESSO… AVANTI TUTTA

Certo, rimane sempre un pò di amaro in bocca, soprattutto tra i compagni di quelle regioni come la Calabria dove più marcata è la presenza organizzata dei socialisti, ma non per questo si è propensi ad abbassare la guardia. Al contrario, anche i compagni che si aspettavano un più gratificante riconoscimento del ruolo e delle scelte (non improvvisate) di schieramento del Nuovo PSI, e che, a caldo, si sono sentiti un pò mortificati, sanno perfettamente che le attività corsare, effettuate nel popolo socialista e contro di esso, dai vari soggetti che si chiamano Boselli, Bobo o GDM, ci hanno purtroppo ridotto sensibilmente nel peso e nell’incidenza.

Aver ottenuto che il Segretario del Partito, Stefano Caldoro, sia capolista in uno dei collegi della Campania è un riconoscimento splendido che ci inorgoglisce e ci permette, assieme alla riconferma dell’uscente on. Lucio Barani, di mantenere vivo e vegeto quel fiore, il Garofano, che dobbiamo saper consegnare alle nuove generazioni con tutto il bagaglio di riformismo che solo i socialisti sono capaci di interpretare positivamente nell’interesse dell’intero Paese.

Per questo risultato, bisogna anche ricordarlo, nessuno, incluso Silvio Berlusconi, ci ha chiesto di scioglierci nel Partito unico che andrà a realizzarsi nel prossimo autunno, e nessuno ci ha imposto di rinunciare alla nostra identità ed alla nostra autonomia. Ma anche per questo dobbiamo saperci rimboccare le maniche e contribuire, col massimo impegno, alla splendida vittoria che attende, il 13 e 14 aprile prossimo, il Popolo delle Libertà. Non tanto per dimostrare quanto si è stati ingenerosi col Nuovo PSI, soprattutto in Calabria (dove il risarcimento potrà avvenire subito dopo la tornata elettorale), ma per continuare quel cammino di ricostruzione delle nostre strutture organizzative che possono gratificare il popolo socialista, e far guardare in avanti con sufficiente speranza.

Il riconoscimento riservato al Segretario Nazionale segna, comunque, una evidente differenziazione con quanto la sinistra e Walter Veltroni hanno riservato ai socialisti dello Sdi o della cosiddetta, ma ormai defunta, Costituente. Si possono fare tutti i salti acrobatici del mondo, per tentare di dimostrare il contrario, ma nessuno sarà in grado di negare che nel Parlamento italiano sarà rappresentato solo il Nuovo PSI autonomista. Sarebbe ora, allora, che Bosellie & avviassero quella profonda riflessione capace di farli uscire dallo stato di presunzione intellettuale, o di sudditanza politica, che, in questi anni, hanno, di fatto, bloccato la ricostruzione del Nuovo Partito Unico dei Socialisti.

Intanto, adesso… avanti tutta. Il 13 e 14 aprile si vota anche per eleggere i Consigli Provinciali e Comunali e l’ Assemblea Regionale della Sicilia. E in molte realtà la presenza del nostro simbolo ci offre la migliore occasione per poterci contare. L’impegno del nostro quadro dirigente deve essere massimo e senza tentennamento alcuno. Non basta, infatti, la battaglia mediatica che sarà realizzata nei salotti televisivi o col battage pubblicitario, nei trenta giorni che ci stanno davanti, ma l’esperienza ci insegna che è fortemente necessario il contatto diretto e l’approccio individuale.

Abbiamo il grande compito di rendere visibili i valori che ci tengono uniti nella coalizione, e i programmi chiari e netti che anche il Nuovo PSI vuole realizzare per far rialzare l’Italia dal declino a cui l’aveva condannato l’armata Brancaleone.

Giovanni ALVARO

Reggio Calabria, 10.3.2008

LE SETTE ‘MISSIONI’ DEL PdL SENZA IL ‘MA ANCHE’

Dodici pagine di programma, firmate PdL; 281 pagine, a suo tempo, firmate dall’armata di Prodi. Nelle dodici pagine le ‘sette missioni’ da realizzare per far rialzare l’Italia; nelle altre il tutto e il contrario di tutto con l’obiettivo di mettere d’accordo il diavolo e l’acquasanta. Se si vuole, è stata un’anticipazione del ‘non solo ma anche’ veltroniano, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: un’Italia al declino, tartassata dalla pressione fiscale, ferma nelle realizzazioni, preda delle emergenze sanità e rifiuti, senza bussola per quanto riguarda sicurezza e giustizia, ostaggio di una banda di occupatori del potere.

Quello ch’è stato fatto nei due anni passati è la logica conseguenza di un ondeggiamento continuo senza possibilità d’approdo reale. Ed è il film che l’Italia sarà costretta a rivedere qualora, per pura follia collettiva, dovesse vincere il confronto elettorale quel Veltroni del ‘si può fare’, perché pur avendo deciso di liquidare la sinistra di lotta e di governo e il verde dal sorriso ebete, ha avuto la capacità di ricostruirsi alleati antagonisti conditi dal giustizialismo dipietresco.

Alla luce dei fatti è abbastanza chiaro che le 281 pagine (che quasi nessuno ha letto), opera omnia enciclopedica, erano solo fumo negli occhi per l’opinione pubblica, ed erano dedicate solo ai singoli alleati per tenerli buoni accontentandoli tutti, non certamente per governare. L’attività del governo Prodi, infatti, si è risolta nello sfilacciare, come la tela di Penelope, quanto di buono era stato varato dal precedente governo diretto da Silvio Berlusconi. Sotto il maglio del nichilismo sono caduti, tra l’altro, la riforma della scuola, quella pur timida della giustizia, e le opere pubbliche come la Tav e il Ponte sullo Stretto. Se per costruire 36 riforme ci son voluti ben 5 anni di attività governativa, per distruggerle sono bastati poco meno di due anni, per cui i libri di storia ricorderanno il Governo Prodi come il Governo della ‘demolizione’.

Le dodici pagine delle ‘missioni’ presentate alla stampa nei giorni scorsi, anche perché poche, avranno il pregio di farsi leggere da milioni di cittadini, e sono indirizzate soprattutto ad essi, non certamente ai singoli alleati che, a differenza dell’armata prodiana, hanno in comune la stessa visione della realtà e gli stessi obiettivi da realizzare. Ci sono, naturalmente sensibilità diverse sui singoli argomenti, ma il sottofondo su cui si reggono coglie in pieno sia il comune denominatore degli alleati che, per quanto ci riguarda, le sensibilità del Nuovo PSI di Stefano Caldoro che sono indirizzate, da tempo, verso una politica riformista capace di rimettere in carreggiata l’intero Paese.

Dodici pagine, sette ‘missioni’, programma di lunga lena per GOVERNARE veramente l’Italia. La concretezza dell’essere rispetto all’evanescenza dell’apparire. E’ per questo che abbiamo scelto di stare nel fronte moderato. Per questo continueremo, senza alcun disagio, a stare con gli attuali alleati. Il resto è chiacchiera da bar Sport. I socialisti di Stefano Caldoro lasciano ad altri le distinzioni accademiche tra destra e sinistra, e lavoreranno per il rilancio dello sviluppo, il sostegno alle famiglie, la sicurezza e la giustizia giusta per i cittadini, i servizi moderni superando le emergenze sanità e rifiuti, una nuova attenzione per il Mezzogiorno e il federalismo solidale che non sarà divisione.

Per questo gli elettori socialisti e i dirigenti di base del Partito vogliono che il Nuovo PSI sia schierato così come deciso dal Congresso e, contemporaneamente, sia adeguatamente rappresentato in Parlamento.

Giovanni ALVARO

Reggio Calabria 03.03.2008

I BAMBINI DI GRAVINA VITTIME DEL MEZZOGIORNO

Come larga parte dell’opinione pubblica italiana, ho ‘subito’ con profonda angoscia la cronaca relativa al ritrovamento dei piccoli di Gravina di Puglia, e la ricostruzione delle loro ultime ore, o addirittura giorni, di vita in fondo al maledetto pozzo.
Come, mi auguro, sia capitato a qualcuno, ho anche pianto solo immaginando la crudeltà e le pene di una morte che nessun essere animale meriterebbe per nessuna ragione al mondo.
Eppure, nell’angoscia e nello sconforto, non ho potuto esimermi dal considerare i bambini di Gravina, le ennesime vittime del Mezzogiorno d’Italia.
Evitando volutamente di ripercorrere le dinamiche dell’evento, le piccole ‘anime di Gravina’ hanno subito, nolenti, il degrado sociale, economico ed urbanistico, in cui versa, oramai da troppi anni, l’intero Sud Italia. E mi spiego.
Come è lontanamente immaginabile che nel centro urbano di una realtà, oltretutto piccola, possa esserci un casale abbandonato con un varco di accesso a cisterne sotterranee abbandonato ed incustodito?
Dove erano gli assistenti sociali, e gli operatori delle numerosissime associazioni con finalità sociali presenti nel Sud Italia, quando due bambini erano costretti a vivere nel degrado sociale e familiare più estremo?
Della assenza istituzionale, perdonatemi, ma non mi meraviglio granché, considerato che l’attenzione dei Sindaci, Presidenti di Provincia e Presidenti di Regione, è tutta rivolta a creare un consenso clientelare, più che a sentire le richieste di aiuto provenienti dal territorio.
D’altronde, le numerose, sia chiaro non tutte, associazioni del Terzo settore nel Mezzogiorno, sono ‘macchine di voti’, destinatarie di finanziamenti ‘opinabili’, nell’ottica di un associazionismo di Stato, a favore del potente di turno.
Sul degrado urbanistico, è chiaro a tutti che la presenza di un pozzo accessibile a chiunque nel centro cittadino, è la conseguenza della mancanza totale di qualsivoglia progettualità sul recupero e sviluppo del tessuto urbanistico, su cui sarebbe necessario sviluppare una sana e libera riflessione.
Per queste considerazioni, mi sento anche io, come cittadino, complice dell’efferato delitto delle ennesime ‘vittime del Mezzogiorno d’Italia’.

Guido Marone
guidomarone@yahoo.it

Almeno tentiamo !

  

Non vi è dubbio che il rimaneggiamento del sistema politico successivo alla prematura, anche se auspicata dipartita del governo Prodi, ci ha colto impreparati nella organizzazione capillare sul territorio e nella visibilità che contavamo di costruirci e consolidare attraverso tornate elettorali locali, provinciali e regionali,  ed acquisire maggior peso e valore nazionale.

Dobbiamo purtroppo prendere atto che nell’opinione comune, per la gente, per i media, quando si parla di socialisti, si fa unico riferimento allo SDI di Boselli e solo ad esso, perché come era prevedibile, De Michelis e Del Bue, hanno raggiunto la pace dei sensi trascinando nell’oblio del nulla tutti quei compagni del vecchio/Nuovo Psi che ritenevano di manipolare e plasmare a loro piacimento questa sinistra catto-comunista.

E’ ormai chiaro sia in atto un preciso obbiettivo, questa volta politico dopo quello giudiziario, di cancellare una volta per tutte, la storia socialista.

E noi che facciamo ? Saremmo indotti a pensare che così come siamo combinati, tutto sommato non ci resta altra strada se non quella di aggregarci alla lista del PdL senza simbolo, per avere almeno una piccola visibilità parlamentare, un baluardo, una piccola speranza. Il ché, sarebbe già tanto in questa situazione ma forse non ci basta.

Bisognerebbe almeno fare uno sforzo per far capire al PdL o Berlusconi che sia, che può risultare un grave errore non avere il nostro simbolo sulla scheda elettorale poiché lasceremmo orfano quel, anche se pur piccolo elettorato socialista che potrebbe essere indotto a rifugiarsi nell’unico simbolo socialista presente sulla scheda. Simbolo socialista che, snobbato e cacciato da Veltroni, può assumere, in campagna elettorale, il ruolo di unico rappresentante dei valori, della dignità e dell’autonomia del popolo socialista.

 Senza il simbolo del N.PSI  ad una consultazione politico nazionale come faremo poi a sostenere ragionevolmente che il partito esisterà  ancora  e che continuerà il percorso di affermazione dei valori del socialismo liberale e riformista?

Almeno tentiamo !

 

Bruno Rubes – Segretario Provinciale Monza e Brianza    

PRIMA L’INTERESSE GENERALE, E POI QUELLO PERSONALE

C’è una regola d’oro che va sempre tenuta presente soprattutto in politica. L’interesse generale deve sempre prevalere su quello individuale e personale, per evitare di compromettere percorsi e sbocchi politici, che oggi nel Paese sono più che necessari, estremamente vitali, anche alla luce dei disastri causati dal Governo Prodi.

Ci si riferisce soprattutto alla vicenda, finalmente conclusa positivamente, dell’accordo tra PdL ed Mpa di Raffaele Lombardo. Anche i commentatori meno perspicaci capivano che da detto accordo dipendeva la certezza della vittoria del fronte moderato sia a livello nazionale che nella stessa Regione Sicilia. L’accordo è tanto più importante perché coinvolge l’UDC dell’on. Cuffaro. Sarebbe stato un disastro far saltare l’accordo: la posta in gioco era ed è così grande da non consentire ipotesi nichiliste, e Berlusconi da grande animale politico quale si sta dimostrando non lo ha consentito.

Che l’on. Miccichè si sentisse unto dal Signore e fosse convinto della necessità della propria missione “perché al Governo centrale ha già dato” e intendesse adesso ‘dare’ alla Sicilia è certamente lodevole, ma questo atteggiamento peccava di chiara presunzione perché era un ragionamento fatto senza tenere in alcun conto le variabili presenti e le ricadute sul quadro politico nazionale, e perché aveva tutto il sapore di una aspirazione personale, legittima quanto si vuole ma certamente non indispensabile, o addirittura fosse un atteggiamento frutto di un rapporto personale molto logorato con dirigenti di alcune forze politiche siciliane.

Qualunque fosse la motivazione non era accettabile una rottura che sarebbe stata, per le conseguenti implicazioni, masochista. Oggi il fronte moderato e riformista non poteva permettersi questo lusso. Non basta, infatti, vincere a Roma, ma è importante vincere anche a Palermo. E a Palermo non si poteva vincere se fosse continuato il balletto dei candidati Presidenti che rimbalzavano da Lombardo a Miccichè, alla Prestigiacomo in un girotondo negativo perché realizzato in forte contrapposizione, nel mentre la sinistra, impegnata su due candidature (Finocchiaro e Borsellino), le ha affrontate in un clima di concordia e di alleanza che gioca positivamente nell’opinione pubblica. Vincere a Palermo, tra l’altro, significa poter avere, tra potere centrale e quello periferico, una omogenea visione dei problemi del Sud, e significa poter operare congiuntamente, senza atteggiamenti ostruzionistici, su quanto di meglio si può realizzare al Sud, a partire dall’importante opera rappresentata dal Ponte sullo Stretto.

Chiusa la vicenda dell’Mpa, ora vanno velocemente chiusi gli altri problemi ancora aperti, come quelli del Nuovo PSI di Stefano Caldoro, del PRI di Nucara, e di altri minori, il cui peso elettorale non è certamente determinante per la vittoria finale (ma non si sa mai: il 2006 con lo scarto di 24.000 voti brucia ancora), ma è importante sul piano politico, anche alla luce del tentativo di presentare l’alleanza costruita da Berlusconi troppo sbilanciata a destra, dopo l’abbandono dell’ex coccolato ‘centrista’ Pier Ferdinando Casini.

Il Nuovo PSI, porta in dote oltre mezzo milione di voti (il grosso dei quali sopratutto al Sud) e un gruppo dirigente, al Sud come al Nord, non presuntuoso ma lucido, politicamente adeguato e intellettualmente attrezzato. Porta, e questa è la dote più importante, lealtà e fedeltà ad un percorso costruito, all’indomani della falsa rivoluzione giudiziaria, per ripristinare uno stato di diritto lacerato da falsi profeti, e ridare al Paese quel buon governo di cui ha bisogno. Sul suo altare ha subìto alcune strumentali scissioni, ma non ha buttato la spugna. Senza velleitarismo alcuno, chiede però un riconoscimento adeguato.

Giovanni ALVARO

Reggio Calabria 24.02.2008

ODIANO TANTO I SOCIALISTI DA RIFIUTARLI ANCHE COME SERVI SCIOCCHI

Siamo alle ultime battute per definire le alleanze, le convergenze e le eutanasie regolarmente programmate a tavolino. Perché proprio di questo si tratta. Veltroni esce allo scoperto e decreta, col suo ‘non si può fare’ lo stacco della spina che, fin’oggi ha tenuto in vita i socialisti di Boselli, GDM e Bobino Craxi. A nulla son valsi meriti quadrilustri, a nulla l’essere stati più prodiani di Prodi , a nulla, proprio a nulla, l’essere stati servitori fedeli: quando bisogna attuare l’eutanasia non c’è riconoscenza che tenga, essa va prontamente realizzata, e Walter Veltroni non si tira indietro.

Potremmo chiudere la riflessione con un semplice ben gli sta, ma non intendiamo infierire maramaldamente, così come hanno già fatto gli ex comunisti che oltre al danno hanno voluto infiocchettare il tutto con la beffa. Fuori gli ultimi socialisti che credevano (?!?) alla bontà di una sinistra egemonizzata dai comunisti, e dentro, ma guarda un pò, tale Antonio Di Pietro ch’è il peggio del giustizialismo attualmente in circolazione. Infatti quando parla di Bettino Craxi continua vergognosamente a parlare di un latitante dimenticando (ma non è colpa sua) quanti patrioti hanno dovuto salvarsi per evitare prigione e ‘suicidi’ vari nella storia del nostro Paese.

Questo è il quadro a sinistra (???) dove albergano oltre ai giustizialisti, i poteri forti dei media, del padronato, della finanza e degli stessi servizi (a proposito l’ex Superprefetto di Reggio Calabria, attualmente Vice capo della Polizia, Luigi De Sena sarà capolista al Senato per gli ex in Calabria). In questo territorio, impropriamente chiamato centrosinistra, neanche una riserva indiana socialista può essere tollerata. Ed oggi fa ridere quando, con molta prosopopea, si afferma che i socialisti correranno soli, nascondendo a loro stessi che questo correre verso il nulla è un correre verso la dipartita e senza alcuna speranza di ritorno.

Nel centro-destra (ma può onestamente essere chiamata centrodestra un’aggregazione moderata, libertaria e riformista?), si suona tutt’altra musica. In esso, e non solo oggi, ma fin dalla nascita del polo, senza gioiosa macchina da guerra, hanno trovato spazio e omogeneità di intenti i socialisti nella loro stragrande maggioranza. Parlo soprattutto degli elettori socialisti che hanno seguito la strada tracciata da Bettino, molto distinta e distante dall’intolleranza comunista. In questa aggregazione abbiamo lavorato e mantenuto in piedi la nostra storia; in questa aggregazione abbiamo contribuito a governare Regioni, Province e Comuni; in questa aggregazione non viene respinta un’alleanza politica costruita sui valori di libertà, giustizia e buon governo; in questa aggregazione continueremo a starci senza alcun disagio.

Il Nuovo PSI di Stefano Caldoro ha saputo resistere a tutte le traversie che la vicenda politica ha riservato ai socialisti, ha saputo mantenere la dritta giusta dinanzi alle giravolte del Bobo nazionale, ha respinto le forzature del Gianni internazionale, non si è per nulla appassionato ad una Costituente di ex gruppi dirigenti che tutt’al più sono da considerare reduci e combattenti. Il Nuovo PSI ha scelto di mantenere la propria collocazione non dove lo poteva portare il cuore, ma solo dove lo ha saputo portare il cervello.

L’attuale esperienza sia di monito per tutti i socialisti di base, che debbono sapersi liberare da lacci e laccioli artatamente messi in circolo dagli interessati, ed evitino di continuare a essere prigionieri di scelte nominaliste. Basta, quindi, con divisioni costruite su assurdi steccati che si chiamano destra e sinistra, perché lo spartiacque è altro e si chiama: giustizia, libertà, tolleranza, rispetto degli avversari, in una parola riformismo.

Giovanni ALVARO

Reggio Calabria 18. 2.2008

CADE LA MASCHERA, L’ON. MANCINI APRA GLI OCCHI

(lettera aperta all’on. Giacomo Mancini)

Caro Giacometto, scusami se mi permetto d’usare questo cortese diminuitivo che è servito, in passato, a distinguerti da tuo nonno Giacomo, ch’è stato uno dei protagonisti dell’autonomismo socialista e dell’avvio della splendida stagione craxiana del riformismo socialista, anche se nell’ultima fase, forse perché ferito mortalmente dall’accanimento comunista e da quello giudiziario dispiegato nei suoi confronti, si è ‘piegato’ ai signori comunisti divenendo loro alleato.

Ma veniamo al motivo della mia lettera aperta.

A differenza di Bobo Craxi che forse troverà uno strapuntino nel PD, perché i comunisti, pur lavorando a distruggere i socialisti, badano sempre ad arruolare ‘cognomi’ che fanno ancora fremere i cuori socialisti, tu sarai forse condannato al ruolo di cavaliere errante. Ma anche tu hai un cognome pesante, soprattutto in Calabria, ed è molto triste leggere (finora senza smentita) quel che scrivono alcuni giornali sul tuo bussare alle porte, sia a sinistra che a destra.

Io non ci credo che, a costo di ottenere anche tu uno strapuntino, collaudo bobiano, non ti curi degli interlocutori, dei loro programmi e della loro storia. Di cosa sono e cosa fanno questi signori a partire dall’americano Walter. Credo al contrario che dopo il vergognoso atteggiamento di Walter Veltroni e dopo la sua sentenza: ‘non si può fare’, sia scattata in te una fase di riflessione e di ripensamento delle certezze coltivate fino a ieri.

Se ciò non fosse vero, mi dispiacerebbe enormemente. E’ una fase che attraversa tutte le menti pensanti. Voglio, infatti, riferirtene solo una, quella dell’on. Mauro Del Bue (Costituente come te, ma proveniente da una mini scissione del mio Partito, il Nuovo PSI ). Egli amaramente scrive: “Perché Veltroni preferisce Di Pietro ai socialisti e ai radicali?” e si risponde: “Perché Di Pietro è il partito delle manette e dell’antipolitica. Allearlo è utile. Non si sa mai. Meglio non rischiare di averlo contro in campagna elettorale, lui e Grillo. E poi da tangentopoli in avanti i Ds non sono mai stati dalla parte del garantismo. Coerenza, dunque, unita a paura. Il programma non c’entra nulla. Fra l’altro in nessun incontro con Veltroni se n’è discusso. E lui steso ha ammesso che verrà presentato sabato. Davvero stupendo”. Mauro Del Bue, purtroppo, non ha ancora voluto trarne le conclusioni, fallo almeno tu.

Si, fallo almeno tu, perché la Calabria ha bisogno di riformismo, e tu saresti necessario per aiutare a ricostruire le fila e poter guardare con più speranza in avanti. Noi lo stiamo facendo ma apprezzeremmo molto, e insieme a noi le stesse popolazioni calabresi, se lo facessi anche tu. Ci vuole certo coraggio, ma in politica è necessario ed è prerogativa delle menti forti: fai, quindi, la tua scelta. Non avremmo alcuna riserva a proporti come candidato a Governatore della nostra Regione, anch’essa pronta alla dipartita, perché sarebbe assurdo, dopo quanto è avvenuto, tenerla ancora in vita sia pure per qualche settimana.

Giovane on. Giacomo Mancini, non perdere tempo, noi e i compagni del Nuovo PSI, ti aspettiamo.

Adolfo Collice
Segretario Regionale e Vice Segretario Nazionale del Nuovo PSI

Cosenza, 15.2.2008

BERLUSCONI, FORSE, SI E’ INFILATO IN UNA TRAPPOLA

C’è qualcosa che non va nell’attuale vicenda politica. Si ha, infatti, l’impressione che si sia avviato un percorso che, pur utilizzando oggi il sistema di voto chiamato porcellum, si è deciso di affrontare con un meccanismo previsto dall’ipotesi referendaria o dal cosiddetto Vassallum. In parole povere sembra che si voglia ottenere il premio di maggioranza, che l’attuale legge riserva alla coalizione più votata, direttamente alla lista più votata.

Nulla di scandaloso se veramente fosse una sfida tra gentiluomini. Ma ci permettiamo di avanzare qualche dubbio in proposito che intendiamo analizzare concretamente.

Walter Veltroni sceglie di andare da solo perché, cosciente dell’impossibilità di vincere la sfida, tenta di ottenere due risultati. Da una parte, quello d’uscire a testa alta dal confronto, e dall’altra, quello di mantenere sulla scheda le identità di tutti gli alleati che così possono impegnarsi a difendere il proprio patrimonio elettorale: una specie di operazione ‘fidelizzazione’ da poter utilizzare pienamente il prossimo anno dopo la riforma elettorale o dopo i referendum, e quando, comunque, pur di cacciare l’odiato cavaliere nero nessuno degli alleati del centrosinistra andrà troppo per il sottile nel ricreare l’alleanza così sdegnosamente rifiutata oggi. A sinistra, quindi, non c’è oggi alcuna lista unica come vorrebbe farci credere il signor Veltroni, ma un presentarsi con le singole identità nel tentativo di mantenere intatte le proprie legioni.

La scelta di Silvio Berlusconi di anticipare la lista unica di un anno rischia, invece, di provocare un consistente salasso nell’elettorato moderato e riformista per l’oggettiva assenza identitaria sulle schede elettorali (operazione realizzata solo nel centrodestra). Ciò, seppur oggi non provocherà la sconfitta dell’alleanza, è destinato a creare le basi per la sconfitta in un domani abbastanza ravvicinato. Il salasso di oggi rischia di non essere riassorbito domani. La disaffezione del proprio elettorato può diventare drammatica quando si dovrà votare con una legge riformata, dal Parlamento o dai cittadini, e il premio di maggioranza andrà alla lista più votata.

Chiaramente, fra un anno o si avrà una nuova legge, o si andrà ai referendum. Nell’un caso e nell’altro si dovrà andare ad un nuovo scioglimento delle Camere, perché si avrà una situazione paradossale non certamente sostenibile, che è quella di un Parlamento eletto col ‘porcellum’ che come legge vigente sarà letteralmente cancellata dal Parlamento, o dal voto dai cittadini.

Ed allora, a che serve vincere oggi e creare le basi per perdere a distanza di un anno? E’ chiaro che non serve a niente. Ed allora perché rischiare, quando la vittoria è a portata di mano? Si ha l’impressione, purtroppo, che si sia finiti in una trappola senza uscita di sicurezza. Una riflessione di qualche giorno non guasterebbe dato che questa coalizione dovrebbe voler vincere e voler governare veramente per il tempo necessario a curare i guasti causati dall’armata Brancaleone ed avviare quel risanamento che contrasti il rischio di declino dell’Italia.

Il Nuovo PSI di Stefano Caldoro, per le scelte di campo fatte senza alcun tentennamento contro gli scissionisti dell’altroieri (Bobo) e quelli di ieri (GDM), è fermo nell’alleanza guidata da Silvio Berlusconi e ne accetta chiaramente le scelte operative. I dubbi espressi sono solo elementi di riflessione che si vogliono semplicemente sottoporre a valutazioni più approfondite.

Giovanni ALVARO

Reggio Calabria 11.12.2008

Apc-ELEZIONI/ CALDORO: DA VELTRONI LA LEGGEREZZA DELL’ESTETICA

Diversa è vita quotidiana, anche lavorare per far rialzare Italia

Roma, 10 feb. (Apcom) – “Il discorso di Veltroni è ben costruito e ben letto, ma esprime la leggerezza dell’estetica”. Lo ha dichiarato Stefano Caldoro, segretario nazionale del nuovo psi, commentando le parole del leader del Pd da Spello. “Cosa diversa – aggiunge – è la vita quotidiana, fatta di lavoro, di difficoltà economiche, di sacrificio. Cosa diversa – osserva ancora Caldoro – sarà rimboccarsi le maniche ed affrontare i tanti problemi da risolvere per far rialzare l’Italia e soprattutto il morale degli italiani, dopo gli ultimi due anni di politica inconcludente e rissosa del governo Prodi, voluto anche dallo stesso Veltroni”.

Ora, e solo ora!

Alle prossime elezioni andremo finalmente e per fortuna da soli.
Il nostro partito sarà presente, da solo, con un nostro candidato Premier.
Avremo il contrassegno su tutte le schede per le elezioni alla Camera ed al Senato.
Forse non è stata una scelta, ma una necessità. Benvenuto a questo destino!
Ora, e solo ora, tutte le critiche, tutte le perplessità, tutti i disagi, tutte le scuse
cadono di fronte alla responsabilità di essere coerenti con se stessi e con una
idea.
Non saremo con Veltroni ed il Partito Democratico. Non saremo con Berlusconi
e l’ex Casa delle Libertà.
Saremo soli con noi stessi con il nostro simbolo con la nostra storia, con la nostra
scuola, con la nostra coscienza.
Quante volte abbiamo, tutti, da destra e sinistra, invocato l’identità socialista,
l’autonomia di appartenenza, l’orgoglio di essere ne comunisti, ne democristiani?
Ora abbiamo la possibilità di dimostrarlo!
Dovremo superare il 4% alla Camera e l’8% nei collegi al Senato.
Velleitario? No, non è impossibile e vi spiego il perché:
Quello che accomuna tutti i socialisti italiani, dispersi nelle più disparate collocazioni,
è il desiderio di essere autonomi ed indipendenti. Questo è il denominatore
comune dell’unità, della convergenza e, oserei dire, della passione e
dell’entusiasmo. E’ questa condizione che trova unanime consenso e che provoca
il miracolo della condivisione universale. Sembrava un’utopia ora è una realtà.
Ora i voti di tutti i socialisti perduti possono ritrovare la loro casa.
Non ci sono più scuse, cadono, di fronte a questa sfida, le critiche, anche mie,
sulla mancanza di coraggio, di osare, di protagonismo, di presenza.
Andando da soli saremo gli unici a rappresentare politicamente e graficamente i
socialisti italiani senza vincoli di appartenenza o di soggezione Nessun altro simbolo
socialista concorrerà sulle schede a creare confusione e distrazione.
Avremo anche un’altra esclusiva:
Saremo in Italia i soli a garantire l’aggancio con il socialismo europeo!
Abbiamo bisogno di molte cose: di un gruppo dirigente rinnovato e motivato, di
proposte aggiornate, di linguaggi moderni, ma soprattutto abbiamo bisogno di
energie che si producono dall’entusiasmo e dalla passione.
Entusiasmo e passione sono quel potente motore invisibile che muove le masse,
che avvia i processi di trasformazione e di cambiamento, che segna il passaggio
di epoche e di stagioni.
Oggi, questo motore, può essere acceso perchè solo ora abbiamo ripreso la dignità
della nostra idea e della nostra storia.
I giorni di campagna elettorale saranno pochi e affollati da mega propagande e
dal protagonismo bipolare. Nessuno di questi colossi di carta, però, porta con se
successi e risultati. Tutti loro escono da sconfitte e ripropongono gli stessi schemi
con tentativi di nascondere i difetti congeniti usando protesi posticce o cosmetici
di bassa qualità
Anche per questo c’è spazio per noi. C’è ampio spazio.
Abbiamo alleati una grande forza ed un privilegio:
Essere socialisti. Solamente ed unicamente socialisti.
Mi sento di riproporvi uno slogan del passato quanto mai attuale:
SOCIALISTI PERCHẾ EUROPEI.

Sergio Verrecchia

CDL: G.FERRARA, SARA’ LISTA BERLUSCONI-FINI, APPOGGIO LEGA

(ANSA) – ROMA, 7 FEB – Silvio berlusconi e Gianfranco Fini da soli alle elezioni con l’appoggio esterno della Lega di Bossi: e’ quanto risulta a Giuliano Ferrara che, introducendo la puntata di Otto e Mezzo di questa sera, ha sottolineato la possibilita’ che Silvio berlusconi, leader di Forza Italia, vada da solo alle elezioni politiche del 13 e 14 aprile insieme a Gianfranco Fini, leader di Alleanza nazionale, sotto il simbolo del Partito del Popolo della Liberta’, (lanciato il 18 novembre scorso a Milano con la cosidetta svolta del predellino), e con l’appoggio della Lega di Umberto Bossi. Paolo Mieli, direttore del Corriere della Sera e ospite della puntata, ha affermato che la notizia era giunta anche a lui. E’ quanto riferisce una nota della trasmissione de La7.(ANSA).