PDL: LISTE; ECCO I CAPILISTA E LE ‘TESTE DI LISTA’

(ANSA) – ROMA, 9 MAR – Michela Vittoria Brambilla ‘testa di lista’ in Emilia Romagna alla Camera (ovvero prima alle spalle di Silvio berlusconi e Gianfranco Fini, che sono in tutte le regioni i numeri 1 e 2 per Montecitorio) e stessa posizione per Mara Carfagna in ‘Campania2′, mentre Franco Frattini e’ ‘testa di lista’ in Friuli e Lamberto Dini solo terzo al Senato (nel Lazio) alle spalle di Marcello Pera e di Maurizio Gasparri. Sono alcuni dei nomi che compaiono nella lista definitiva delle candidature chiuse in serata a via dell’Umilta’ e diffuse da fonti di Forza Italia.
Fra le teste di serie, compaiono Maurizio Scelli, ‘testa di lista’ in Abruzzo alla Camera; Domenico Viceconte, capolista al Senato in Basilicata; Stefano Caldoro e Alessandra Mussolini, rispettivamente numeri 3 e 4 in Campania; Carlo Giovanardi, capolista in Senato in Emilia Romagna.
Fabrizio Cicchitto, numero 4 dopo Gianni Alemanno (An) in ‘Lazio 1’; mentre nel ‘Lazio 2’ il ‘testa di lista’ e’ l’azzurro Rocco Crimi e al numero 4 compare Giorgia Meloni (An).(SEGUE

Noi sempre coerenti, Boselli invece un’opportunista

Da sempre ci siamo battuti per mantenere alta l’identità e l’autonomia, ricercando in più occasioni la possibilità di una ricomposizione di tutte le anime della diaspora Socialista.
In tutte le occasioni Boselli ha preferito nascondersi sotto altre sigle propendendo per scelte opportunistiche.
Adesso, viceversa, in un quadro politico completamente nuovo, è stato obbligato a fare una battaglia di rappresentanza che lo porterà all’estinzione.
Il Nuovo PSI ha scelto di continuare ad esistere partecipando al progetto della coalizione che vede il PDL protagonista.
Eleggere una rappresentanza parlamentare per continuare a tenere alti gli ideali riformisti
Questo è quello che i Parlamentari Socialisti continueranno a fare una volta eletti.
Saranno i continuatori degli ideali di Craxi e rappresenteranno orgogliosamente tutti i Socialisti dichiarandosi disponibili a rappresentare anche le istanze di coloro i quali non saranno presenti in Parlamento

PDL: SPEDALE (NPSI), BERLUSCONI PUO’ CONTARE SUI SOCIALISTI

(ANSA) – ROMA, 5 MAR – ‘L’identita’ e l’autonomia sono cio’ che ognuno di noi riesce a mantenere della propria storia. Non e’ solo una rappresentazione della simbologia ma uno stato d’animo’. Lo sottolinea Franco Spedale, vicesegretario nazionale del nuovo psi.
‘I Socialisti del nuovo psi sono pronti – sottolinea – ad affrontare questa nuova battaglia, anche partecipando al progetto del Pdl, come ha sottolineato il Presidente berlusconi in una condizione di pari dignita’, pronti a dare il proprio contributo per un Paese migliore, piu’ nuovo, piu’ giusto. La difficile scommessa di rimettere in sesto questo Paese è di quelle che non si possono rifiutare’.
‘Cosi’ come in tutte le situazioni difficili i Socialisti sono pronti a fare la loro partita. berlusconi potra’ contare – conclude Spedale – sulla nostra presenza di qualita”.

LE SETTE ‘MISSIONI’ DEL PdL SENZA IL ‘MA ANCHE’

Dodici pagine di programma, firmate PdL; 281 pagine, a suo tempo, firmate dall’armata di Prodi. Nelle dodici pagine le ‘sette missioni’ da realizzare per far rialzare l’Italia; nelle altre il tutto e il contrario di tutto con l’obiettivo di mettere d’accordo il diavolo e l’acquasanta. Se si vuole, è stata un’anticipazione del ‘non solo ma anche’ veltroniano, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: un’Italia al declino, tartassata dalla pressione fiscale, ferma nelle realizzazioni, preda delle emergenze sanità e rifiuti, senza bussola per quanto riguarda sicurezza e giustizia, ostaggio di una banda di occupatori del potere.

Quello ch’è stato fatto nei due anni passati è la logica conseguenza di un ondeggiamento continuo senza possibilità d’approdo reale. Ed è il film che l’Italia sarà costretta a rivedere qualora, per pura follia collettiva, dovesse vincere il confronto elettorale quel Veltroni del ‘si può fare’, perché pur avendo deciso di liquidare la sinistra di lotta e di governo e il verde dal sorriso ebete, ha avuto la capacità di ricostruirsi alleati antagonisti conditi dal giustizialismo dipietresco.

Alla luce dei fatti è abbastanza chiaro che le 281 pagine (che quasi nessuno ha letto), opera omnia enciclopedica, erano solo fumo negli occhi per l’opinione pubblica, ed erano dedicate solo ai singoli alleati per tenerli buoni accontentandoli tutti, non certamente per governare. L’attività del governo Prodi, infatti, si è risolta nello sfilacciare, come la tela di Penelope, quanto di buono era stato varato dal precedente governo diretto da Silvio Berlusconi. Sotto il maglio del nichilismo sono caduti, tra l’altro, la riforma della scuola, quella pur timida della giustizia, e le opere pubbliche come la Tav e il Ponte sullo Stretto. Se per costruire 36 riforme ci son voluti ben 5 anni di attività governativa, per distruggerle sono bastati poco meno di due anni, per cui i libri di storia ricorderanno il Governo Prodi come il Governo della ‘demolizione’.

Le dodici pagine delle ‘missioni’ presentate alla stampa nei giorni scorsi, anche perché poche, avranno il pregio di farsi leggere da milioni di cittadini, e sono indirizzate soprattutto ad essi, non certamente ai singoli alleati che, a differenza dell’armata prodiana, hanno in comune la stessa visione della realtà e gli stessi obiettivi da realizzare. Ci sono, naturalmente sensibilità diverse sui singoli argomenti, ma il sottofondo su cui si reggono coglie in pieno sia il comune denominatore degli alleati che, per quanto ci riguarda, le sensibilità del Nuovo PSI di Stefano Caldoro che sono indirizzate, da tempo, verso una politica riformista capace di rimettere in carreggiata l’intero Paese.

Dodici pagine, sette ‘missioni’, programma di lunga lena per GOVERNARE veramente l’Italia. La concretezza dell’essere rispetto all’evanescenza dell’apparire. E’ per questo che abbiamo scelto di stare nel fronte moderato. Per questo continueremo, senza alcun disagio, a stare con gli attuali alleati. Il resto è chiacchiera da bar Sport. I socialisti di Stefano Caldoro lasciano ad altri le distinzioni accademiche tra destra e sinistra, e lavoreranno per il rilancio dello sviluppo, il sostegno alle famiglie, la sicurezza e la giustizia giusta per i cittadini, i servizi moderni superando le emergenze sanità e rifiuti, una nuova attenzione per il Mezzogiorno e il federalismo solidale che non sarà divisione.

Per questo gli elettori socialisti e i dirigenti di base del Partito vogliono che il Nuovo PSI sia schierato così come deciso dal Congresso e, contemporaneamente, sia adeguatamente rappresentato in Parlamento.

Giovanni ALVARO

Reggio Calabria 03.03.2008

SONDAGGI: IPR; PDL STATICO, MA PD RESTA INDIETRO …+RPT+

(RIPETIZIONE CORRETTA ALL’ULTIMA RIGA) (ANSA) – ROMA, 3 MAR – La coalizione di berlusconi e’ in un momento di stasi, mentre quella di Veltroni e’ in crescita, rimanendo pero’ staccata di 7 punti. E’ quanto emerge dal sondaggio che l’Istituto IPR Marketing, diretto da Antonio Noto, ha effettuato il 28-29 febbraio per conto di Repubblica.it (intervistando, con il sistema telefonico Cati un campione di 2.000 soggetti – rappresentativo per eta’, sesso ed area di residenza della popolazione maggiorenne residente in Italia) analizzando le intenzioni di voto alla Camera.
In questa occasione, oltre l’analisi sulle intenzioni di voto, il sondaggio ha misurato anche il potenziale elettorale massimo, cioe’ l’indice di probabilita’ di crescita che ciascun partito potra’ avere se tutti coloro i quali che oggi sono indecisi ed al contempo dichiarano di prendere in considerazione il voto ad un partito, il 13 aprile voteranno effettivamente quello stesso partito oggi preso in considerazione.
La distanza tra le coalizioni di Veltroni e berlusconi rimane significativa, tuttavia si conferma la tendenza di crescita della coalizione guidata dal leader democratico.
Questi i risultati attuali e potenziali per i diversi schieramenti e candidati premier, tenendo conto che 1,6% va ad altri partiti mentre gli indecisi sono il 20%.
PD (VELTRONI).
Al momento il Pd (con i Radicali) e’ al 32%, mentre l’Italia dei Valori arriva al 4%: in totale arriva quindi al 36%.
Per il Partito Democratico, il potenziale elettorale massimo attuale arriva al 37%, mentre l’Idv puo’ salire fino al 6%. In totale la potenzialita’ arriva al 43%: ‘E’ da notare quindi – rileva l’Ipr – che se il Pd riuscisse a raccogliere tutto il proprio potenziale (il 5%), bloccando la coalizione del Pdl agli attuali livelli di consenso, si potrebbe arrivare effettivamente ad un pareggio’.
PDL (berlusconi).
Ora il Popolo della Liberta’ e’ al 38%, mentre la Lega Nord si attesta al 4,5% e il Mpa allo 0,5%: in totale e’ quindi al 43%, ‘a conferma di un momento di stasi della coalizione guidata da berlusconi’.
E’ da considerare, pero’, che il potenziale massimo per il Pdl arriva fino al 43%, mentre i leghisti possono contare su un obiettivo del 6% e il Mpa all’1%. Il potenziale massimo della coalizione e’ quindi del 50%.
UDC (CASINI).
L’Udc, dopo l’accordo definito con la formazione della Rosa Bianca, si trova al 7%.
Il massimo elettorale per la coalizione centrista guidata da Pier Ferdinando Casini e’ calcolato al 12%.
UDEUR (MASTELLA).
L’Udeur si trova allo 0,3%.
La sua potenzialita’ massima e’ l’1%.
SINISTRA ARCOBALENO (BERTINOTTI).
La Sinistra Arcobaleno subisce un lieve flessione, che fa scendere la formazione guidata da Fausto Bertinotti al 7,5%.
Per l’Ipr ha pero’ una possibilita’ di crescita molto forte, che potrebbe portarli sostanzialmente a raddoppiare i propri consensi (14%).
SINISTRA CRITICA (D’ANGELI).
La formazione di Cannavo’ e Turigliatto che ha presentato come candidata premier Flavia D’Angeli e’ accreditata dello 0,1%.
Per l’Ipr il massimo cui puo’ arrivare e’ lo 0,2%.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI (FERRANDO).
Il movimento di Marco Ferrando e’ allo 0,5%.
Il potenziale massimo e’ l’1%.
PARTITO SOCIALISTA (BOSELLI).
I socialisti sono accreditati dell’1,5%.
Secondo l’Ipr, pero’, il suo potenziale puo’ farli salire fino al 5%.
LA DESTRA-FIAMMA TRICOLORE (SANTANCHE’).
Il partito guidato da Francesco Storace al momento puo’ contare su un 2,5%.
L’Ipr gli assegna un potenziale del 5%.
(ANSA).

Almeno tentiamo !

  

Non vi è dubbio che il rimaneggiamento del sistema politico successivo alla prematura, anche se auspicata dipartita del governo Prodi, ci ha colto impreparati nella organizzazione capillare sul territorio e nella visibilità che contavamo di costruirci e consolidare attraverso tornate elettorali locali, provinciali e regionali,  ed acquisire maggior peso e valore nazionale.

Dobbiamo purtroppo prendere atto che nell’opinione comune, per la gente, per i media, quando si parla di socialisti, si fa unico riferimento allo SDI di Boselli e solo ad esso, perché come era prevedibile, De Michelis e Del Bue, hanno raggiunto la pace dei sensi trascinando nell’oblio del nulla tutti quei compagni del vecchio/Nuovo Psi che ritenevano di manipolare e plasmare a loro piacimento questa sinistra catto-comunista.

E’ ormai chiaro sia in atto un preciso obbiettivo, questa volta politico dopo quello giudiziario, di cancellare una volta per tutte, la storia socialista.

E noi che facciamo ? Saremmo indotti a pensare che così come siamo combinati, tutto sommato non ci resta altra strada se non quella di aggregarci alla lista del PdL senza simbolo, per avere almeno una piccola visibilità parlamentare, un baluardo, una piccola speranza. Il ché, sarebbe già tanto in questa situazione ma forse non ci basta.

Bisognerebbe almeno fare uno sforzo per far capire al PdL o Berlusconi che sia, che può risultare un grave errore non avere il nostro simbolo sulla scheda elettorale poiché lasceremmo orfano quel, anche se pur piccolo elettorato socialista che potrebbe essere indotto a rifugiarsi nell’unico simbolo socialista presente sulla scheda. Simbolo socialista che, snobbato e cacciato da Veltroni, può assumere, in campagna elettorale, il ruolo di unico rappresentante dei valori, della dignità e dell’autonomia del popolo socialista.

 Senza il simbolo del N.PSI  ad una consultazione politico nazionale come faremo poi a sostenere ragionevolmente che il partito esisterà  ancora  e che continuerà il percorso di affermazione dei valori del socialismo liberale e riformista?

Almeno tentiamo !

 

Bruno Rubes – Segretario Provinciale Monza e Brianza    

L’uscita dell’UDC di Casini dal Popolo della Libertà ha determinato uno squilibrio nella coalizione. Molti commentatori politici, anche autorevoli, hanno messo in evidenza come il baricentro dello schieramento che ha come leader Berlusconi si sia spostato troppo a destra. Un grave errore politico prendere le distanze dal centro! Infatti non va dimenticato, e questo sembra che Veltroni l’abbia capito bene, che le elezioni si vincono o si perdono a seconda di quanto si è capaci di conquistare l’elettorato di centro, che tradizionalmente è il più mobile.
Di qui il ruolo importante e insostituibile del Nuovo PSI nella coalizione per riportare al centro l’equilibrio interno. Un partito di sinistra, modernizzatore e riformista, per di più ben strutturato sul territorio e affidabile alleato: cosa Berlusconi potrebbe chiedere di più ad un partito? Perciò lasciamo pure che ci chiamino cespugli, ma questi cespugli il Popolo della Libertà è bene che non li trascuri, anzi è opportuno che li innaffi con cura tutti i giorni, perché potrebbero essere proprio i cespugli a fare la differenza.

Giovanni Bertoldi
Segretario Regionale Emilia Romagna

PRIMA L’INTERESSE GENERALE, E POI QUELLO PERSONALE

C’è una regola d’oro che va sempre tenuta presente soprattutto in politica. L’interesse generale deve sempre prevalere su quello individuale e personale, per evitare di compromettere percorsi e sbocchi politici, che oggi nel Paese sono più che necessari, estremamente vitali, anche alla luce dei disastri causati dal Governo Prodi.

Ci si riferisce soprattutto alla vicenda, finalmente conclusa positivamente, dell’accordo tra PdL ed Mpa di Raffaele Lombardo. Anche i commentatori meno perspicaci capivano che da detto accordo dipendeva la certezza della vittoria del fronte moderato sia a livello nazionale che nella stessa Regione Sicilia. L’accordo è tanto più importante perché coinvolge l’UDC dell’on. Cuffaro. Sarebbe stato un disastro far saltare l’accordo: la posta in gioco era ed è così grande da non consentire ipotesi nichiliste, e Berlusconi da grande animale politico quale si sta dimostrando non lo ha consentito.

Che l’on. Miccichè si sentisse unto dal Signore e fosse convinto della necessità della propria missione “perché al Governo centrale ha già dato” e intendesse adesso ‘dare’ alla Sicilia è certamente lodevole, ma questo atteggiamento peccava di chiara presunzione perché era un ragionamento fatto senza tenere in alcun conto le variabili presenti e le ricadute sul quadro politico nazionale, e perché aveva tutto il sapore di una aspirazione personale, legittima quanto si vuole ma certamente non indispensabile, o addirittura fosse un atteggiamento frutto di un rapporto personale molto logorato con dirigenti di alcune forze politiche siciliane.

Qualunque fosse la motivazione non era accettabile una rottura che sarebbe stata, per le conseguenti implicazioni, masochista. Oggi il fronte moderato e riformista non poteva permettersi questo lusso. Non basta, infatti, vincere a Roma, ma è importante vincere anche a Palermo. E a Palermo non si poteva vincere se fosse continuato il balletto dei candidati Presidenti che rimbalzavano da Lombardo a Miccichè, alla Prestigiacomo in un girotondo negativo perché realizzato in forte contrapposizione, nel mentre la sinistra, impegnata su due candidature (Finocchiaro e Borsellino), le ha affrontate in un clima di concordia e di alleanza che gioca positivamente nell’opinione pubblica. Vincere a Palermo, tra l’altro, significa poter avere, tra potere centrale e quello periferico, una omogenea visione dei problemi del Sud, e significa poter operare congiuntamente, senza atteggiamenti ostruzionistici, su quanto di meglio si può realizzare al Sud, a partire dall’importante opera rappresentata dal Ponte sullo Stretto.

Chiusa la vicenda dell’Mpa, ora vanno velocemente chiusi gli altri problemi ancora aperti, come quelli del Nuovo PSI di Stefano Caldoro, del PRI di Nucara, e di altri minori, il cui peso elettorale non è certamente determinante per la vittoria finale (ma non si sa mai: il 2006 con lo scarto di 24.000 voti brucia ancora), ma è importante sul piano politico, anche alla luce del tentativo di presentare l’alleanza costruita da Berlusconi troppo sbilanciata a destra, dopo l’abbandono dell’ex coccolato ‘centrista’ Pier Ferdinando Casini.

Il Nuovo PSI, porta in dote oltre mezzo milione di voti (il grosso dei quali sopratutto al Sud) e un gruppo dirigente, al Sud come al Nord, non presuntuoso ma lucido, politicamente adeguato e intellettualmente attrezzato. Porta, e questa è la dote più importante, lealtà e fedeltà ad un percorso costruito, all’indomani della falsa rivoluzione giudiziaria, per ripristinare uno stato di diritto lacerato da falsi profeti, e ridare al Paese quel buon governo di cui ha bisogno. Sul suo altare ha subìto alcune strumentali scissioni, ma non ha buttato la spugna. Senza velleitarismo alcuno, chiede però un riconoscimento adeguato.

Giovanni ALVARO

Reggio Calabria 24.02.2008

ELEZIONI: CALDORO, RADICALI COME CGIL CISL UIL =

(ASCA) – Roma, 21 feb – ‘La trattativa intercorsa tra Pd e Radicali ha ricordato le lunghe trattative sindacali per la firma dei contratti, fatte di un passo avanti e uno indietro e di lunghe notti di mediazioni’. Questo il commento del segretario nazionale del nuovo psi Stefano Caldoro in merito all’ingresso dei Radicali nel Partito di Veltroni. ‘I Radicali di Pannella e Bonino – a parere di Caldoro – meriterebbero di essere al fianco dei confederali, da loro tanto vituperati. Per come hanno difeso le proprie truppe e la loro casa, hanno fatto meglio di Cgil, Cisl e Uil’.

Iuretig: il Nuovo PSI non fa parte della costituente

POLEMICA CON IL PS
Iuretig: «Il Nuovo Psi resta a centrodestra»
Non è vero che il nascente Partito Socialista ha riunito tutte le anime del socialismo, protesta Lauretta Iuretig, segretario regionale del Nuovo Psi. Un partito che, spiega la Iuretig, «ha mantenuto la sua posizione nel centrodestra ed è rappresenta¬to qui in regione da un neo-costituito quadro dirigenziale». La Iuretig dice di aver scelto questa collocazione politica «per coerenza, perché convinta che la posizione della Costituente sia perdente in quanto collocata nell’area dei conservatori e non in quella dei riformisti. Il Nuovo Psi si riconosce «nel modello socialista liberale e riformista che ha trovato in Betti-no Craxi la sua massima espressione». Il segretario si scaglia contro chi «veicola deliberatamente l’idea che sia il Nuovo Psi e non solo alcuni dirigenti ad avere dirottato a sinistra».

ELEZIONI:SICILIA;INTESA PDL-MPA CON INCOGNITA MICCICHE’/ANSA

ELECTION DAY 13-14/4;SI’berlusconi A LOMBARDO;CUFFARO,UDC CI STA (di Alfredo Pecoraro) (ANSA) – PALERMO, 19 FEB – Al Nord il patto di ferro con Bossi, al Sud e nelle isole l’accordo con il Movimento per l’autonomia che si presentera’ con il simbolo apparentato al Pdl. Non solo, il leader Raffaele Lombardo sara’ sostenuto dal Cavaliere anche nella corsa alla presidenza della Regione Sicilia. Dopo una lunga trattativa l’intesa tra Pdl e autonomisti dunque e’ stata raggiunta, anche se manca qualche dettaglio come conferma Lombardo, ma soprattutto bisogna ancora vedere cosa fara’ Gianfranco Micciche’, che non sembra voler ritirare la propria candidatura alla Regione, forte del consenso che gli aveva dato Fi nelle scorse settimane.
Sono molti i tasselli che berlusconi e Lombardo hanno dovuto incastrare per comporre il puzzle di un’alleanza politica che, oltre alle normali garanzie sulla composizione delle liste e sui simboli, deve tener conto di una variabile di peso: lo scontro tra Gianfranco Micciche’ e Salvatore Cuffaro.
L’intesa tra Pdl e Mpa e’ arrivata a conclusione di due ore di faccia a faccia con berlusconi a Palazzo Grazioli, dove Lombardo si e’ presentato con il leghista Roberto Calderoli, in nome dell’alleanza elettorale delle politiche 2006. Prima di mettere il sigillo al ‘matrimonio’ Pdl e Mpa approfondiranno il tema della presentazione del simbolo nel Mezzogiorno.
‘Stabiliremo i contenuti comuni di questa presenza con quella della Lega Nord e insieme – spiega il leader del Mpa – potremo organizzare un programma che potrebbe diventare parte di un programma di governo che punti sullo sviluppo del Sud, su un piano straordinario per le infrastrutture e su una fiscalita’ speciale’.
L’abbraccio con berlusconi riguarda anche le regionali nell’isola. ‘Il Pdl – annuncia Lombardo – mi ha rivolto l’invito a candidarmi anche a nome loro, non solo del Mpa.
Invito che ho gradito ma al quale non ho risposto perche’ c’e’ ancora un problema di alleanze e di programma’. Il problema principale si chiama Salvatore Cuffaro, l’ex governatore, che oggi ha ribadito il suo ‘rapporto indissolubile’ con il leader del Mpa.
Diverso l’approccio di Pier Ferdinando Casini che, a margine del ricevimento dell’ambasciata italiana presso la Santa Sede per l’anniversario dei Patti Lateranensi, ha detto ai giornalisti: ‘Ma secondo voi io affido il mio futuro politico a Lombardo? L’Udc, nelle giunte locali, resta dov’e’, ma certamente non con i vincoli di prima’. Ma Cuffaro, che ha sempre dialogato con berlusconi, va avanti a fianco del suo fedelissimo: ‘Lombardo e’ il nostro candidato – dice – se tutto il centrodestra vuole fare una battaglia per vincere non puo’ che stare con lui’.
Lo stesso Lombardo assicura di continuare a lavorare ‘perche’ si arrivi a una candidatura unica e forse io posso essere colui che e’ capace di fare la sintesi’. Un messaggio rivolto a Micciche’ che ha parlato al telefono con berlusconi dopo la riunione che il Cavaliere ha avuto con il leader autonomista.
L’ex ministro al momento tiene duro: ‘Io ormai ho a cuore solo le sorti della Sicilia, al governo di Roma ho gia’ dato”, scrive sul suo blog e accenna a ‘progetti di rivoluzione’ che ‘vanno costruiti, con calma e forte determinazione’. La rivoluzione potrebbe sfociare in una lista che l’ex ministro avrebbe in mente di presentare, sfidando la sua ex Cdl. Cuffaro pero’ non demorde e di Micciche’ dice che ‘e’ inadeguato a governare una regione difficile come la Sicilia’, mentre giudica ‘di qualita” la candidatura di Anna Finocchiaro per il centrosinistra.
La prova del nove la daranno le urne. Anche in Sicilia ci sara’ l’election day. Come in altre regioni, i siciliani andranno al voto il 13 e il 14 aprile.(ANSA).

ODIANO TANTO I SOCIALISTI DA RIFIUTARLI ANCHE COME SERVI SCIOCCHI

Siamo alle ultime battute per definire le alleanze, le convergenze e le eutanasie regolarmente programmate a tavolino. Perché proprio di questo si tratta. Veltroni esce allo scoperto e decreta, col suo ‘non si può fare’ lo stacco della spina che, fin’oggi ha tenuto in vita i socialisti di Boselli, GDM e Bobino Craxi. A nulla son valsi meriti quadrilustri, a nulla l’essere stati più prodiani di Prodi , a nulla, proprio a nulla, l’essere stati servitori fedeli: quando bisogna attuare l’eutanasia non c’è riconoscenza che tenga, essa va prontamente realizzata, e Walter Veltroni non si tira indietro.

Potremmo chiudere la riflessione con un semplice ben gli sta, ma non intendiamo infierire maramaldamente, così come hanno già fatto gli ex comunisti che oltre al danno hanno voluto infiocchettare il tutto con la beffa. Fuori gli ultimi socialisti che credevano (?!?) alla bontà di una sinistra egemonizzata dai comunisti, e dentro, ma guarda un pò, tale Antonio Di Pietro ch’è il peggio del giustizialismo attualmente in circolazione. Infatti quando parla di Bettino Craxi continua vergognosamente a parlare di un latitante dimenticando (ma non è colpa sua) quanti patrioti hanno dovuto salvarsi per evitare prigione e ‘suicidi’ vari nella storia del nostro Paese.

Questo è il quadro a sinistra (???) dove albergano oltre ai giustizialisti, i poteri forti dei media, del padronato, della finanza e degli stessi servizi (a proposito l’ex Superprefetto di Reggio Calabria, attualmente Vice capo della Polizia, Luigi De Sena sarà capolista al Senato per gli ex in Calabria). In questo territorio, impropriamente chiamato centrosinistra, neanche una riserva indiana socialista può essere tollerata. Ed oggi fa ridere quando, con molta prosopopea, si afferma che i socialisti correranno soli, nascondendo a loro stessi che questo correre verso il nulla è un correre verso la dipartita e senza alcuna speranza di ritorno.

Nel centro-destra (ma può onestamente essere chiamata centrodestra un’aggregazione moderata, libertaria e riformista?), si suona tutt’altra musica. In esso, e non solo oggi, ma fin dalla nascita del polo, senza gioiosa macchina da guerra, hanno trovato spazio e omogeneità di intenti i socialisti nella loro stragrande maggioranza. Parlo soprattutto degli elettori socialisti che hanno seguito la strada tracciata da Bettino, molto distinta e distante dall’intolleranza comunista. In questa aggregazione abbiamo lavorato e mantenuto in piedi la nostra storia; in questa aggregazione abbiamo contribuito a governare Regioni, Province e Comuni; in questa aggregazione non viene respinta un’alleanza politica costruita sui valori di libertà, giustizia e buon governo; in questa aggregazione continueremo a starci senza alcun disagio.

Il Nuovo PSI di Stefano Caldoro ha saputo resistere a tutte le traversie che la vicenda politica ha riservato ai socialisti, ha saputo mantenere la dritta giusta dinanzi alle giravolte del Bobo nazionale, ha respinto le forzature del Gianni internazionale, non si è per nulla appassionato ad una Costituente di ex gruppi dirigenti che tutt’al più sono da considerare reduci e combattenti. Il Nuovo PSI ha scelto di mantenere la propria collocazione non dove lo poteva portare il cuore, ma solo dove lo ha saputo portare il cervello.

L’attuale esperienza sia di monito per tutti i socialisti di base, che debbono sapersi liberare da lacci e laccioli artatamente messi in circolo dagli interessati, ed evitino di continuare a essere prigionieri di scelte nominaliste. Basta, quindi, con divisioni costruite su assurdi steccati che si chiamano destra e sinistra, perché lo spartiacque è altro e si chiama: giustizia, libertà, tolleranza, rispetto degli avversari, in una parola riformismo.

Giovanni ALVARO

Reggio Calabria 18. 2.2008

CADE LA MASCHERA, L’ON. MANCINI APRA GLI OCCHI

(lettera aperta all’on. Giacomo Mancini)

Caro Giacometto, scusami se mi permetto d’usare questo cortese diminuitivo che è servito, in passato, a distinguerti da tuo nonno Giacomo, ch’è stato uno dei protagonisti dell’autonomismo socialista e dell’avvio della splendida stagione craxiana del riformismo socialista, anche se nell’ultima fase, forse perché ferito mortalmente dall’accanimento comunista e da quello giudiziario dispiegato nei suoi confronti, si è ‘piegato’ ai signori comunisti divenendo loro alleato.

Ma veniamo al motivo della mia lettera aperta.

A differenza di Bobo Craxi che forse troverà uno strapuntino nel PD, perché i comunisti, pur lavorando a distruggere i socialisti, badano sempre ad arruolare ‘cognomi’ che fanno ancora fremere i cuori socialisti, tu sarai forse condannato al ruolo di cavaliere errante. Ma anche tu hai un cognome pesante, soprattutto in Calabria, ed è molto triste leggere (finora senza smentita) quel che scrivono alcuni giornali sul tuo bussare alle porte, sia a sinistra che a destra.

Io non ci credo che, a costo di ottenere anche tu uno strapuntino, collaudo bobiano, non ti curi degli interlocutori, dei loro programmi e della loro storia. Di cosa sono e cosa fanno questi signori a partire dall’americano Walter. Credo al contrario che dopo il vergognoso atteggiamento di Walter Veltroni e dopo la sua sentenza: ‘non si può fare’, sia scattata in te una fase di riflessione e di ripensamento delle certezze coltivate fino a ieri.

Se ciò non fosse vero, mi dispiacerebbe enormemente. E’ una fase che attraversa tutte le menti pensanti. Voglio, infatti, riferirtene solo una, quella dell’on. Mauro Del Bue (Costituente come te, ma proveniente da una mini scissione del mio Partito, il Nuovo PSI ). Egli amaramente scrive: “Perché Veltroni preferisce Di Pietro ai socialisti e ai radicali?” e si risponde: “Perché Di Pietro è il partito delle manette e dell’antipolitica. Allearlo è utile. Non si sa mai. Meglio non rischiare di averlo contro in campagna elettorale, lui e Grillo. E poi da tangentopoli in avanti i Ds non sono mai stati dalla parte del garantismo. Coerenza, dunque, unita a paura. Il programma non c’entra nulla. Fra l’altro in nessun incontro con Veltroni se n’è discusso. E lui steso ha ammesso che verrà presentato sabato. Davvero stupendo”. Mauro Del Bue, purtroppo, non ha ancora voluto trarne le conclusioni, fallo almeno tu.

Si, fallo almeno tu, perché la Calabria ha bisogno di riformismo, e tu saresti necessario per aiutare a ricostruire le fila e poter guardare con più speranza in avanti. Noi lo stiamo facendo ma apprezzeremmo molto, e insieme a noi le stesse popolazioni calabresi, se lo facessi anche tu. Ci vuole certo coraggio, ma in politica è necessario ed è prerogativa delle menti forti: fai, quindi, la tua scelta. Non avremmo alcuna riserva a proporti come candidato a Governatore della nostra Regione, anch’essa pronta alla dipartita, perché sarebbe assurdo, dopo quanto è avvenuto, tenerla ancora in vita sia pure per qualche settimana.

Giovane on. Giacomo Mancini, non perdere tempo, noi e i compagni del Nuovo PSI, ti aspettiamo.

Adolfo Collice
Segretario Regionale e Vice Segretario Nazionale del Nuovo PSI

Cosenza, 15.2.2008

PD: MORONI (FI), VELTRONI CEDE A GIUSTIZIALISMO CON IDV

(ANSA) – ROMA, 13 FEB – ‘I buoni propositi di Walter Veltroni cedono il passo ad Antonio Di Pietro. Il partito democratico si allea con il simbolo della demagogia, del populismo e del giustizialismo. Una sinistra moderna ed europea non puo’ che essere garantista. Il Partito democratico fallisce, dunque, prima di iniziare’. E’ quanto sostiene Chiara moroni, vice presidente dei parlamentari di Forza Italia.
‘E’ paradossale che Veltroni apra all’ex magistrato per chiudere alla Costituente di Enrico Boselli. I socialisti come Boselli e De Michelis dovrebbero riflettere sulle evidenti difficolta’ che un progetto riformista trova in quel che resta della sinistra italiana’. ‘Ancora una volta le proposte riformiste – conclude moroni – potranno essere declinate al fianco di Silvio berlusconi e del Popolo delle Liberta”. (ANSA).

ELEZIONI:BARANI(N.PSI),PD-IDV? GIUSTIZIALISMO E CATTOCOMUNISMO =

(AGI) – Roma, 13 feb. – “La scelta di Veltroni dimostra che il Pd, che ha gia’ animato una alleanza cattocomunista, sceglie la opzione giustizialista che e’ antitetica al riformismo”. Lo dice Lucio Barani, parlamentare del nuovo psi e promotore come sindaco di Aulla negli anni Novanta della ‘dedipietrizzazione’ del suo comune.
Barani aggiunge: “Sapere che Boselli continua ad elemosinare un accordo con il Pd, anche alle luce di questa novita’, vuol dire che ha rinunciato ad ogni credibile progetto riformista”. (AGI)