AVVIAMOCI AL CONGRESSO SENZA ULTERIORI SPECULAZIONI

 

Quando leggo gli interventi di alcuni iscritti che hanno partecipato solo negli ultimi anni alle vicissitudini del nostro Partito e la cui presenza non ha fatto altro che provocare danni inenarrabili, provo un senso di sdegno che non ha parole.

Tanto più quando gli stessi, dopo aver utilizzato gli stessi sistemi che ora contestano si ergono a censori.

La cosa che fa più specie è certamente il fatto che le regole che gli stessi hanno calpestato in varie e diverse occasioni, solo perché “coperti” da un “superiore”, vengono poi così sollecitamente richiamate quando non aggradano al disegno perverso che hanno in testa.

Credo che assisteremo alla fine del Nuovo PSI, ve ne sono le premesse.

Quando si nasconde il motivo del contendere, o meglio si gioca sull’inganno politico che possono esprimere le parole, certamente si crea confusione e si fa danno.

Mi pare che molti di coloro i quali sostenevamo l’adesione alla FALSA COSTITUENTE, verificando quello che noi da tempo diciamo, e cioè che è un IMBROGLIO, accortisi fuori tempo massimo e quando già il “capo” ha fatto il passo più lungo della gamba, che quella intrapresa è una strada senza uscita, oggi usino tutte le armi, spesso non convenzionali, che possono e sono abituati a usare, pur di non addivenire ad un CONGRESSO che discutendo DEMOCRATICAMENTE, sancirà la linea Politica, la Segreteria e, senza grossi giri di parole, LA PROPRIETA’ DEL SIMBOLO.

Falsare i fatti, contestarli quando non ci aggrada, tenere alto il livello delle discussioni riprovevoli, non è fare POLITICA, ma solo prestarsi a strumentalizzazioni finalizzate a modesti interessi personali.

La discussione è avviata, le regole fissate da una commissione, mi pare vi sia anche la firma di Trillo, correttamente insediata e nominata da un Consiglio Nazionale legittimamente insediatosi con un documento, che anche le prove “televisive” lo confermano, votato all’unanimità.

Evitiamo di creare quindi ulteriori confusioni, cominciamo invece a discutere sulle diverse linee politiche tra chi vuole aderire all’IMBROGLIO della COSTITUENTE, e tra chi invece vuole riaffermare la propria IDENTITA’ E LA PROPRIA AUTONOMIA

Franco Spedale

Direzione Nazionale

Comunicato della Direzione Provinciale del Nuovo Partito Socialista di Belluno

 

La Direzione Provinciale del Nuovo Partito Socialista di Belluno,

PRESO ATTO dagli organi di informazione e dal sito ufficiale del Nuovo P.S.I. di una nuova iniziativa atta a favorire il superamento della diaspora Socialista per ricostruire sotto un unico simbolo e partito le vari anime oggi presenti sia nella Casa delle Libertà che nel Centro Sinistra.

INVITA la Segreteria Regionale e Nazionale a registrare le seguenti posizioni unanimemente espresse dagli iscritti di Federazione di Belluno:
1) l’unità dei Socialisti va ricercata fuori dell’attuale schema bipolare e quindi va perseguito con forza da parte dei propri aderenti l’obiettivo delle riforma elettorale proporzionale alla tedesca (con soglia di sbarramento);
2) la nascita di un 3° Polo è la condizione essenziale affinché si superino le contraddizioni sia nell’attuale maggioranza di governo (fortemente condizionata dalla sinistra comunista e antagonista) sia nell’ambito della Casa della Libertà dove, peraltro ancor oggi, registriamo le maggiori sintonie sul piano dei programmi riformatori e nella capacità d’alleanze per le Amministrazioni Locali, Regionali e di Governo;
3) diciamo no a soluzioni pasticciate con lo SDI (accordi elettorali) tesi solo a favorire la difesa di alcune posizioni personali;
4) facciamo appello ai responsabili del Partito affinché si operi nella consapevolezza di quegli interessi seppur minoritari che oggi rappresentiamo: l’avversione al comunismo in tutte le sue forme, una fiducia incondizionata nel riformismo laico, socialista e liberale che per distinguersi ha bisogno di leadership forti e coese, una laicità nelle decisioni che sottenda libertà per tutti e non bieco anticlericalismo, una maggiore consapevolezza nel difendere gli istituti democratici dal professionismo distruzione instauratasi nella cosiddetta 2^ Repubblica, una Giustizia giusta e rapida, che sappia vincere la spinta giustizialista e forcaiola e la gogna mediatica vero attentato al diritto alla privacy.

CIO’ DETTO si ribadisce la necessità che anche all’interno del nostro partito trovi Patria, non solo il dibattito aperto su queste questioni, ma soprattutto delle decisioni democraticamente assunte secondo regole certe e universalmente accettate dagli organi federali.

SE CIO’ non fosse, per lo sparuto gruppo della Federazione Nuovo P.S.I. di Belluno, si ritiene morta e sepolta qualsiasi prospettiva di rilancio Socialista nel panorama politico Italiano.

Il Segretario Provinciale
Luigino Olivier

Belluno 7 maggio 2007

LE MANI NELLA MARMELLATA

Prima si cerca di alterare le regole, poi, scoperti con le dita nella marmellata, si delegittima il Consiglio nazionale consapevoli che il Congresso sancirà la sonora sconfitta di una pseudo Costituente in salsa, tra l’altro, “gauche plurielle”: Vergogna!

Per i Compagni ancora in buona fede, e non sono pochi, che avessero la pazienza e la voglia di vedere chi tenta di imbrogliare le carte e di creare un clima irrespirabile per il Congresso del prossimo giugno sarà sufficiente scorrere gli allegati.

Per aiutarne la comprensione ricordo solo che l’Esecutivo di Segreteria è composto da sei persone:

De Michelis, Pizzo, Battilocchio, Caldoro, Del Bue e Barani e che il documento a firma dei segretari regionali, messo sul sito, è stato anch’esso smentito da alcuni Segretari che si vedevano, a loro insaputa, annoverati tra i firmatari (anche di questa vicenda è sufficiente scorrere il sito per trovarne conferma).

E ALLORA, BASTA CON LE FURBIZIE. Il Partito deve fare il Congresso e deve farlo col massimo di garanzie e senza colpi di mano costruiti con pseudo maggioranze. Su questo terreno saremo impegnati fino in fondo e lavoreremo, come Calabria, per garantire tutti i compagni qualunque sia la loro posizione.

                                                               Adolfo COLLICE

                                                       Commissario Regionale Calabria

ALLEGATI:

  1. TRILLO convoca la Commissione Congressuale senza l’accordo con Di Trapani;

  1. DEL BUE smentisce il Segretario Nazionale;

  1. BARANI smentisce il Segretario Nazionale;

  1. DI TRAPANI sottolinea la scorrettezza di Trillo;

  1. CALDORO smentisce il Segretario Nazionale;

  1. Il Documento del Consiglio Nazionale del 31 marzo 2007 con evidenziato il passaggio che regola la composizione della Commissione Congressuale.

Siamo solo comaprse!!!!

SOCIALISTI: BOSELLI A CN SDI, UNITA’ PRIMA DELL’ESTATE = (AGI) – Roma, 4 mag – “Mi giungono sollecitazioni costruttive da parte di Rino Formica e Giuseppe Caldarola ad accelerare i tempi, a definire meglio l’impostazione programmatica e a trovare piu’ presto forme di collegamento organizzativa di una nuova formazione socialista. Questa preoccupazione di fare presto e’ anche la mia. Siamo in attesa del Congresso del nuovo Psi, dove speriamo che dopo i discorsi di Gianni de Michelis a Fiuggi dalle parole si passi finalmente ai fatti e si realizzi subito l’unita’. Pensiamo che la stessa cosa debba avvenire con la formazione guidata da Bobo Craxi e Saverio Zavettieri.
Sarebbe bene, almeno in ordine di tempo, che questa unita’ si realizzasse prima dell’estate, per darci la possibilita’ in autunno di mettere in campo una Costituente socialista ampia e plurale. Attorno a questa prospettiva abbiamo registrato interesse non solo in coloro che vogliono avere un riferimento nel socialismo europeo, ma anche a tanti riformisti che non si riconoscono nel Pd”. Lo afferma il segretario dello Sdi Enrico Boselli al Consiglio Nazionale dello Sdi.

SDI: BOSELLI, DOBBIAMO UNIRE I SOCIALISTI E FEDERARE I RIFORMISTI = UNITA’ SOCIALISTA PRIMA DELL’ESTATE

Roma, 4 mag. – (Adnkronos) – “Penso che noi dobbiamo unire i socialisti e federare i riformisti”. Enrico Boselli, nella sua relazione al Consiglio nazionale dello Sdi, ha allargato i confini del cantiere aperto dai socialisti all’interno del centrosinistra. Il segretario dello Sdi ha spiegato che il primo passo e’ l’unificazione delle forze socialiste.

“Siamo in attesa del Congresso del nuovo psi, dove speriamo che dopo i discorsi di Gianni de Michelis a Fiuggi dalle parole si passi finalmente ai fatti e si realizzi subito l’unita’. Pensiamo che la stessa cosa debba avvenire con la formazione guidata da Bobo Craxi e Saverio Zavettieri. Sarebbe bene, almeno in ordine di tempo, che questa unita’ si realizzasse prima dell’estate, per darci la possibilita’ in autunno di mettere in campo una Costituente socialista ampia e plurale”, ha spiegato Boselli.

“Dobbiamo sapere fin da ora che dalla Costituente dovra’ emergere una forza nuova che non coincidera’ con lo Sdi -ha poi aggiunto Boselli-. Tutti gli atti che compiamo sono quindi rivolti a realizzare un disegno piu’ grande, un nuovo partito del socialismo europeo, una nuova formazione che dovra’ raccogliere consensi piu’ vasti di quelli che noi oggi abbiamo. Questa nuova forza ancorata al socialismo europeo, dovra’ a sua volta promuovere una convergenza dei riformisti”.

Ecco chi sono i nuovi alleati di demichelis: questione morale!

SINISTRA. ANGIUS HA SCELTO I SOCIALISTI, E MUSSI CHE FA? IL SENATORE: ‘BOBO CRAXI? NON C’ENTRA CON SUO PADRE’

(DIRE) Roma, 4 mag. – Gavino Angius ha gia’ scelto: “Resto fermo al socialismo europeo. La costituente socialista riguarda anche noi”. E Fabio Mussi? L’ex leader del Correntone si trova stretto tra le avances dei socialisti da una parte e della sinistra antagonista dall’altra. Il giorno prima dell’ assemblea al Palacongressi che mettera’ in moto “Sinistra Democratica”, il senatore sardo riunisce i suoi in via Cavour, e, anche tra qualche contestazione, da’ la linea. “Io non mi muovo dal documento congressuale. Andremo con i socialisti e poi cercheremo di unire la sinistra con il cantiere di Rifondazione e Pdci”.
L’indicazione all’hotel Palatino non dice piu’ ‘Ds’ e neanche ‘terza mozione’. Solo “senatore Angius”. Al secondo piano, nella sala Cesarini, circa cento militanti animano una discussione che muove, giocoforza, dallo strappo del congresso. La compagna Tomasetti, di Capena, iscritta Spi Cgil, lo dice fuori dai denti.
“Noi ti abbiamo votato tutti. Ma tu hai sbagliato quando hai lasciato il congresso. Le nostre delegate hanno pianto per questo”. E il giovane Francesco Scoppola, a sua volta, spiega: “Non verro’ con te. Restero’ nel Pd per cercare di cambiare le cose. E poi state attenti, la’ avrete De Michelis, lui ‘e’ la questione morale”. Altri compagni guardano piu’ in la’ e mettono in dubbio il cammino verso i socialisti. Luciano Appiani, ad esempio, avverte: “il socialismo non e’ un totem, dobbiamo guardare ad obiettivi piu’ grandi”. E un iscritto di Melegnano invita a “non farsi cooptare. Lo Sdi, poi, e’ piccolo, non ci merita”.

DIRE) Roma, 4 mag. – “Si e’ aperto un dibattito ed hanno fatto una proposta di una costituente per superare anche il nome del Psi- spiega- lo considero uno dei fatti piu’ importanti del panorama politico. Per il semplice fatto- aggiunge- che noi abbiamo detto di non aderire al pd anche perche’ non sara’ con il pse. Bene, li’ stanno i socialisti italiani. E io cari compagni, io non mi muovo da li’, li’ sto e li’ restero'”.
Angius e’ anche piu’ esplicito. “La costituente socialista- dice- riguarda non solo i socialisti ma noi, un pezzo della storia della sinistra italiana che e’ diversa dalla storia di Rifondazione e dalla storia del Pdci. In tutta Europa ci sono formazioni socialiste, riformiste di ispirazione europea e ci sono anche forze di sinistra, di ispirazione comunista, o trotskista, o di estrema sinistra”. Il progetto a cui si lavora e’ quindi in due passaggi paralleli e convergenti.
“Io credo- dice- che se da una parte andranno a raccogliersi in un unico contenitore, come dicono di voler fare, Rifondazione e i Comunisti italiani, e se dall’altra parte noi, che siamo parte del socialismo europeo, ci raccogliamo insieme ai socialisti nella costituente socialista, cari compagni questo significa per la prima volta dopo decenni si realizza una lenta ma progressiva ricomposizione della sinistra italiana. Sarebbe una cosa enorme, di dimensione stratosferica”. E a chi si preoccupa delle ‘compagnie’ che si potrebbero trovare nella costituente socialista, Angius spiega lapidario. “Bobo Craxi non c’entra niente con suo padre- dice- Se qualcuno mi fa il nome di qualche esponente socialista, come De Michelis, non vorrei sgradevolmente rispondere che nel Pd si va dalla corrente di Ciarrapico a Lotta Continua”.

IDENTITA’ E AUTONOMIA Per un rinnovato Nuovo PSI

DOCUMENTO DELLA LOMBARDIA            Il V Congresso Nazionale del Nuovo PSI, cade in un periodo di notevoli  difficoltà per il Paese, in una fase di crisi manifesta del panorama politico, in un momento  molto delicato  per la vita del Partito.L’occasione congressuale e, quindi, quella precongressuale accende gli animi e le passioni politiche, e noi Socialisti siamo ben consapevoli di questo, ma l’importante è avere chiarezza politica  e determinazione.   Il Paese è in gravi difficoltà: la crisi è complessa, perché istituzionale, politica ed  economica e ciò non consente al sistema Italia di tenere il passo degli altri partners dell’Unione Europea, che proprio in questi giorni ha celebrato i suoi 50 anni.La crescita è bassa, arranchiamo dietro i parametri di Maastricht e le decisioni di Ecofin la disoccupazione è alta, perdiamo competitività, marciamo ormai a livelli che sono la metà (in percentuale sul PIL) rispetto agli altri paesi europei nostri concorrenti.E’ evidente che il Paese ha urgente bisogno di svolte programmatiche  efficaci   ed incisive, sorrette però da scelte di fondo e assetti politici stabili, che al momento non si intravedono neppure. Infatti l’attuale governo Prodi II, uscito di recente da una crisi che aveva portato alle dimissioni il Presidente del Consiglio, rispetto al primo appare ancora più debole , rissoso e improduttivo a causa della nota eterogeneità della stessa coalizione e per mantenersi in piedi cerca aiuti di qua e di là, ricorrendo sempre più  spesso alla fiducia, in quanto al Senato dispone di una maggioranza risicatissima.La sinistra dogmatica infatti condiziona le strategie di governo e la collocazione internazionale del nostro Paese, che non può che essere su una politica sia Eurpoeista, ma Atlantica.Oggi come oggi, dopo la nefasta stagione di Mani Pulite che portò alla distruzione dei  tradizionali  partiti di governo ( DC e PSI ) , la vita politica italiana è quasi cloroformizzata da un vero e proprio “blocco autoritario” , che vede al centro del sistema politico e delle varie alleanze i soli DS e la Margherita, che cercano di occupare tutto ciò che è possibile in termini digestione del potere.La grave anomalia che ci differenzia dagli altri Paesi occidentali è che partiti della tradizione comunista e post siano al governo del nostro Paese.In Italia esiste una FALSA SINISTRA ,occupata e diretta da volontà politiche con connotazioni illiberali e che punta solo a distruggere o fagocitare i suoi  avversari politici.Ecco la crisi della Sinistra italiana.I  DS  con arroganza tentano di autodefinirsi socialdemocratici, ma non hanno mai avuto il coraggio di affrontare alcun processo di revisione critica dell’esperienza comunista in tutti i suoi risvolti negativi e sopravvivono in una doppiezza politica di fondo, per cui non è possibile politicamente inquadrarli come forza tradizionale della sinistra europea liberale e garantista. 

Il trasformismo nel Partito Democratico non è altro che una riedizione  del compromesso storico  anche questo già distrutto dalla storia.Il partito democratico, già definito dallo stesso ministro Parisi un altro ennesimo vecchio Partito, è un progetto e un paradosso nello stesso tempo perché, non è ancora nato, e già esistono dissensi e tensioni sul terreno della supremazia interna o dell’egemonia  tanto radicalizzata nei post-comunisti.Cosa ancor più grave è che sono emersi negli stessi DS segnali molto chiari che potrebbero portare a fratture o scissioni. Un tempo gli eredi del Partito Comunista erano monolitici e compatti  in nome dell’ideologia e del capo di turno.Le ricadute in termini di assetti politici, governo e governabilità sono catastrofiche e sotto i nostri occhi: la coalizione di governo, falsamente definita “centro-sinistra” è sostenuta dalla grande industria alle Confederazioni sindacali, dalle forze massimaliste della sinistra più estrema e ai no-global. Insomma, un groviglio di idee e posizioni politiche affatto convergenti anzi contrapposte, per cui addio governabilità.Del resto il precario equilibrio politico e di governo che si è instaurato  ha come unico obiettivo la gestione del potere per il potere, ma non ha nulla a che vedere con una vera politica riformista e di centro-sinistra,soprattutto nel settore dell’economia.Disoccupazione,Mezzogiorno abbandonato a se stesso,spesa corrente in aumento, crescita della pressione fiscale per imprese e famiglie, contrazione dei consumi. Questa politica economica impoverisce la società italiana, strangola il ceto medio produttivo, i giovani e il  Mezzogiorno,porta al disastro gli enti locali e i servizi pubblici.Si profilano gravi difficoltà economiche per larghi settori della società italiana e si percepisce una forte reazione di rigetto sia al Nord che al Sud.In questo panorama politico, economico e sociale il Nuovo PSI cosa intende fare, dove vogliamo andare, e con chi?Sono domande serie, alle quali dobbiamo dare risposte chiare e concrete.E’ indispensabile la chiarezza delle idee e delle decisioni da assumere.Non è più possibile tollerare di vivere in un limbo indefinito, essere titubanti, ondivaghi e addirittura inaffidabili nella linea politica.Il Partito va rinnovato e rivitalizzato senza più ambiguità.Questo Partito deve crescere, quindi dobbiamo rinserrare le fila e riprendere la marcia in nome del Socialismo Italiano. Ancora una volta dobbiamo rimboccarci le maniche e lavorare con impegno e abnegazione.Il primo punto a nostro favore è l’IDENTITA’ SOCIALISTA, cui non rinunceremo mai, così come non accetteremo mai uno slogan dell’Ulivo del tipo “ meno passato, più futuro”, perché noi Socialisti siamo orgogliosi del nostro passato, ricco di cultura e di storia, di battaglie di vera sinistra,di esperienze di governo riformiste e liberali. La nostra identità ha le sue radici nel Socialismo Europeo,liberale e riformista di Turati,Rosselli,Saragat,Nenni, Craxi.Saragat si contrappose allo schieramento del fronte popolare ed ebbe ragione, Nenni e Morandi invece vi aderirono e le conseguenze furono disastrose per il PSI. Poi finalmente nel ’56 vi fu la scelta autonomista dello stesso Nenni  e il superamento dell’ alleanza col PCI.Anche oggi  la scelta della nostra linea politica è impegnativa come quella fatta da Saragat negli anni del dopoguerra, cioè di netta contrapposizione al blocco sovietico della cortina di ferro. Se quella fu una scelta epocale basata sulla politica estera oggi è fondamentale una scelta di politica interna ma di dimensione europea per affermare scelte riformiste per una trasformazione epocale della società Italiana già inserita nel contesto Europeo.La stessa esperienza politica di Bettino Craxi non può e non deve essere sottaciuta, bensì rivalutata e spetta solo a noi socialisti. Le strumentalità di Violante sono solo provocazioni. Proprio lui è stato il regista di tangentopoli.  Pur tra luci ed ombre sono tante le intuizioni e le decisioni politiche di stampo riformista e di forte impatto sociale (riforma della scala mobile) che il PSI ha fatto sue negli oltre 100 anni di storia.Bettino Craxi appartiene di diritto alla storia del socialismo italiano e dell’Italia così come a quelle europee insieme a Mitterand e Willy Brand, e noi intendiamo portare avanti le nostre lotte nel suo esempio. Nessuno deve riabilitarci o restituirci l’onore, semmai sono gli altri che hanno bisogno di fare i conti con il loro passato.Certo la questione socialista deve essere prioritaria nella nostra agenda politica, siamo aperti al dialogo con i Soicalistsi presenti nei diversi schieramenti, ma nella chiarezza e tenendo ben saldi identità ed autonomia.Ai compagni dello SDI diciamo chiaramente che non condividiamo la loro collocazione nell’attuale falso centro- sinistra e che contrariamnete a quanto sostengono neppure li vediamo interessati alla lotta politica per scomporre un quadro che garantisce loro solo insignificanti rendite di posizione.L’unità dei Socialisti è indubbiamente un richiamo sentimentale di forte pregnanza; ciò però non deve essere confuso con il ragionamento politico, che viceversa deve tenere conto dell’attuale sistema bipolare e delle diverse collocazioni che in questi anni i Socialisti hanno assunto.Noi del Nuovo PSI abbiamo assunto una collocazione Politica, non dettata da opportunismi del momento, ma perchè convinti che la CDL rappresentasse la continuità del valori Laici, Socialisti e Riformisti; eravamo e siamo convinti che questa fosse la valida alternativa a questa FALSA SINISTRA.La costituente socialista che non è in grado di dire con chiarezza No al PD, No all’ingresso del nuovo soggetto socialista in questa falsa sinistra, No al Governo Prodi.Dovrebbe dire invece, con solare chiarezza, Si all’allargamento verso i riformisti della Casa delle Libertà.Ecco perchè affermiamo che questa COSTITUENTE, che porterebbe il Nuovo PSI a confluire nello SDI o in un soggetto organico al GOVERNO PRODI e a questo falso centro sinistra, è UN IMBROGLIO, a cui non possiamo che dire NO!       

Diciamo invece SI e con convinzione ad una VERA Costituente che conduca all’unità di TUTTE le anime socialiste ma lo SDI deve saper rinunciare all’alleanza con questa sinistra massimalista ed assumere una chiara posizione di netto rifiuto di questo sistema bipolare contrario ai valori ed al pensiero socialista riformista.

         Non abbiamo mai barattato quei valori che per noi sono irrinunciabili: identità ed autonomia.Noi socialisti non siamo in vendita nè intendiamo cedere a chi, senza avere alcun titolo vorrebbe illegittimamente occupare lo spazio politico che ci spetta di diritto, lo spazio del socialismo Italiano.Certamente il paese è stanco, il gruppo dirigente è incapace di risolvere i problemi di un paese, si industrializzato ma chiamato anche a competere in una realtà di mercato globalizzato e tecnologicamente avanzato.Dobbiamo proporci un obiettivo più ambizioso, ricreare la sinistra in Italia con i suoi caratteri tradizionali libertari, garantisti e di giustizia sociale e questa sarà una lotta ancora più dura perché deve inevitabilmente passare attraverso la sconfitta dei DS.Solo da un processo liberatorio traumatico può nascere una autentica sinistra: la frantumazione dei DS e il fallimento del Partito Democratico.La nuova forza Socialista deve tendere ad un patto generazionale, non necessariamente anagrafico, che svincolato dai ricatti dei Socialisti della Prima Repubblica, individui i bisogni emergenti e fornisca le risposte che possono rendere il nostro Paese competitivo.Ecco il grande momento riformista che dobbiamo cogliere: il paese ha bisogno di una serie di riforme rivitalizzanti e mirate allo sviluppo del sistema economico nazionale, ivi compreso il mezzogiorno,  all’aumento di competitività delle imprese, alla salvaguardia ed al miglioramento delle nostre posizioni.Noi socialisti possiamo formulare una proposta di politica economica precisa ed alternativa a quella del governo Prodi, sforzandoci di coniugare sistema di mercato ed equità sociale:  

– riforma della pubblica amministrazione;– riforma dei meccanismi di spesa, ivi comprese le pensioni;– riduzione della pressione fiscale per imprese e famiglie;– flessibilità di salari ed orari di lavoro nel mezzogiorno;– ripresa qualificata, non indiscriminata, degli investimenti pubblici e dei servizi;– adeguata politica delle privatizzazioni, senza svendite a chicchessia;– infrastrutture moderne e funzionali (strade, ferrovie, aeroporti, telecomunicazioni ecc);– costo del lavoro: flessibilità ed incentivi fiscali;– riforma del sistema del welfare, rivedendo le prestazioni tradizionali alla luce della nuova situazione demografica e nell’obiettivo di evitare contrapposizioni tra anziani e giovani, tra nord e sud e aggiornamento dello Statuto dei lavoratori.Tali interventi hanno la finalità primaria di accelerare e vivacizzare la ripresa economica del Paese per equipararla nell’immediato agli altri paesi europei e non. Il Nuovo PSI non deve ripetere gli errori del recente passato: l’alleanza elettorale suicida con la Nuova DC , l’uscita di Bobo e Zavettieri, le diatribe sul simbolo, ma soprattutto vi deve essere certezza della linea Politica, che non può più essere ambigua e inaffidabile.Ora più che mai dobbiamo essere aperti al dialogo ed alle alleanze con tutti gli interlocutori liberali e democratici che ci hanno consentito la rinascita del partito dopo lo scioglimento del ’94, il 2% alle Europee ed il radicamento negli Enti Locali. Con la Casa delle Libertà abbiamo temi di comuni obiettivi politici ed inoltre la garanzia di conservare la nostra identità ed autonomia.Noi riteniamo non più rinviabile la riorganizzazione del Partito nei termini sopra descritti, perché è giunto il momento di liberarci dai bizantinismi del passato e rispondere al meglio alle richieste della gente comune.Se vogliamo crescere e, lo dobbiamo, è necessario ricoquistare il territorio, andando a porre la bandierina del nostro Partito in ogni Comune, essere più vicini ai compagni di base, ai simpatizzanti, a chi intende avvicinarsi a noi per le nostre idee e le nostre iniziative politiche.          

            Noi ci sentiamo ancora in grado di tenere alta la bandiera del Socialismo italiano, abbiamo grinta, determinazione,voglia di innovare,spirito di iniziativa e queste doti abbiamo il dovere di portarle all’esterno, cercando di dare un contributo forte per la costruzione di un domani migliore per le future generazioni.in tutti questi anni abbiamo lottato per mantenere alta la tradizione del GAROFANO:non possiamo rinunciare adesso, non possiamo perdere il nostro simbolo, solo perchè alcuni modesti interessi di parte lo vogliono SVENDERE. 

Primi Firmatari  Riccardo Albertini (milano)Bruno Rubes (monza)Roberto Formaggia (milano)Alfredo Di Lisa (milano)Angelo Giglielmo (lecco)Orazio Adorni (cremona)Mauro Alzini (mantova)Massimo Stefanetto (monza)Franco Spedale (brescia)Edmondo Piombino (milano)Franco Rotelli (bergamo) Seguono altre firme        

Sdi: Casa socialista in difficolta’, filodemocratici all’attacco

Sdi: Casa socialista in difficolta’, filodemocratici all’attacco
–IL VELINO SERA– Roma, 30 APR (Velino) – L’esito del congresso del Pdci, con l’adesione al Cantiere per la sinistra unita, ha reso piu’ chiari gli assetti su cui si sta ridefinendo la geografia della maggioranza. Un quadro che, con l’opzione effettuata dal senatore Gavino Angius in favore del nuovo soggetto di Fabio Mussi e Cesare Salvi, presenta a sinistra del Pd una fisionomia decisamente polarizzata verso la sinistra radicale e che, a sole due settimane dalla fine del Congresso Sdi, pone il partito di Enrico Boselli di fronte a una prima verifica di quanto deciso. Senza l’apporto dei transfughi della Terza mozione congressuale della Quercia (sul quale il segretario dello Sdi contava), il progetto di Costituente socialista approvato nei giorni scorsi a Fiuggi sembra perdere un po’ dello slancio inziale, e la questione delle alleanze potrebbe tornare sul tavolo gia’ da venerdi’ prossimo, data per la quale e’ previsto il Consiglio nazionale. Nel frattempo, le aperture del presidente della Camera Fausto Bertinotti forniscono nuovi argomenti a chi, come il presidente della regione Abruzzo Ottaviano Del Turco e l’ex-senatore Cesare Marini, nella fase congressuale ha sottolineato il rischio di autoemarginazione e di appiattamento su posizioni massimaliste, insito nella scelta di non partecipare alla costituente del Partito democratico.
A questo proposito, tutti gli esponenti dello Sdi critici sulle opzioni esercitate a Fiuggi dal gruppo dirigente si sono dati appuntamento a Roma, all’Hotel Palatino, per il 14 maggio. In quell’occasione, alla presenza di Del Turco, Marini, Signorile e Nesi, la critica dei “filodemocratici” dovrebbe strutturarsi in un vero e proprio coordinamento nazionale, con l’intento di continuare in modo piu’ efficace la battaglia iniziata al congresso. “Se Boselli – dice Cesare Marini al VELINO – pensa di andare a dialogare con Bertinotti, rimane solo. Negli ultimi anni lo Sdi si e’ caratterizzato, anche in virtu’ dell’alleanza con Marco Pannella, come una forza liberista, e ora si parla di un cooordinamento assieme a Bertinotti e Diliberto. E’ un agire ad horas, nemmeno “alla giornata”. Anche un bambino avrebbe capito che Angius si sarebbe messo con Mussi, ben sapendo che la Costituente socialista vale piu’ o meno l’uno per cento e che sarebbe un controsenso rompere a sinistra col Pd per andare poi a destra”. Quanto alla riunione del 14 maggio, Marini conferma che “sara’ un’assemblea nazionale che fara’ un approfondimento e stabilira’ come proseguire il discorso interrotto al Congresso”. (baz) 302017 APR 07 NNNN

La lista di Varese è una scelta locale

Leggo con vivo stupore che a Varese si sarebbe compiuta una scelta Politica che, condivisa con il livello Regionale, sarebbe stata avallata dal Segretario Nazionale Gianni De Michelis.
Lo stupore è inizialmente legato al fatto che esista una Federazione.
Dopo l’uscita dal Partito dell’On. Buffoni, infatti la Federazione di Varese ha visto solo un paio di Comuni presenti, tant’è che il Segretario Provinciale di Varese rappresenta il Comune di Busto Arsizio (che è il suo) e basta.
Il secondo fatto di stupore è legato alla forzatura che una vicenda assolutamente locale e pertanto legittima, assuma una valenza Nazionale.
Alcuni Socialisti del Nuovo PSI della Provincia di Varese inseme ad alcuni ex SDI, così mi pare sia il Consigliere Comunale di Varese e “portavoce” della Costituente Varesotta, hanno deciso di fare un percorso elettorale, utilizzando un simbolo che può indurre un maggior richiamo e magari qualche “fraintendimento”.
Fatto questo, ripeto, assolutamente legittimo e utile.
Il nostro è sempre stato un partito aperto alle diverse situazioni elettorali, non v’è ragione per cui a Varese, alle elezioni provinciali il NUOVO PSI, modificando il proprio simbolo, non si ponesse in una competizione “fuori dai Poli”.
Questo è da ricondursi quindi ad un fatto tecnico di “speculazione” elettorale e non quindi ad un fatto politico.
Né mi risulta che il Congresso del Nuovo PSI, che se non sbaglio dovrà celebrarsi a Giugno, abbia deliberato “il fatto”, né tantomeno De Michelis, che è in ordinaria amministrazione può pensare di compiere atti che non sono nella sua facoltà.

Diliberto ha sancito la fine della costituente SOCIALISTA

Il Congresso di Diliberto ha chiarito una volte e per tutte, se ve ne fosse stato bisogno, la fine della “FALSA COSTITUENTE SOCIALISTA”.
Questo è stato l’ultimo, penso questa volta non solo in senso temporale, ma anche politico, atto del Segretario De Michelis.
È ovvio che quello che inizialmente si prospettava come una novità possibile nel panorama politico italiano è naufragata dopo neanche una settimana.
Non per fare la Cassandra di turno, ma era tutto previsto e prevedibile.
Cercherò di spiegare il perché.
Innanzi tutto il primo passaggio è stato il doppio Congresso DS e Margherita; due partiti che si stanno preparando alla formazione del nuovo Partito Democratico.
Credo, che sia solo dialettica interna la collocazione di questo Partito nell’ambito Europeo; penso infatti che in una Europa in trasformazione tutto questo conti relativamente.
Anche la Francia sotto certi aspetti ci può dare spiegazione (era più a sinistra Segolene o Sarko?).
L’elemento centrale è la formazione di un nuovo Partito che definirei senza dubbio di “massa e moderato”.
Questo implica almeno tre conseguenze:
la prima è che necessariamente un partito di massa occupa spazio e nel momento in cui è anche moderato è evidente che ridurrà polpette i partitini satelliti.
La seconda che consegue direttamente dalla prima è che i “partitini”, soprattutto quelli meno moderati o se vogliamo chiamarli con il loro nome, “RADICALI”, sono obbligati a coalizzarsi.
Questo è quanto sta avvenendo dopo il Congresso del PDCI, con una ulteriore conseguenza per gli avventurieri della “Costituente”. Con chi andranno avanti? Da soli e saranno schiacciati? Con Diliberto, Bertino..tti, Pecoraro, MUSSI SALVI ed ANGIUS ed altri?sSranno costretti ad entrare nel P.D.?
A rendere ancora il tutto più caotico si aggiunge il buon Del Turco, che dopo aver liquidato il PSI (ricordate?) adesso vuole liquidare lo SDI, fondando una corrente interna che dichiara necessario il passaggio e l’ingresso di QUESTI Socialisti nel Partito Democratico.
La terza conseguenza è che tutto quello che accade da una parte si ripercuote specularmene sull’altra.
È quindi assai probabile che si giunga ad una Federazione della CDL.
Certo oggi si leggono posizioni diverse, in parte tattiche, in parte motivate, ma in un sistema BIPOLARE, come quello nel quale siamo, questo sarà inevitabile.
Ecco perché la “COSTITUENTE” è una GRANDE BALLA, che certamente colpisce il sentimento ma che non può trarre in INGANNO.
È un processo morto defunto, finito.
È l’ennesima cantonata (per dare ancora la buona fede politica) del Segretario De Michelis, che dopo l’adesione all’UDR di Cossiga, dopo la Federazione di Centro, dopo la crisi di Governo, dopo il patto con Casini, dopo il tentativo di aderire alla RNP, adesso, una volta rimasto solo, si è buttato di la!
La COSTITUENTE è solo il primo passo verso l’adesione organica al PARTITO DEMOCRATICO.
Spero di sbagliarmi.

Contestazione del Congresso Provinciale di Milano

                                                                   Al  Segretario  Nazionale

                                                                                                 Gianni De Michelis

 

                                                                                           Al Coordinatore Nazionale

                                                                                                Stefano Caldoro

 

                                                                                           Al Responsabile Nazionale Enti Locali

                                                                                                Antonino Di Trapani

 

                                                                                           Al Segretario Regionale della lombardia

                                                                                                Antonio Perini

Atto di contestazione del congresso provinciale di Milano / Monza eBrianza

 

Preso atto che l’ultima assemblea congressuale svoltasi a Milano si è autodefinita “ Congresso Provinciale di Milano e di Monza Brianza “ , mi sembra doveroso precisare quanto segue:

 

1)      che il congresso della nuova e recentissima Provincia di Monza e della Brianza non ha potuto celebrarsi in forma autonoma in quanto non sussistevano le condizioni organizzative minime e tali da giustificare un serio e costruttivo dibattito politico, così come a suo tempo da me personalmente comunicato alla compagna Diana Di Giacomo.

2)      Che stante questa fondamentale premessa, non sussistevano pertanto e di conseguenza le condizioni affinché iscritti e militanti di Monza e Brianza  venissero rappresentati, sia politicamente che organizzativamente, da un congresso, quello di Milano, che non risultava né risulta territorialmente competente.

3)      Che questa presunta quanto arbitraria rappresentanza della Provincia di Monza/Brianza, è stata illegittimamente celebrata sulla base di un tesseramento inesistente o artificioso  e di fatto  non corrispondente ai veri iscritti già tesserati degli anni precedenti.

 

Se analizziamo poi il numero delle iscrizioni di Milano, corre obbligo sollevare qualche forte dubbio di correttezza numerica con riferimento ai voti di Lista ottenuti dal N.PSI  alle elezioni amministrative 2006 di Milano.

Lo stesso Presidente della commissione di garanzia del tesseramento di Milano e provincia, Silvano Spingardi, mi ha comunicato di non aver mai visto né sottoscritto alcun elenco degli iscritti che avrebbero dovuto costituire la platea congressuale.

Mi vedo quindi costretto a contestare gli adempimenti ed i risultati politici ed organizzativi scaturiti da tale congresso e ciò, ed a maggior ragione, in funzione del prossimo Congresso Nazionale di giugno che dovrà sancire in maniera chiara ed inequivocabile la futura linea politica del N.PSI.

 

Congresso Nazionale che dovrà, questa volta, celebrarsi con una platea congressuale certa e legittimata.

 

    

Bruno Rubes – direzione nazionale N.PSI

 

P.S.  pare che anche in altre province lombarde si siano prodotti problemi sul tesseramento con possibili involontarie o volontarie mancate iscrizioni.

 

li 23/4/2006

LA STORIA INFINITA !

  

In questi mesi, sul sito del Partito sto leggendo molte storie appassionate di compagni del Nord e del Sud del nostro paese. Anch’io potrei raccontare la mia lunga storia, dal PSI al N.PSI passando per i 7 garofani ma non voglio imbrodarmi o sembrare nostalgico.

Una storia però le accomuna tutte ed è la storia di tanti socialisti che dopo il ’92 si sono piegati su se stessi, frustrati ma non umiliati. La storia di quei pochi attivisti rimasti che non hanno intravisto nello SDI od in Forza Italia la loro casa, che non hanno migrato in altri partiti alla ricerca di una collocazione personale ( e credetemi, non sarebbe stato affatto difficile) ma sono rimasti, forse per uno stupido orgoglio Socialista ad attendere gli eventi, ad attendere il ritorno del “Garofano”.La storia di tutti quei compagni che sono ritornati con coraggio nelle strade e nelle piazze, orgogliosi del proprio vecchio “stemmino”, a raccogliere ingiurie ed offese, in primis dai compagni dello SDI e dai post comunisti. La storia di tanti elettori socialisti che rivedendo il simbolo del garofano sulla scheda elettorale sono tornati a porvi una croce sopra e di quelli traditi dal simbolo “socialisti uniti per l’Europa “ che hanno creduto nella riunificazione di tutti i socialisti. La nefasta storia dell’ultimo congresso di “combattenti e reduci” dove l’imperativo era ed è stato “Resistere !”Resistere contro l’ennesimo brutale attacco per distruggere il N.PSI perpetrato da questa falsa sinistra per mano di compagni che avevamo accolto in casa nostra, con indicibile entusiasmo, al congresso del 2001.La pessima storia di un simbolo a mezzo con
la D.C. che ha nauseato i nostri elettori e gettato nello scoramento i nostri militanti, anche i più tenaci.
Personalmente, sono stato da sempre fortemente critico della nostra alleanza con
la C.d.L. per il fatto che i nostri voti andavano bene laddove ve ne era bisogno e quando non servivano, non servivano neppure i socialisti del N.PSI. Che per loro, dovevamo crescere ma non troppo e quindi nessuna o pochissima visibilità nelle varie giunte.
Sono invece sempre stato sostenitore dell’unità socialista affinché i socialisti contassero di più ed in questa direzione, sin dal lontano 2001, nelle mie realtà locali, ho cercato i compagni dello SDI per formare  Liste amministrative comuni, in piena autonomia e fuori dai poli. Le risposte sono sempre state : Noi siamo con l’Ulivo e Voi state con i fascisti.  Ora, ci troviamo di fronte ad una nuova storia, quella di una ipotetica quanto purtroppo improbabile “Costituente “ ma dobbiamo cercare di non sbagliare ancora perché potrebbe diventare una storia da archiviare definitivamente. La nostra!La questione dovrebbe essere molto semplice ( ma si sa, le cose troppo semplici non vanno mai bene, bisogna condirle con un poco di alchimia politica) e la traccia l’hanno indicata i nostri parlamentari e molti altri compagni:1)     La attuale collocazione dello SDI non ci va bene !2)     La posizione dello SDI sul sistema elettorale non ci va bene !Lo SDI interrompa l’alleanza con il governo Prodi e con questa sinistra massimalista, rinneghi questo sistema bipolare “ Bastardo” ( per dirla con le parole di Gianni ) che non coincide con i valori del socialismo riformista e poi possiamo parlare di Costituente. A queste semplici considerazioni  servono solo semplici risposte.Se le questioni sul tappeto sono realmente queste, se non vi sono secondi fini, non servono delegazioni di costituente ma semplici risposte. Se ci troviamo invece di fronte ad un cambiamento di rotta e ad un  nuovo percorso politico, la parola deve inevitabilmente  passare a tutti gli iscritti che non sono buoni solo per portare acqua ma che hanno il sacrosanto diritto di esprimersi con il loro congresso. 

Bruno Rubes – direzione nazionale    

Campopiano : Il Molise non ha votato a favore

 

Leggo sul Sito del voto favorevole del Molise al documento del coordinamento dei Segretari Regionali . Preciso che non ho firmato il documento pubblicato per tre principali ragioni .
1) come firmatario della richiesta di autoconvocazione dei segretari regionali ho sostenuto che sulle regole e sulle procedure congressuali sia necessaria la condivisione unanime , diversamente da quanto si dovrà decidere circa la linea politica.
2) Ad oggi, poiché il Consiglio Nazionale e gli altri organi statutari operano in ordinaria amministrazione , solo la costituita Commissione potrà definire il percorso congressuale disciplinando le modalità della presentazione di eventuali documenti politici o mozioni.(dovendosi ritenere superato quello del C.N. del 31 marzo) .
3) Confermo invece la richiesta già formulata al tavolo di una partecipazione più forte ed attiva dei Segretari Regionali ai lavori preparatori del Congresso nelle forme più utili alla funzionalità dello stesso .
4) Auspico che da parte di tutti prevalga il più ampio senso di responsabilità considerata la delicatezza del momento politico generale e la imminenza delle elezioni amministrative di maggio.

Vive cordialita’

Oreste Campopiano Segretario Regionale del Molise

Appello a Stefano Caldoro. Giuliano Sottani

Carissimo Stefano,

La riunione dei Segretari Regionali del Nuovo PSI di sabato scorso mi ha lasciato profondamente deluso ed addolorato. Ho dovuto prendere atto che al Congresso del 23 e 24 Giugno 2007 si verificherà una ennesima scissione nel nostro modesto partito.

Il Nuovo PSI nasce a Milano nel gennaio del 2001, ma io insieme ad altri abbiamo lottato per la rinascita del PSI fin dal lontano 1994 quando, pochi socialisti a dire il vero, entrarono nei progressisti al fianco del Partito Comunista Italiano. Poi nacque lo SDI.

Ci abbiamo provato mille volte, prima con Intini, poi con tanti altri fino alla nascita del Nuovo PSI del 2001 con De Michelis, Bobo Craxi e Martelli.

Se volevo andare con i Comunisti o con Berlusconi potevo farlo allora e probabilmente ne avrei avuti anche numerosi vantaggi personali.

Invece insieme a pochi altri compagni fondai il Partito Socialista Autonomista in Toscana e in tutti questi anni ho creduto nella nostra autonomia tenendo accesa in Toscana la fiammella dell’autonomia socialista

Noi Stefano ci conosciamo da sempre, c’è stato e c’è fra di noi un rapporto di sincera amicizia ed anche all’interno del partito un comune sentire.

Riconosciamo il grande ruolo che ha svolto e che svolge il nostro grande Segretario Gianni De Michelis, che ti ha sempre stimato profondamente e ti scelse, primo fra tutti noi, proponendoti prima sottosegretario poi Ministro nel Governo Berlusconi.

Sono rimasto sinceramente addolorato nell’apprendere sabato scorso dal Segretario Regionale della Campania, Gennaro Salvatore che ormai gli spazi per l’unità socialista si sono ridotti al lumicino e che al congresso di giugno, se si terrà, ci sarà un lungo abbraccio fra De Michelis e te, magari fra le lacrime, prendendo ognuno strade diverse con gli auguri di buon lavoro, come è avvenuto al Congresso dei DS fra Fassino e Mussi.

Sarà un errore clamoroso. Incredibilmente così riusciremo a dividere di nuovo in due quel poco che ci resta.

Ma tu puoi evitare la scissione. Tu devi evitare la scissione.

Per l’unità del partito, dobbiamo tutti riconoscerglielo, stanno lavorando con tantissima serietà ed alto senso di responsabilità i compagni Lucio Barani e Mauro del Bue.

Il tema dell’unità dei socialisti, e della conseguente creazione di un soggetto politico diretto erede della esperienza del PSI, è nella natura del nostro partito.

Il nuovo PSI nato a Milano nel 2001, ad un anno esatto dalla morte in solitudine e lontano dal suo Paese di Bettino Craxi, che qualcuno oggi vuole addirittura inserire in un pantheon, passando così dalla criminalizzazione ad una santificazione senza scrupoli; finalmente oggi la riproposizione della questione socialista viene avanzata non solo dai partiti eredi direttamente dal vecchio PSI, ma anche da chi proviene da un’altra storia ed ha fatto della identità socialista, la sua bandiera non entrando nel costituendo Partito Democratico.

La ricostituzione del Partito Socialista Italiano sta creando grande entusiasmo nella base e nei militanti socialisti in tutte le regioni d’Italia. E spetta a noi non deludere questo entusiasmo e non perdere questa storica occasione di vedere ricostituito un grande partito Socialista in Italia.

Anche tu Stefano devi esserne protagonista. Altrove non c’è spazio per i socialisti e soprattutto i socialisti ritorneranno ad essere protagonisti nell’interesse del nostro Paese che ha tanto bisogno della intelligenza, della fantasia e delle capacità dei socialisti, ed anche della tua e di tutti noi sia nel governo centrale che nelle altre istituzioni.

Barani e Del Bue hanno fatto delle serie ed importanti proposte che chiamano “Le condizioni per l’unità dei Socialisti”

Queste le cose belle che condivido del Documento di Barani e del Bue:

– Noi crediamo che al confronto sul nuovo partito socialista ed al conseguente processo costituente che ne deriverà il NUOVO PSI debba partecipare con le proprie idee, a schiena dritta e senza alcun atteggiamento di subalternità o di liquidazione preventiva, come in qualche organi di stampa è apparso dal resoconto di dichiarazioni che hanno determinato preoccupazione ed anche sconcerto tra i nostri militanti..

– il Nuovo PSI è una piccola comunità orgogliosa della propria autonomia che ha scelto una alleanza con la Casa delle Libertà proprio perché la sinistra italiana era a-socialista venata da cattocomunismo e da spirito giustizialista, ma che nell’immediata post-elezioni ha deciso di uscire dalla Casa delle Libertà ed ha ribadito la propria collocazione nella minoranza parlamentare.

– il Segretario del Partito ha spesso subordinato la riaggregazione socialista al cambiamento del quadro politico, sostenendo giustamente la necessità di un governo di larghe intese parlamentari, a partire da un risultato elettorale che aveva sancito un sostanziale pareggio tra le due coalizioni.

– il bipolarismo politico determina un compromesso storico economico-finanziario tra i due veri leader dei due poli. E con questo assume il suo connotato di bipolarismo bastardo: E allora che la Costituente Socialista si occupi innanzitutto di questo, della crisi di un bipolarismo che è bastardo e sta diventando anche subdolo

– dobbiamo chiedere immediatamente ai nostri interlocutori che la scelta del nuovo partito sia dichiaratamente anti bipolare e che la nostra preferenza venga attribuita al modello elettorale tedesco, l’unico che consenta la presentazione di liste di partito, senza racchiuderle in coalizioni che diventano costrizioni e che sono dannose per la governabilità del paese

– noi abbiamo poi una ruolo particolare in una futura costituente al quale non possiamo e non dobbiamo abdicare. Ed è quello che riteniamo assolutamente strategico, di rappresentare le istanze di quella cospicua parte dell’elettorato Socialista che ancora non è schierato con questa sinistra ed ha votato per la Casa delle Libertà. Questo elettorato va interpretato politicamente ed anche dal punto di vista programmatico…

– poiché il richiamo al Socialismo è il minimo comun denominatore che mette insieme movimenti e correnti politiche, occorre uno sforzo politico congiunto di convergenze sulle cose da fare.

– e da questo punto di vista non può essere ritenuta marginale l’adesione dei radicali alla futura costituente. I radicali rappresentano una parte specifica, distintiva e rilevante della storia del Socialismo Liberale da Ernesto Rossi a Fortuna a Pannella

– a queste condizioni, cioè con le nostre idee e senza rinunciare alle nostre scelte, noi possiamo e dobbiamo partecipare ad un percorso che non è altro che il nostro percorso tradizionale, quello di unire i socialisti riformisti e liberali, di colmare una carenza politica grave nel panorama politico italiano, quello di riportare l’Italia alla sua tradizione democratica e di collocarla appieno in Europa.

Questa caro Stefano è musica per le nostre orecchie.

Sono convinto che se riusciremo a fare un congresso unitario ed andremo compatti nella costituente non solo faremo un grande servizio al socialismo italiano ma soprattutto lo faremo al nostro Paese, a questa Italia che ha bisogno di certezze e che noi, solo noi socialisti potremo finalmente riuscire a dare. Il resto è buio.

Con tantissima stima

Giuliano Sottani

Segretario Regionale del Nuovo PSI della Toscana

Dopo il PD Bonsai, la costituente socialista BONSAI

Riavviare un processo,in parte superato dal tempo, da parte dei vecchi protagonisti della prima repubblica, di ricostruire il PSI in formato Bonsai è, così per come sta avvenendo non solo anacronistico, ma anche e soprattutto opportunistico.
Come si può pensare di rifare il PSI, quando gran parte del suo gruppo dirigente sta all’opposizione del Governo Prodi e quando soprattutto gran parte dell’elettorato sta all’opposizione del Governo meno amato dagli Italiani?
Ci vorrebbe un atto di grande coraggio, nonché di grande novità!
Una costituente Socialista che tale voglia definirsi, non può prescindere da un progetto Politico ben diverso da quello che Craxi, Borselli ed ultimamente De Michelis vogliono proporci.
Una grande scommessa di riaggregazione di tutte le componenti Socialiste, che stanno nei due diversi Poli e che abbiano il coraggio di chiamarsi fuori dagli schemi del sistema bipolare attuale.
Una costituente che raccolga non solo due piccole sigle ed una parte, minoritaria, del Nuovo PSI, ma anche e soprattutto i Socialisti che stanno nella CDL.
Un progetto “terzopolista” che si ponga dirompente all’interno dello schematismo “bipolare”, che raccolga poi non solo i Socialisti, ma anche i laici con particolare riferimento a coloro che si richiamano alla storia repubblicana, liberale, socialdemocratica.
Ciò comporta però un atto di grande coraggio e di rivoluzione che passa anche attraverso una rivoluzione generazionale.
Con la conseguente necessità di non pensare subito alla collocazione personale, anzi correndo il rischio di non avere risultati elettorali immediati.
Solo in questo caso, allora giungeremmo alla scomposizione e ricomposizione dei poli; solo in questo caso saremmo in grado di dare al Paese una nuova prospettiva ed una nuova forza Politica in grado di saper trovare la nuova strada per soddisfare i nuovi bisogni che questo Paese necessita.
Solo con una nuova scommessa possiamo pensare di generare in Italia un circolo virtuoso che sappia rilanciare il nostro Paese, renderlo competitivo, rispettato, efficiente.
Se ciò non avviene la prospettiva che ci pone De Michelis, sa di annessione nel centro sinistra.
Poco importa chen il progetto della Costituente Bonsai sia alternativo all’altro Bonsai, cioè il PD.
Alternativo a questo lo è già Bertinotti!
Se non vi sono novità negli schematismi attuali, allora non v’è la ragione storica perché il Nuovo PSI cambi la propria collocazione.
Non si capisce perché non abbiamo fatto questa scelta molti anni fa o ancora perché abbiamo generato una scissione al Congresso non Congresso di Roma nel 2005.
Credo che l’attuale Segretario del Nuovo PSI non sia in grado, sia per lungimiranza politica, sia per prospettiva personale, di mettersi alla testa di questo percorso.
Credo che De Michlis non abbia, oggi, neanche più l’autorevolezza per richiamare a raccolta tutti coloro i quali vogliono fare una grande scommessa generazionale.
E se non lo può fare lui, tanto meno mi pare lo possa fare Formica o altri gerontocrati dell’Ex PSI che in questi anni tutto hanno dimostrato tranne che tenere effettivamente ad una rinascita di una forza Socialista Autonoma.

Le condizioni per l’unità dei socialisti. di Mauro Del Bue e Lucio Barani (deputati del Nuovo Psi)

Il tema dell’unità dei socialisti, e della conseguente creazione di un soggetto politico diretto erede dell’esperienza del Psi, è nella natura del nostro partito. Il Nuovo Psi nasce infatti a Milano nel gennaio del 2001, a un anno esatto dalla morte in solitudine, e lontano dal suo Paese, di Bettino Craxi, che di quell’esperienza è stato leader negli ultimi vent’anni, col proposito, esplicitato nel nome, di rappresentare direttamente quella speranza di rinascita. Da allora ad oggi molte cose sono cambiate. Alla ormai piena rivalutazione politica di Bettino Craxi, che qualcuno vuole addirittura inserire in un Pantheon, passando così da una criminalizzazione a una santificazione senza scrupoli, si assiste oggi ad una riproposizione della questione socialista, che viene avanzata non solo dai partiti eredi direttamente del vecchio Psi, ma anche da chi proviene da altre storie e ha fatto della identità socialista una questione dirimente nel processo di avanzamento verso il partito democratico. Due obiettivi sono ormai raggiunti nel nostro percorso politico iniziato a Milano: la lettura del socialismo degli anni ottanta, ieri ingiustamente criminalizzata e oggi al vaglio, assieme alla figura di Craxi, di una generale, anche se giustamente non acritica, rivalutazione, e la rinascita di una identità socialista che pareva definitivamente seppellita nei tribunali durante il biennio giudiziario. Resta il tema del partito politico. Né il Nuovo Psi, né lo Sdi, gli unici due partiti che hanno voluto assumere una esplicita identità socialista, sono riusciti a pervenire ad una dimensione minima soddisfacente, procedendo spesso contrapposti, attraverso alleanze anomale e anche dando vita a liste elettorali senza identità. La questione dell’unità dei socialisti, nella versione più larga, intesa cioè come unità tra coloro che provengono dall’esperienza del Psi e coloro che pur provenendo da altre esperienze sono oggi attestati sulla trincea socialista, ha trovato nel recente congresso di Fiuggi dello Sdi un momento di produttivo confronto politico. Noi crediamo che a tale confronto e al conseguente processo costituente che ne deriverà il Nuovo Psi debba partecipare con le proprie idee, a schiena dritta e senza alcun atteggiamento di subalternità o di liquidazione preventiva, come in qualche organo di stampa è apparso dal resoconto di dichiarazioni che hanno determinato preoccupazione e anche sconcerto tra i nostri militanti. Il Nuovo Psi è una piccola comunità politica, costituita da militanti e dirigenti volontari e orgogliosi di sentimenti di autonomia e di indipendenza politica, rappresentato da due parlamentari italiani e due parlamentai europei, oltre a qualche consigliere e assessore regionale, comunale e provinciale. Una piccola comunità orgogliosa della propria autonomia che ha scelto un’alleanza elettorale con la Casa delle libertà, proprio perchè la sinistra italiana era a-socialista, venata da cattocomunismo e da spirito giustizialista, ma che nell’immediato post-elezioni ha deciso di uscire dalla Casa delle libertà, precedendo l’analoga decisone dell’Udc di Pieferdinando Casini e che ha ribadito nel contempo la propria collocazione di partito di minoranza parlamentare, nell’ambito di un gruppo parlamentare autonomo, assieme alla Dc di Rotondi, che sussiste tuttora nonostante manchi una coincidenza di strategia politica, dopo la negativa esperienza elettorale. Dunque tra il Nuovo Psi e le altre forze della futura costituente socialista esiste una differenza di collocazione politica. Crediamo che sia giusto evitare di negare la realtà, così come riteniamo che non sia impossibile modificarla. Lo abbiamo sostenuto, lo ribadiamo anche in questo momento. A fronte di un altro governo siamo pronti ad assumere un’altra collocazione parlamentare, a fine legislatura non escludiamo di poter collocarci diversamente. Il segretario del partito ha spesso subordinato la riaggregazione socialista al cambiamento del quadro politico, sostenendo giustamente la necessità di un governo di larghe intese parlamentari, a partire da un risultato elettorale che aveva sancito un sostanziale pareggio tra le due coalizioni. Il problema è che tale governo di ampie intese è tutt’altro che all’orizzonte, e lo stesso Berlusconi dà l’impressione di non voler creare condizioni di crisi al governo Prodi, proprio mentre si accinge a divenire un protagonista di una alleanza con autorevoli esponenti vicini tradizionalmente alla sinistra per la più colossale operazione economico-finanziaria del nostro tempo. Il bipolarismo politico determina un compromesso storico economico-finanziario tra i due veri leader dei due poli. E con questo assume il suo definitivo connotato di bipolarismo “bastardo”. E allora che la futura costituente si occupi innanzitutto di questo, della crisi di un bipolarismo che è bastardo e sta divenendo anche subdolo.
Dunque dobbiamo chiedere ai nostri interlocutori che la scelta del nuovo partito sia dichiaratamente anti bipolare e che la nostra preferenza venga attribuita al modello elettorale tedesco, l’unico che consenta la presentazione di liste di partito, senza racchiuderle in coalizioni che diventano costrizioni e che sono dannose per la governabilità del Paese. La preferenza esplicitata a Fiuggi da Boselli per un modello elettorale simile a quello delle regionali, comporta invece l’accettazione del bipolarismo in cambio di un basso sbarramento elettorale. Se la costituente socialista vuole avere successo deve puntare a un modello che consenta l’esaltazione delle singole identità e la scelta che più volte Lanfranco Turci, come Cesare Salvi, hanno presentato come la migliore, non dipende certo da quella presunta difficoltà a scegliere uno dei due poli che potrebbe esserci invece addebitata. Il problema è scegliere un modello ideale per la rinascita delle identità politiche e nel contempo non porre la questione socialista sotto lo sbarramento elettorale, dando così netta l’impressione di volere fare solo uno Sdi un pò più forte, come sostengono di volere evitare all’unisono Turci e Caldarola. Un’operazione di questo tipo può e deve invece avere successo se darà l’impressione di procedere attraverso un profondo cambiamento del sistema politico italiano, dove alle collocazioni subentrino le domande di identità. Certo il modello elettorale non dipenderà che in misura minima da noi, ma noi dobbiamo propugnare un modello coerente con i nostri obiettivi politici e chiamare su questo a raccolta tutti coloro che avvertono la necessità di questo rinnovamento di sistema. Noi abbiamo poi un ruolo particolare in un futura costituente al quale non possiamo e non dobbiamo abdicare. Ed è quello che riteniamo assolutamente strategico, di rappresentare le istanze di quella cospicua parte di elettorato socialista che ancora non è schierato con questa sinistra ed ha votato per la Casa delle libertà. Questo elettorato va interpretato politicamente e anche dal punto di vista programmatico. Politicamente attraverso un modello capace di resuscitare l’amore per le identità storico-politiche, dal punto di vista programmatico attraverso una grande operazione di elaborazione e di confronto che dovrebbe svilupparsi in una sorta di Rimini 3. Poiché il richiamo al socialismo è minimo comun denominatore che mette insieme movimenti e correnti politiche, occorre uno sforzo congiunto di convergenza sulle cose da fare. Non basta il sacrosanto rilancio di una politica della laicità, in nome delle migliori tradizioni del socialismo liberale e delle grandi lotte di civiltà compiute nel nome di Loris Fortuna negli anni settanta e ottanta. Certo la laicità dovrà essere un settore decisivo dell’impianto programmatico del nuovo auspicato partito. E da questo punto di vista non può essere ritenuta marginale l’adesione dei radicali alla futura costituente. I radicali rappresentano una parte specifica, distintiva e rilevante della storia del socialismo liberale, da Ernesto Rossi, a Fortuna a Pannella. Non c’è battaglia sui temi dei diritti civili che non porti la firma congiunta di un radicale e di un socialista e la stessa esperienza della Rosa nel pugno noi non abbiamo mai contestato per la sua valenza ideale, ma semmai per la sua collocazione politica. Restano i temi della politica estera e della politica economica sui quali più complicato appare l’approccio con le componenti che provengono da altre storie politiche. Ma anche con costoro è giusto sviluppare un confronto sulle cose e senza pretendere alcuna abiura politica, pensando al futuro di un socialismo europeo e italiano moderno e rinnovato. Nessuno vuole la riedizione del passato, nessuno può pretendere che rinasca il vecchio Psi. L’Europa e il mondo cambiano a velocità impressionante e i grandi temi del cambiamento climatico e delle energie alternative sono oggi prioritari in qualsiasi programma di cambiamento, rappresentando due emergenze planetarie non rinviabili.
Il percorso dunque che suggeriamo è il seguente.
1) Evitare la unificazione in due tempi, prima quella degli ex Psi e poi quella degli altri. Non esiste un prima e un dopo. Esiste un confronto con tutti per trovare alla fine l’accordo con chi ci sta. Dunque nasca un tavolo di confronto con tutti coloro che sono interessati alla ripresa o all’affermazione dell’identità socialista e sulla prospettiva di creare in Italia un nuovo partito socialista.
2) Portare al confronto la nostra idea, nostra come Nuovo Psi, di autonomia e di identità, consentita da un modello elettorale come quello tedesco, e costruire sui questo una più ampia aggregazione
3) Promuovere una conferenza programmatica per definire i tratti essenziali di un socialismo del 2000, per darne una versione aggiornata, per un nuovo intreccio tra giustizia e libertà, tra pubblico e privato, tra liberalizzazioni e garanzie, per riformare lo Stato sociale, per fuoriuscire dal “caso italiano” sui temi delle libertà e della tutela dei diritti e rendere l’Italia un vero Paese europeo.
4) Prevedere un prima fase federativa, per poi fondare il nuovo contenitore da presentare alla prima prova elettorale, quella europea del 2009. Un lavoro di fusione per tappe e per successive chiarificazioni è assai più utile di una fusione a freddo, che può determinare nuovi e imprevedibili processi disgregativi e generare delusioni incontrollabili.
A queste condizioni, cioè con le nostre idee e senza rinunciare alle nostre scelte, noi possiamo e dobbiamo partecipare ad un percorso che non è altro che il nostro percorso tradizionale, quello di unire socialisti riformisti e liberali, di colmare una carenza politica grave nel panorama italiano, quello di riportare l’Italia alla sua migliore tradizione democratica e di collocarla appieno in Europa.

di Mauro Del Bue e Lucio Barani (deputati del Nuovo Psi)