Spleen socialista ( o Blues del Garofano )

Sono le 22.19 di sabato sera. Sono da poco tornato da Milano dove i segretari regionali di Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia,Lombardia, influenzato ma rappresentato, Liguria ed Emilia Romagna si sono incontrati con il Responsabile Organizzativo del Nord, Spedale, e Romiti, presente a nome della Toscana e di Lucio Barani, per discutere del nostro futuro ( futuro ? ). Mi porto a casa l’entusiasmo di tutti noi, incrollabili nel non rinunciare alla nostra identità di socialisti anti cattocomunisti, di credere al nostro modo di pensare e di essere, di vivere e di agire……. C’è volontà, per dare un contributo equo al partito ( al Sud sono più bravi e presenti ), di raddoppiare gli sforzi in iniziative, analisi e proposte per renderci più facilmente individuabili nel panorama politico. Dopo un’ampia discussione ci salutiamo con l’idea di associarci per diminuire la nostra debolezza organizzativa e di confrontarci territorialmente in modo più costante… Accarezziamo, in noi, questa ritrovata ebbrezza romana ( quella del Congresso di Giugno ) che negli ultimi tempi si era sopita, affievolita. Penso ai tre garofani quotidiani nelle tasche di Barani, penso agli sforzi di Di Trapani per dar vita ad una struttura di partito, al Socialista Lab così gradevolmente rinnovato… Penso agli sforzi di tutti… mentre leggo quanto scrive Verrecchia sul sito di Pirrotta ( www. nuovopsi ) a titolo ” Era ora ! “… Ed alla depressione da ( chi ha suonato mi capisce ) post esibizione, ( a milano, in pratica, l’orchestra dei Garofani Regionali ha fatto una grande performance ) si aggiunge, ora, lo scoramento per quell’articolo e le sue parole… E’ irridente, quel pezzo, almeno per il mio sentire. Voglio ancora sperare che siano vere le impressioni di Umberto Caruso, che esistano fino a martedì, cioè,possibilità di correre per il miglior perdente o che, per i meriti dell’Udc, si sia in condizione di presentare il nostro simbolo che stiamo ancora programmando di mostrare in giro ( in Veneto, per dirvi, al Consiglio Regionale, proprio in casa del falsario Laroni, che ancora si fregia del nostro appellativo )… probabilmente a Chioggia, a Porto tolle ed in altre località di voto.. . I giornali, finalmente, cominciano a citarci, ma per beffa sembra quasi un epitaffio… ” nei 13 del Pdl anche il Nuovo Psi… etc. etc ). Ci fanno esistere, dopo averlo atteso da tempo, ‘sti stronzi, per dire che.. stiamo scomparendo. Non mi attrae per niente l’idea del partito unico. Il mio vestito appassionante resta quello del Congresso : la Federazione dei partiti della Cdl. Se il bipartitismo per i rossiporporati è la canna del gas, non capisco questo unformarsi di qua, laddove l’omogeneità della coalzione è senz’altro comprovata e sostanziale… Immagino che Berlusconi abbia incoronato a suo erede, Fini , per farlo così repentinamente decidere il contrario di quanto detto fino a ieri ! Se penso a quanto abbiamo patito per la visibilità e per restare detentori dell’unico socialismo libertario ed autonomo, convinti che Boselli e Del Bue con Zavattieri, sarebberero approdati alla corte del comunista Uolter, beh, per il momento devo ingoiare il rospo che saranno loro, obtorto collo, a fregiarsi di tale titolo. E per quanto mi riguarda sarebbe una sconfitta politica. Mi auguro ancora che ciò non sia, e che proprio questa possibilità convinca il vertice del Pdl ( ormai in due ) ad ostacolare il gettito di voti di là consentendoci di presentaci come socialisti di quà. Un autorevole, quanto amico, rappresentante di Forza Italia del Nord, ad una richiesta di incontro pr le prossime amministrative midiceva… ” Beh, ma ormai cosa serve. Finiamo tutti assieme … ” Sono rimasto così ! Dunque saranno i p…….i di Prodi e D’Alema a tenere aperto un probabile futuro di un qualsivoglia partito socialista ? Sue giù da Roma riunioni di qua e di là, la ricerca spasmodica di un iscritto in più, continue spese di auto treno aerei ( Spedale… ) per imporci, per esistere e tra un pò la fine ? Sposeremo una sicura sopravvivenza ingloriosa ad una incerta morte gloriosa ? Lo chiamano pragmatismo, la filosofia del corto ma sicuro, ma ad esso io rispondo e propongo idealismo… I have a dream..Ho 60 anni ( quattro meno di Mick Jagger e Robert De Niro ) amo ( e suono ) i Beatles e l’hard rock , conferma vivente che la giovinezza non è anagrafica ( pratico senza l’ uso della pillola azzurra… ) e molti under 40 me li bevo. Ce la stavo facendo a convincere i miei tre figli che, nonostante il Cavaliere, i socialisti veri autonomisti e regionalisti siamo noi… Come farò adesso ad impedir loro di sostenre la Rosa Rossa o ( ha solo quindici anni, per fortuna ) la Lega ? Chiedo e confido che fino all’ultimo si insista sull’opportunità politica del nostro Garofano in evidenza sulle schede, come il Carroccio. Se ormai sono troppi nel Pdl i partiti di centro e di destra, tali da renderli doppioni se non triploni, non così è per la rappresentanza laico socialista moderata dove il NPsi è l’unico inconfondibile ed indivisibile riferimento di un’area elettorale all’un tempo storica ed europea. Sarebbe tracotanza fare questo regalo ai nostri avversari. I nostri delegati insistano sull’opportunità politica della nostra identificabilità elettorale.

Angelino Masin

TUTTI QUELLI CHE… LA PDL

PRONTI IN 13 PER SUPER-LISTA/ANSA
CON FI-AN DA MASTELLA A DINI, DA MUSSOLINI A PRI E PENSIONATI (di Anna Laura Bussa) (ANSA) – ROMA, 8 FEB – Decisamente variegata la geografia del Partito della Liberta’ di Silvio berlusconi e Gianfranco Fini.
Sono piu’ di dieci forze politiche pronte a confluire nel progetto annunciato dal Cavaliere a Piazza San Babila il 18 novembre e ora sposato da An. In piu’ c’e’ un numero ancora imprecisato di parlamentari ‘senza fissa dimora’ che si candidano ad entrare in lista.
Il primo partito, anche in termini di rappresentanza numerica, e’ naturalmente FORZA ITALIA, che alle ultime elezioni aveva preso il 24% (percentuale che potrebbe venir presa in considerazione nel calcolo complicatissimo delle candidature).
Poi c’e’ ALLEANZA NAZIONALE, che nelle precedenti consultazioni aveva raggiunto alla Camera il 12,3%. E si da’ ormai per certo, almeno per la Camera, l’arrivo dell’UDEUR di Clemente Mastella (1,4%). Anche se sara’ il Consiglio nazionale convocato per domani vicino a Ceppaloni a ratificare la decisione.
Tra i ‘piccoli’, il primo partito ad aderire all’iniziativa e’ la DEMOCRAZIA CRISTIANA PER LE AUTONOMIE di Gianfranco Rotondi che, insieme al nuovo psi, prese alla Camera nel 2006 lo 0,748, facendo eleggere pero’, grazie all’accordo con Fi, 4 deputati e due senatori. Anche il nuovo psi di Stefano Caldoro condivide il progetto, ma senza Gianni De Michelis che va con i Socialisti del centrosinistra che proprio oggi annunciano l’intenzione di presentarsi soli.
Certa e’ anche la presenza dei PENSIONATI UNITI di Carlo Fatuzzo (0,072); del senatore dei LIBERALDEMOCRATICI Lamberto Dini (con lui il senatore Giuseppe Scalera, ma non Natale D’Amico che ha scelto il centrosinistra votando la fiducia a Prodi); del PRI di Francesco Nucara e Giorgio La Malfa.
Non ancora sicura, invece, e’ l’adesione della DESTRA di Francesco Storace che pone la questione della Lega: l’unico partito, sinora, a vedersi riconosciuta da berlusconi la possibilita’ di correre con il proprio simbolo e la propria lista in una sorta di mini-coalizione. Non si puo’ chiedere ad alcuni di rinunciare alla propria identita’, spiega ai cronisti Storace, e ad altri no. Ma ora che al Pdl ha aderito anche Fini, La Destra, fuori dal listone, ipotizzano nell’attuale Cdl, potrebbe avere una maggiore visibilita’.
Avrebbe detto ‘no’ al Cavaliere, invece, Raffaele Lombardo del MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE. Lui, spiegano i suoi in Sicilia, al momento ha altri progetti: punterebbe a fare un’alleanza o direttamente con la Lega, o con la Rosa Bianca o con l’Udc. Ma potrebbero esserci ancora dei margini per un’intesa.
Poi, al Listone ha aderito anche Raffaele Costa, con la sua CASA DEL CITTADINO, ex deputato liberale di Fi e ora presidente della provincia di Cuneo. E avrebbero gia’ detto si’ a berlusconi il senatore ex An ed ex Dl Domenico Fisichella, che ha contribuito con il suo ‘no’ a far cadere il governo Prodi; Alessandra Mussolini di ALTERNATIVA SOCIALE; Gabriele Romagnoli della FIAMMA TRICOLORE.
Se la riduzione delle liste punta ad essere una novita’ sul piano politico, in termini di rimborso elettorale le cose cambiano poco. Ogni partito che aderisce al listone, infatti, sembra che stia contrattando la sua quota di rimborso. I soldi verranno versati al titolare del ‘marchio’, cioe’ del simbolo, che poi dovrebbe dividerli tra tutti i partiti sulla base di accordi pre-elettorali visto che sara’ impossibile stabilire quanti siano stati i voti di ognuno. Ma la cifra complessiva devoluta in rimborso, comunque, non dovrebbe cambiare.
‘La cosa buffa – racconta Rotondi – e’ che la Dc, per le ultime elezioni, non ha preso neanche una lira di rimborso perche’, per circa 30.000 voti, non e’ riuscita a raggiungere la quota dell’1%. Fu berlusconi allora che finanzio’ la campagna elettorale a noi e al nuovo psi, con due milioni e mezzo di euro. Io pero’ ho ripagato tutto il mio debito. L’unica cosa e’ che ho finito di saldarlo proprio una settimana prima che cadesse il governo…’.(ANSA).

NO A PRESUNZIONI E FACILONERIE, PRIMUM VINCERE…

Siamo giunti finalmente allo scioglimento delle Camere e il 13 aprile si tornerà a votare. Volenti o nolenti hanno dovuto prendere atto dell’impossibilità di mantenere comunque in piedi, e al governo, una assurda e variopinta alleanza che tanti danni ha causato al Paese. Il Governo Prodi è stato il peggiore dei governi che la nostra Repubblica abbia avuto, e l’alleanza che lo sosteneva è stata la più eterogenea e litigiosa che mai si potesse immaginare.

I gioielli che Prodi e la sua armata sono stati capaci di lasciare in eredità vanno dalla malasanità che non è solo meridionale, alle immondizie pecorobassoliniane, dallo smantellamento delle grandi opere come il Ponte sullo Stretto e la Tav, alla mancata soluzione del welfare, dalle ‘bellissime’ tasse padoaschioppiane, al carovita che comincia a far sentire drammaticamente la propria presenza, dall’assenza di prospettiva per i ‘bamboccioni’ a partire dagli LSU ed LPU eternamente precari, alla realtà di un Mezzogiorno sempre più lontano dall’Europa.

E poi ambiente, energia, trasporti, politica estera, e via di questo passo. Il fardello, come si vede, è tutt’altro che leggero. E il compito, per chi pensa al bene del Paese, fa tremare le vene e i polsi. Ma è un compito-sfida che Silvio Berlusconi e i suoi alleati, riformisti e moderati, dovranno comunque affrontare, se vogliono veramente bloccare il declino ed avviare la risalita economica, politica e sociale di cui l’Italia ha bisogno.

Primum vincere però, e poi lavoro di grande lena e grande respiro raccogliendo il senso comune della gente e le aspettative più semplici. Bisogna, quindi, per primo mettere da parte presunzione, faciloneria, e atteggiamenti da club riservato che sembrano affiorare tra alcuni alleati (vedi Maroni della Lega) e che nascondono speranze da bassa macelleria, e subito dopo realizzare le convergenze tra forze sostanzialmente omogenee a differenza dell’armata Brancaleone, non chiudendo la porta a nessuno. Già le passate elezioni hanno dimostrato che bastano anche 25.000 voti per buttare alle ortiche programmi, speranze e rilancio del Paese. Si vuole forse riconsegnare l’Italia agli incapaci prodiani?

Bando, quindi, alle dichiarazioni pubbliche tese a civettare le posizioni di Walter Veltroni anche perché, alla fine, esse si dimostreranno bugiarde e false almeno al Senato, e impegno massimo per realizzare, in soli dodici mesi, il massimo del programma. Non deve sfuggire a nessuno, infatti, che tra un anno si rivolterà nuovamente, o con una nuova legge elettorale approvata dal nuovo Parlamento, o perché i referendum che sono sempre li ad attenderci riscriveranno le nuove regole.

Il Nuovo PSI farà la sua parte, minima quanto si vuole, ma da scelta di campo non improvvisata, e darà il proprio contributo per vincere e poter governare pienamente. L’anno che ci sta di fronte, prima dei referendum, diventerà il banco di prova di chi è abituato ai distinguo o di chi insegue velleitari sbocchi personali o del proprio partito.

Giovanni ALVARO

Reggio Calabria, 6.2.2008

NON MI DISPIACE ANDARE CONTROCORRENTE

Dico subito che non mi dispiace andare controcorrente rispetto ai luoghi comuni, alle grida di dagli all’untore, e alle verità sbandierate senza alcun pudore dai mass-media nazionali, in merito ai problemi sollevati dall’arresto dell’on. Mimmo Crea ed altre 17 persone. Non mi schiero, quindi, nelle tradizionali categorie dei colpevolisti o degli innocentisti, ma dico subito che un impianto accusatorio per essere credibile e reggere non può essere costruito su ‘convincimenti’, ma su riscontri concreti.

Non mi sembra che nella vicenda, detti riscontri, ci siano in modo inoppugnabile. Al contrario, l’aver utilizzato categorie di sicuro effetto mediatico come ‘clinica degli orrori’, ed aver rilanciato la teoria dell’‘uomo nero’ al centro di ogni illecito politico-mafioso, e dopo due anni di assoluta incapacità a venire a capo della matassa del delitto Fortugno e dell’attentato a Saverio Zavettieri, la dice lunga sulla scelta di rompere gli indugi ed avviare un’operazione sperando in possibili effetti che il terremoto giudiziario potrebbe far emergere.

Ma intanto si ottengono due risultati di notevole e grave ricaduta. Uno sul piano umano riferito alle persone coinvolte nella vicenda, arrestate e indicate al pubblico ludibrio; l’altro sul piano politico perchè, a sua volta, da una parte alimenta l’antipolitica che attualmente attraversa come un fiume carsico il Paese, e dall’altra diffonde una fitta nebbia sulla Sanità calabrese che è lo specchio preciso di una classe dirigente regionale incapace e inetta. Abbiamo ancora tutti presenti i problemi della malasanità che hanno portato alla morte di giovani vite che ancora gridano vendetta.

Il Nuovo PSI chiede che si abbandonino, una volta per tutte, scelte di sicuro impatto mediatico, per ritornare a percorsi più concreti, anche perché diversamente anziché combattere le cosche mafiose si ottiene solo il risultato di rafforzarle, che è ciò che succederà quando tra due mesi, un anno o dopo la consumazione del tempo necessario, l’impianto accusatorio si potrà sfaldare inesorabilmente.

Agli arrestati di oggi il Nuovo PSI augura di poter chiarire in tempi rapidissimi la propria posizione che, a prima vista, sembra quella di un uomo che sollecita la pratica di un proprio congiunto, e di funzionari che hanno risposto positivamente a sollecitazioni della politica (ma questo, semmai, va catalogato nella pratica raccomandataria dei politici e non nell’attività mafiosa).

Giovanni ALVARO

Reggio Calabria 30.1.2008

In pericolo la democrazia

  

 

Quello che sta avvenendo negli ultimi giorni segnala una pericolosa deriva totalitaria nel nostro Paese e merita una profonda riflessione.Napolitano, massima autorità dello Stato, che invita i giornalisti a non parlare dell’emergenza campana dei rifiuti; Violante, presidente della I Commissione Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni della Camera dei Deputati e regista occulto di “Mani Pulite”, che convoca i Direttori dei Telegiornali RAI per indottrinarli su cosa possono e cosa non possono dire.L’ultimo episodio riguarda il clima anticlericale creato ad arte per impedire al Papa la possibilità di presenziare all’apertura dell’anno accademico dell’Università la Sapienza, che tra l’altro è stata fondata proprio da un pontefice. Di questo clima certo non è estranea Rai 3, complice la Littizzetto con le sue offese volgari e gratuite rivolte ad “Eminens”.Non che il Papa non possa essere criticato, ma la negazione a partecipare all’inaugurazione dell’anno accademico di una personalità di grande spessore ma non schierato sulle posizioni filogovernative, è il sintomo di una malattia più grave, che ci fa preoccupare  sul reale stato della democrazia in Italia.Questi sono i risultati dell’abbattimento dei veri partiti democratici che erano rappresentati dalla Democrazia Cristiana e dal Partito Socialista Italiano. 

 

 

Giovanni Bertoldi

Segretario Regionale Nuovo PSI Emilia Romagna

CON BERLUSCONI, GLI AUGURI ALL’ITALIA NON SONO FORMALI

Siamo entrati nel 2008, che sarà un anno importante per il nostro Paese, e non sfugge a nessuno che sarà un anno decisivo per bloccare il declino prodotto dal non governo e dalla paralisi provocata dagli obiettivi contrapposti di un’armata messa assieme solo da un odio viscerale verso il leader dei moderati e dei riformisti. Mettere la parola fine, prima che sia troppo tardi, alla babele esistente è l’obiettivo principe di chi ama veramente questo Paese e si strugge per il sentiero imboccato dal governo (?) Prodi.

Auguri, quindi, all’Italia per un vero reale cambio della guida politica. Auguri sinceri agli italiani che percepiscono, sulla loro pelle, quanto negativa sia stata la gestione prodiana e sperano in un cambiamento. Auguri al nostro partito, il Nuovo PSI di Stefano Caldoro, che non vuole essere solo spettatore dei cambiamenti necessari al Paese, ma intende contribuire, pur nei limiti delle proprie possibilità, alla nuova stagione.

Va, quindi, affrontato subito il recupero dell’unità degli alleati, che furono CdL, sulla base del riconoscimento della leadership di Silvio Berlusconi l’unico in grado di portare le forze innovative, moderate e riformiste alla guida del Paese. Va dato, infatti, atto che è attualmente l’unico in grado di coniugare assieme idee, progetti, programmi con una grande capacità attrattiva sull’elettorato. Bisogna smetterla di pensare che c’è chi sa fare politica perché cresciuto ed allevato per questo e chi invece è un ingenuo improvvisatore perché vi si è accostato in tarda età. Berlusconi, che si è accostato alla politica attiva in tarda età, ha dimostrato, invece, sul campo che le capacità politiche si acquisiscono facilmente se si è in possesso di una grande intelligenza e di un forte carisma.

Conseguentemente vanno riconsiderati gli obiettivi, alla luce dei guasti causati da Prodi, e offrire al Paese le alternative concrete alle vergogne viscopadoaschioppiane che hanno letteralmente spogliato gli italiani; vanno riassunte le riforme ‘stracciate’ per l’odio antiberlusciniano nella scuola, nelle grandi opere, nel welfare; rilanciata una politica che affronti concretamente la questione meridionale avviando il superamento dello storico gap negativo col resto dell’Italia; affrontata, quella che è stata chiamata la questione settentrionale, realizzando in primis la riforma fiscale in senso federalista e solidale; messo in moto il processo di crescita dell’economia affrontando le strozzature del processo produttivo a partire dal superamento della dipendenza energetica che è diretta conseguenza del blocco della ricerca e della realizzazione del nucleare improvvidamente decise da un referendum dei soliti verdi.

Va, infine, coniugata la democrazia con la difesa dell’ordine e della sicurezza dei cittadini col massimo rigore contro la criminalità comune e organizzata, ridando ai cittadini quella fiducia andata persa per il lassismo nella lotta all’immigrazione clandestina che senza regole diventa bacino di coltura per la criminalità diffusa che va dagli scippi, alle aggressioni, allo spaccio degli stupefacenti. In quest’ambito va altresì affrontata e realizzata la riforma della giustizia chiudendo, per i reati più gravi, la legislazione premiale e riaffermando la necessità della certezza della pena.

Su questo terreno gli auguri all’Italia non sono formali, ma affrontano i nodi che una guida forte, sana e capace con un’alleanza omogenea può sciogliere. E’ urgente, quindi, mettere da parte i giochini da basso impero e… avanti tutta per porre la parola fine ad un periodo tra i più squallidi della nostra Repubblica. Auguri a tutti noi.

Giovanni ALVARO

Reggio Calabria 5.1.2008

IL NUOVO PSI DEL VENETO PRESENTA IL SIMBOLO

La Federazione regionale Veneta convoca iscritti e simpatizzanti alla presentazione ufficiale del nostro nuovissimo simbolo. La manifestazione avrà luogo il prossimo 12 Gennaio 2008 con inizio alle ore 11.00 presso la Sala Stampa del Comune di Verona. Riconfermando la sua collocazione politica a sinistra nella CdL – che potrà svilupparsi nella costituenda Federazione dei Partiti delle Libertà – l’occasione sarà anche utile per ribadire la nostra adesione ed il nostro sostegno a tutte le Amministrazioni rette da maggioranze di Centro-Destra Progressista, attuali e future.Nell’augurio che l’incontro possa, anzi, rappresentare un rilancio della nostra attività politica in vista delle prossime elezioni amministrative di Maggio 2008, è auspicabile il più ampio coinvolgimento delle strutture e degli Organismi del Partito.Gli iscritti, ovviamente, sono pregati di allargare l’invito a quanti riterranno opportuno.

S. Reg.  Angelino Masin

Ps .- Ha garantito un suo saluto il Sindaco di Verona, Tosi.

IL NUOVO PSI PROTAGONISTA

IL NUOVO PSI PROTAGONISTA

 

Nella debolezza attuale della Costituente Socialista e  nella pusillanimità del suo leader Boselli, che di fatto si vuole distinguere come  estremo difensore di Prodi, esistono ampie condizioni, per noi, di parlare all’elettorato socialista moderato e progressista.

Sottolineare ed evidenziare le incongruenze, le contraddittorietà degli Sdi e degli ex NuovoPsi che, come ultimi  parvenus, hanno causato l’ultima scissione di giugno-luglio scorsi, credo sia, oltre che un nostro compito, per molti aspetti, anche un nostro dovere. Un conto, però, è dirselo tramite questo sito, un altro renderlo di pubblico dominio, con opportune iniziative politiche. Esistono, ancora oggi, troppe incognite per rasentare qualsiasi probabile sbocco delle vicende nazionali.

Ma in relazione alle prossime amministrative di maggio, le regole e le condizioni di voto resteranno quelle note e pertanto ci consta, come partito, di essere protagonisti ed interpreti non solo del nostro pensiero, ma prioritariamente di quanti potranno condividere  il nostro progetto politico e con esso l’alleanza che vorrà realizzarlo. E’ fuor di discussione il mio convinto sostegno alla Casa delle Libertà ed ai partners che non più tardi di alcuni mesi fa hanno sostenuto e condiviso la “mia” posizione anticomunista ed antiestremista, in quella tornata elettorale ! Troverei, poi, inaccettabile una prospettiva socialista che non fosse quella da me votata  all’ultimo Congresso di Giugno ! Il che non prescinde da una sana volontà di “pressione esterna” tale da mettere in difficoltà i ” Costituenti ” nella loro improponibile collocazione a ” sinistra “,  in questo falso centrosinistra.

E’ chiaro che non schioderemo Boselli o Angius… ma quanti loro votanti  presumibili avranno modo di rivedersi ? Spesso si parla di ” analisi “. Se veramente noi caldoriani siamo convinti della nostra linea, orbene perchè non assumere l’iniziativa all’interno della ” questione socialista ” ? Nei molti enti locali dove si andranno a rinnovare le amministrazioni, ipotizzare il recupero di presenze riformiste ancora senza orario e senza bandiera, è, di questi tempi, meno improbabile di qualche mese fa. Non è casuale che a Brindisi, come in Calabria o ad Agrigento il Nuovo Psi abbia registrato, ultimamente, adesioni ed arrivi importanti.

Non si dimentichi che quegli eventi seguirono l’entusiasmo e l’interesse destato dal nostro ultimo congresso. Poi il trend di visibilità ha avuto una flessione e non ci deve bastare nè ritenerlo sufficiente, lo scambio di pareri e le dichiarazioni su Socialistalab ! La politica è un’altra cosa. Ecco perché  proverò fino all’ultimo e continuerò laddove ho già cominciato, a parlare con quelli dello Sdi e gli ex Npsi perchè comprendano l’errore della loro politica e si ravvedano quanto prima dal sostenere ulteriormente coalizioni che con il socialismo non hanno niente a che fare !

Per assurdo vorrei ipotizzare che  Del Bue chiamasse Caldoro per un sano approfondimento onde  traghettare la Costituente tutta, a sostegno di una coalizione elettorale che escludesse vecchi e nuovi comunisti, e ponesse il Pd all’opposizione ! Non sarebbe un successo per il NuovoPsi e la società italiana ? Ed allora perchè non farlo noi se confidiamo nella bontà e valore delle nostre idee e verifichiamo quotidianamente la contraddizione di Boselli ? E’ probabile che a Roma gli Sdi e Costituenti finiranno tra le braccia di Veltroni e D’Alema ( vedi De Michelis di recente … ). Non altrettanto vorranno fare gli iscritti e gli elettori in periferia. E’ a loro che va la mia preoccupazione, è per loro che chiedo l’attenzione e la presenza del Partito.Se l’alleanza con Berlusconi è fuori discussione, mi domando se possiamo fare, forti del valore di questa linea, qualcosa di più.

 

Angelino Masin

BOVA, NON FINIREMO MAI DI PROTESTARE

Ci dispiace veramente di ritornare a parlare dell’on. Bova, ma dinanzi alla presunzione non abbiamo altra scelta. Avevamo, tra l’altro, dichiarato che ne avremmo scritto fintanto che la vicenda del Gruppo Nuovo PSI non si sarebbe risolta dando a Cesare quel che è di Cesare, e a Racco quel che è di Racco. Ma ancora oggi registriamo che quello di Cesare è stato assegnato illegalmente all’on. Luciano Racco.

Si continua, infatti, con l’uso improprio del potere mettendo sotto i piedi ogni regola e ogni ruolo, sacrificando anche il rispetto personale sull’altare del delirio di onnipotenza e degli scontri interni al proprio partito. Dai proclami dei giorni scorsi con i quali il signor Presidente cercava di accreditarsi come il Salvatore della Patria, si è passati ad un silenzio assordante. Per riuscire, infatti, a determinare la quadratura del cerchio, cosa impossibile, il nostro pseudo salvatore della patria preferisce operare nell’ombra e nel silenzio più assoluto.

Dinanzi a Lui, infatti, ci sono ben tre problemi di difficile soluzione.

Il primo nasce dalla decisione del PD di costituire il Gruppo consiliare unico, e il nostro si trova alle prese con le resistenze della Margherita che chiede di restare separati, organizzativamente (?), fino al 31 marzo prossimo; con quelle di Racco che per liquidare il ‘pomo della discordia’ con l’abbandono del Gruppo ‘Nuovo PSI’, vuole che gli venga assegnata una Presidenza di Commissione dove poter collocare gli uomini della propria illegittima struttura; e infine con quelle di Adamo che non intende essere Capogruppo di un gruppo che esiste solo sulla carta.

Il secondo problema è il frutto della attività di giocoliere del Presidente che arriva anche a proporre l’idea capovolta di Robin Hood, e cioè quello di togliere ai poveri per dare ai ricchi. Malgrado la sollevazione dei ‘poveri’ l’idea di una megastruttura per il ‘ricco’ gruppo del PD non sembra affatto accantonata, anche se il percorso per modificare la composizione delle strutture speciali è molto lungo, dato che è necessaria una legge ad hoc. Meglio allora operare in silenzio.

Infine c’è l’ultimo problema, che non certamente è il meno importante: deve riuscire a giustificare il perché ha finanziato il gruppo a Racco pur sapendo che non apparteneva più al Nuovo PSI. Dire che comunque i soldi sarebbero stati spesi lo stesso è una menzogna dato che il Nuovo PSI non aveva fino al 31 luglio 2007 alcun rappresentante in Consiglio essendo i tre eletti transitati uno (on. Stancato) all’Udeur e gli altri due (on.li Racco e Chieffallo) ai ‘Socialisti Italiani’. Dopo quella data non c’è più aggravio per le casse regionali perché la struttura o viene utilizzata da Racco o viene utilizzata dal nostro on. Galati. Vi è solo un danno causato al Nuovo PSI che non rinuncerà a pretenderne il relativo risarcimento. Prima di quella data, però, il danno è stato causato alle casse regionali.
Attendiamo di vedere uscire il coniglio dal cilindro, anche se è molto improbabile. Bova potrà operare con i proclami o col silenzio assordante, ma nell’un caso e nell’altro il Nuovo PSI continuerà a denunciarne gli abusi e le prepotenze, indicando all’opinione pubblica la pochezza dell’attuale classe dirigente (sic!) calabrese, che è la fotocopia di quella nazionale.

Adolfo COLLICE
Vice Segretario Nazionale del Nuovo PSI

Cosenza, 28.12.2007

La Costituente è un bluff?

Condivido la dichiarazione sintetica ma significativa di Franco Spedale. Ancor più se indicata come vicesegretario nazionale del nostro partito e non solo a titolo personale.
Individuo, infatti, nell´ipotesi di un incontro-confronto del NuovoPsi con Boselli e Del Bue, paritetici nel lancio della Costituente Socialista, l´opportunità di verificare, nell´attuale momento politico, la coerenza e l´attendibilità di quel progetto che, molti di noi e a ragione, hanno sempre ritenuto un bluff.
Sarebbe interessante incontrare i massimi rappresentanti del nascente Ps-Partito Socialista.
Beh, io auspico e mi auguro che Spedale in Segreteria lo proponga a sostegno della sua tesi. E spero che il Partito accetti e deliberi di chiedere un incontro ufficiale con loro ( e Angius ).
Caldoro disse, giustamente, dopo il congresso, che la diaspora non era chiusa. Il tentativo dei nostri “cugini ” di accreditarsi l´esclusiva rappresentatività dell´arcipelago socialista, sta, da ottobre in poi, franando sempre più. Non è sul terreno europeo del Pse che la “Questione” si risolve ! E´ nel nostro Paese che, innanzitutto, va chiarita la loro posizione politica da “socialisti “!
Per la storia ed i valori che rappresentano, essi non possono stare dalla parte dei conservatori, dei reazionari , degli intransigenti, dei totalitari ! Mai !
E´ sacrosanto il monito di Spedale ” Boselli faccia il riformista e mandi a casa Prodi ” ! Forse che è esagerato tacciare il suo Governo non già “riformista” ma “controriformista” ? E´ probabile che la politica di palazzo possa fare anche a meno di questa iniziativa, ma sono convinto che essa non sarebbe sgradita al popolo del “Garofano Rosso” e, tutto sommato neanche a quello della ” Rosa Bianca “. Se il Governo cadesse per i senatori che si richiamano al socialismo, sarebbe sì occasione per riaprire in termini politici e non dogmatici la ” Questione socialista “.
Con l´obiettivo di essere pronti, in una prospettiva elelttorale nuova, di poter conseguire ” autonomamente ” un 5% di garanzia per sopravvivere ed essere determinanti in un governo che escludesse comunisti ed estremisti di ieri e di oggi.

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BOVA NE HA INVENTATA UN ‘ALTRA

Siamo alle solite. Solo chi non vuol capire non capisce. L’on. Bova ne ha inventata un’altra, infatti, avendo dovuto cedere alle decisioni assunte dal PD che vuole il gruppo unico anche alla Regione Calabria e dovendo, pertanto, accorpare i gruppi dei DS, della Margherita, del PDM di Loiero e l’illegittimo gruppo di Racco, si troverà in un sol colpo con 18 unità (finanziate dalla Regione) in meno sui 24 attualmente operativi, Bova, si diceva, ha pensato bene di passare al contrattacco proponendo una modifica col maldestro tentativo di riavere con la mano sinistra ciò che viene costretto a cedere con la destra.

Il giochino boviano è semplice: vuol ridurre i componenti delle strutture piccole a vantaggio di quella del proprio partito, facendo finta di dimenticare che le strutture speciali sono strumenti, decisi con la legge regionale n. 8 del 26 maggio 1997, a supporto dell’attività del CAPOGRUPPO indipendentemente dalla consistenza del proprio gruppo che riceve GIA’ contributi mensili in base alla sua consistenza (legge regionale n. 13 del 15.3.2002).

Ma, da grande esperto qual è, tenta di far passare il giochino (così ha scritto qualche giornale locale) come una sua mediazione, per cui trattandosi di mediazione ci sarebbe chi avrebbe proposto la cancellazione, tout court, delle strutture degli altri partiti e la sola presenza del Partito Democratico, un vero e proprio regime magari sognato dai nani della politica calabrese attuale. Un grande uomo oltre che un grande Presidente il nostro Bova, veramente democratico e veramente oculato perché nell’operazione secondo i suoi proclami le casse regionali risparmierebbero. Che poi non sia vero, non gli interessa. A lui basta lanciare proclami sicuro che c’è chi li assume come oro colato.

Ma noi non ci facciamo incantare e continuiamo, senza stancarci per nulla, a porre sempre le stesse domande: perché si continua a mantenere in piedi una struttura speciale ad un Gruppo personale com’è quello dell’on. Racco? Perché si continua ad ignorare l’esistenza del Gruppo del Nuovo PSI? I nodi, è bene che si ricordi, prima o poi, arrivano al pettine: ed anche dello sperpero di danaro pubblico, prima o poi, verrà chiesto il conto a tutto l’Ufficio di Presidenza del Consiglio ed ai dirigenti acquiescenti (tranne chi sottraendosi alla egemonia presidenziale, ne ha preso le distanze).

La pazienza però ha un limite, on. Presidente, oltre la quale ci sarà un fiorire di iniziative politiche anche eclatanti. Dispiace, infine, registrare la mancanza di solidarietà e di assunzione d’impegni da parte dei nostri alleati, che in questi lunghi mesi, dal gennaio 2006 ad oggi, si sono guardati bene dal sostenerci adeguatamente: ma questo è un problema politico.

Il Vice Segretario Nazionale Adolfo COLLICE
e la Segreteria Regionale Calabrese del Nuovo PSI

Reggio Calabria 14.12.2007

Boselli: socialista (per dire) senza autonomia

Il Governo è sempre più solo; Prodi disperatamente si aggrappa a qualsiasi cosa pur di sopravvivere non importa come; gli scenari politici subiscono mutamenti quotidiani che rendono imprevedibile ogni previsione.
Eppure in tutto questo quadro vi è una certezza: la fine della costituente Socialista e del percorso di Autonomia individuato da Boselli.
È innegabile infatti che la situazione più difficile nel Panorama politico nel centro sinistra sia quella dello SDI e dei suoi annessi.
In più di un’occasione lo SDI e Boselli hanno infatti rilanciato la proposta di Autonomia dal Governo, rivendicando mani libere e prese di distanze da un Governo che oltre a non mostrare nessun Socialista di spicco non ha nulla di Socialista.
La mediazione di Prodi infatti è sempre al ribasso ed è a tenere calma una volta la sinistra radicale, una volta Mastella, un’altra Dini, ma mai nel processo decisionale è coinvolto Boselli.
Ed in più la collocazione fisica non lascia spazio; da una parte il PD, che assume posizioni che vorrebbero essere moderate, dall’altra la nuova formazione somma di tutta la sinistra radicale. È evidente che questa spazio finisce per essere compressivo per una forza Socialista che si richiama al riformismo europeo.
Vi sono almeno tre motivi, più o meno validi perché lo SDI non può stare lì.
Il primo, il più scontato e meno politico è che i Socialisti non possono stare con chi li ha eliminati e con chi ne ha preso i propri documenti (Intini 1996); argomento ormai superato dal tempo, di scarso respiro allora, nullo adesso.
Il secondo, più fondato, è che i Socialisti non possono certamente stare con la sinistra Radicale; non appartiene alla nostra cultura, alla nostra storia, alla nostra politica.
Ma anche questo è un discorso molto flebile e di scarsa sopravvivenza.
Il vero motivo per cui non possono stare di là è invece molto più semplice ma allo stesso tempo molto più forte politicamente e cioè nella collocazione nella quale stanno c’è tutto quello che il PSI ha combattuto nella sua lunga storia.
C’è la conservazione, la tradizione, il Dogmatismo, l’integralismo.
I socialisti sono per cultura Riformisti, moderati, innovatori, si sono sempre contrapposti al compromesso storico e al cattocomunismo.
Se è vero quello che annuncia Boselli, cioè la politica delle mani libere lo dimostri: da subito.
Apra la crisi di Governo, dica a Prodi che siamo arrivati all’ultima fermata e che il si scende vale per tutti.
Usi i suoi senatori per far cadere il Governo più antisocialista della repubblica e non per farlo sopravvivere; rivendicherebbe autonomia ed identità, chiuderebbe la questione Socialista, aprirebbe la strada per la costruzione di un nuovo soggetto riformista.
Che non può collocarsi nell’attuale coalizione di cosiddetto “centro-sinistra”.

BOVA, FIN QUANDO RESTERA’ A TESTA ALTA?

S’è finalmente calmato l’on. Bova che ci ha letteralmente sommerso di proclami. Egli è convinto di trovarsi nel paese dei baluba e, quindi, può fare lo stregone giocoliere. E’ un giochino, quello messo in circolo, che è stato più volte utilizzato, con grande successo, e quindi il nostro tenta di utilizzarlo ancora una volta. Ma ci vuole comunque una grande dose di presunzione per continuare su questa strada e proclamare, urbi et orbi, che non accetta lezioni da nessuno, anche perché lui sa quel che fa A TESTA ALTA, così come ha voluto che si chiamasse la sua corrente nel PD.

Bova, per usare un’immagine di un grande giornalista, è come un tir che viaggia nel deserto ad altissima velocità e solleva un polverone tale da coprire ogni cosa. Se poi vi aggiunge che, per senso civico e volontà risparmiatrice, non usa l’auto blu ma quella personale e si paga anche la benzina, il cerchio è chiuso: ha sventolato il solito cliché, ben sapendo che le sue parole rimbalzano sui media e viene rilanciata la sua immagine di uomo probo e di amministratore indefesso. E’ convinto, che nessuno farà il DNA, chiedendogli il conto.

Ma noi, abbastanza scafati e conoscitori profondi dell’uomo che abbiamo davanti, non ci facciamo incantare e gli chiediamo, e continueremo a farlo nei giorni, nelle settimane e nei mesi a venire, fintanto che la questione non sarà risolta, il conto per intero. Perché ha consentito l’esistenza dell’illegale gruppo dell’on. Racco, non tenendo in alcun conto quanto comunicatogli dal nostro Partito sul cambio di casacca dello stesso? Perché lo ha fatto ben sapendo che era illegale e illegittimo, e che sarebbe stato un grosso onere per la Regione Calabria? Si è trattato di ignoranza della legge da lui stesso ideata e sponsorizzata o di una nuova ‘dinamica’ interpretazione della stessa a fronte del passaggio di Racco e & a sinistra? O, forse, la ‘dinamica’ interpretazione della legge va ricondotta al suo netto convincimento dell’impunità?

Quando l’on. Galati è subentrato all’on. Chieffallo sembrava, anche per le assicurazioni fatte dallo stesso Bova, che si potesse andare ad una soluzione non più procrastinabile. Così non è stato, malgrado l’impegno assunto, a metà ottobre durante una lunghissima riunione dei Capigruppo, di convocare Galati e Racco nel proprio Ufficio per discutere la questione e chiudere il contenzioso. Si è ancora in attesa della convocazione.

Ma noi non ci stanchiamo e siamo sempre a fare le stesse domande attendendo pazientemente quelle risposte che fin’oggi non sono ancora arrivate. La presenza di qualche mass-media che non vuole disturbare il manovratore non ci impedirà di denunciare CONTINUAMENTE la vergogna del Gruppo BICEFALO che si trova ad avere un Capogruppo aderente ad altro Partito, per intenderci quello dell’on. Bova. Internet è veramente libera ed anche in essa faremo circolare le prodezze assunte a TESTA ALTA per farle conoscere in tutta Italia, ma sulle quali sarà costretto a riflettere a TESTA BASSA.

Giovanni ALVARO
Direzione Nazionale Nuovo PSI

Reggio Calabria 10.12.2007

In ricordo di Didò

La morte di Mario Didò mi ha profondamente rattristato. l’ho conosciuto nel 1963 ad Agrigento dove era venuto per un comizio sindacale. La sera di un giorno di dicembre nel corso di una cena a Porto Empodocle, ci disse che la sinistra del PSI avrebbe fatto la scissione ma che lui
non se ne sarebbe andato dal Partito anche se avrebbe continuato a lottare contro la deriva (si fa per dire) ministerialista dei socialisti. Pensate che
eravamo scontenti ancora dopo aver fatto la nazionalizzazione dell’industria elettrica, la riforma della scuola, misure essenziali di protezioni del lavoro che sarebbero poi sfociate nello Statuto dei Diritti del grande dirigente socialista Giacomo Brodolini. Vedete come tutto è relativo: Ora si fanno privatizzazioni anche di bene essenziali come l’acqua con il concorso di quasi tutto l’ex PCI!!
Il 12 gennaio del 1964 avvenne la scissione. Mario Didò assieme a Pietro Boni, Silvano Verzelli, Montagnani restarono a rappresentare i socialisti nella CGIL. Fernando Santi, autonomista, era rimasto al suo posto.La maggior parte del gruppo dirigente (ma non la base) segui gli scissionisti creando situazioni di gravi disagio e spingendo anche una parte del PSI ad armeggiare attorno ad un progetto di sindacato socialista.
Didò si prodigò come un leone sui due fronti: ricostituzione della corrente socialista come seconda forza della CGIL e lotta contro ogni ipotesi di sindacato di coloro. Novella ed i comunisti diedero una mano approvando in Parlamento la programmazione economica come metodo proposta dai socialisti Pieraccini e Giolitti.La scissione della CGIL fu evitata. De Martino,segretario del Partito, si convinse che ci conveniva restare nella CGIL e si accontentò di sostituire il grande Fernando Santi con il ruspante sue seguace Giovanni Mosca.
Lo ricordo infaticabile, fiero del suo socialismo padano ed italiano, unitario ma senza mai farsi mettere i piedi sul collo dai comunisti che avevano un peso schiacciante nella CGIL e non solo.
Lo ricordo per la sua schiettezza, la sua lealtà, il suo antioligarchismo, la sua genuina fede nel socialismo, la sua dedizione ai lavoratori.
Propongo che la stampa di Partito domenica dedichi grande spazio alloa sua memoria.
Ho perso un compagno ed un amico carissimo. Il socialismo italiano ed europeo ha perso una grande personalità–
Pietro Ancona da Palermo

CLEMENTINA FORLEO, EROE MANCATO

No, non siamo affatto dispiaciuti per la dura punizione messa in cantiere per la Clementina Forleo. Non ci piaceva il suo modo di operare, e la voglia, almeno così appariva, della prima pagina.

Non avevamo alcuna simpatia per questo magistrato fin da quando è balzata alle cronache nazionali per aver deciso l’assoluzione di alcuni terroristi islamici con una assurda motivazione poi giustamente riformata. La Forleo ha motivato l’assoluzione con il riconoscimento di una attività di guerriglia da non ‘confondere’, secondo lei, con una attività terroristica.

Abbiamo continuato a non stimarla per nulla anche dopo, quando ha fatto parlare di sé per l’intervento populistico ‘in difesa’ di un immigrato alle prese con la polizia, facendo sfoggio della sua qualifica di magistrato, e non sappiamo se con il proverbiale: “lei non sa chi sono io”.

Infine non abbiamo avuto più dubbi, sul giudizio severo che avevamo maturato, quando l’abbiamo vista seduta in pompa magna nell’arena di Santoro dove ha diviso la scena col collega De Magistris, protesi ambedue ad ottenere il sostegno popolare alle loro iniziative, oltre che, forse, il sostegno politico, di chi oggi si trova all’opposizione, magari perché le indagini riguardavano D’Alema, Fassino, Prodi e Mastella.

Non è arrivato, né l’uno, né l’altro sostegno. Il primo perché la gente è stufa di magistrati star e novelli Di Pietro che alla fine approdano, senza meriti, in politica; il secondo perché la concezione che i riformisti e i moderati hanno della giustizia è lontana anni luce dal doppiopesismo comunista che esprime i propri giudizi con l’occhio attento ai soggetti accusati. E’ questo che avrebbe dovuto ricordare l’on. Salvi quando dichiara che destra e sinistra si siano ricompattate per difendere la casta dei potenti. Egli sa bene che l’unanimità della decisione del CSM ha diverse origini: l’attuale sinistra difende i propri potenti messi, a torto o a ragione, sotto scacco, mentre i riformisti rifiutano il doppiopesismo.

L’errore della Forleo nasce proprio da questa incapacità a leggere le differenze di comportamento delle diverse forze politiche, e, quindi, quello di pensare che fosse sufficiente utilizzare le intercettazioni per mettere sotto accusa D’Alema (‘facci sognare’) e Fassino (‘allora siamo padroni di una banca’), ed ottenere sostegni incondizionati. L’andare ad Annozero, a differenza del passato quando in TV si andava in maniche di camicia e si leggevano proclami contro il Governo, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, determinando la reazione della sinistra senza più alcuna cautela.

Tutta la vicenda, comunque, è stata veramente esemplare per far emergere, on. Salvi, le differenze di approccio ai problemi della giustizia, della sua amministrazione, della sua organizzazione e del suo uso che a volte è stato sconsiderato. Non usiamo parole forti tanto per colorire la riflessione, ma lo facciamo a ragion veduta, e senza andare molto indietro per elencare le disfunzioni, gli errori e gli orrori di cui è disseminato il percorso giudiziario, ci basta citare il caso dell’ ex sindaco socialista di Napoli Nello Polese, che ha avuto giustizia dopo ben 15 anni e dopo aver sofferto la gogna giudiziaria, mediatica e politica. Citiamo quest’esempio perché l’assoluzione, con formula piena, è arrivata proprio in questi giorni.

Giovanni ALVARO
Direzione Nazionale Nuovo PSI

Reggio Calabria 5.12.2007