CON BOVA E LOIERO, IL CIELO E’ SEMPRE PIU’…. NERO

Avevamo detto che Marco Minniti, eletto Segretario Regionale del PD dopo aver registrato il ritiro degli altri concorrenti, avrebbe avuto una sovranità limitata nell’espletamento del suo ruolo, e così è stato. Uno dopo l’altro, Minniti inanella sconfessioni che sfuggono solo a chi vuol fare il cieco.

Aveva tentato di spostare Bova dal ruolo di potere che detiene come Presidente del Consiglio Regionale, dirottandolo all’interno della Giunta, al posto di Adamo, ma ha ricevuto un chiaro, tondo e inappellabile sdegnoso rifiuto.
Aveva proposto che Loiero fosse eletto Presidente del Partito ma anche qua ha dovuto registrare un netto insuccesso, ed alla fine l’incarico è stato assegnato alla Lo Moro.
Aveva chiesto che la nuova Giunta fosse ridotta, ma il risultato finale vede una Giunta senza cura dimagrante e, ancora una volta, così gonfiata che si è parlato di Giunta obesa.
Aveva chiesto la costituzione di un Gruppo consiliare unico (raggruppando quelli del PD, del PL e quello abusivo di Racco) ed è ancora alle prese con chi, malgrado lo scandalo che ha avuto dimensioni nazionali, rifiuta l’abbandono di un apparato profumatamente pagato dalla Regione.
Aveva chiesto…chiesto…. chiesto…. ma a che serve continuare l’elenco se oramai è palese che il vice Ministro è sotto custodia e senza libertà di manovra? A parole gli è consentito tutto, ma nei fatti a decidere è il duo formato da Bova e Loiero che, proprio a rimarcare il proprio dissenso, si sono assentati platealmente dall’assise di insediamento delle settimane passate.

Se però il risultato di questa emarginazione del vice Ministro avesse prodotto risultati non diciamo eccellenti, ma accettabili, tutto poteva passare sotto silenzio, ma così non è. Ancora una volta, infatti, si è lavorato non per offrire alla nostra comunità qualcosa di serio per la gestione della cosa pubblica, ma solo guardando agli interessi della propria bottega. Non è la Calabria che interessa, ma la propria componente politica al solo fine di mantenere una posizione di privilegio e di potere. Qualcuno ha parlato di loierismo che però va completato con il bovismo. Fuori quindi l’on. Principe che non serve più ed è considerato ormai un politico bruciato, e dentro una donna che è l’unica in circolazione dopo l’uscita della Lo Moro (se qualcuno dei nuovi arrivati, nel PD, avesse sperato in qualche ipotesi è più che servito. Quando, infatti, si arriva alla stretta finale prevale sempre l’interesse diretto di bottega).

Durerà? Rispetto alla Giunta passata c’è una caratura di gran lunga inferiore, per cui la domanda da porsi non è sul tempo di durata, ma sulla quantità di rovine che sarà capace di aggiungere a quelle passate, e su cosa riuscirà a fare l’altra parte dell’universo politico per contrastare il degrado e i guasti più che annunciati. Già l’on. Abramo ha fortemente criticato la mancanza di gioco di squadra e i trasversalismi che, soprattutto a livello consiliare, paralizzano l’attività e il sereno confronto delle posizioni. All’orizzonte si addensano nuvole gravide di pioggia, e un cielo sempre più … nero.

dr. Giovanni ALVARO
Direzione Nazionale Nuovo PSI

Reggio Calabria 2.12.2007

Vivere o Morire

O adesso o mai più.

De Michelis ci ha rovinato conducendoci in questo stato dopo 10 anni di sua gestione totalitaria.

Adesso nuove prospettive si possono aprire a condizione che riusciamo coraggiosamente a prendere con decisione un percorso unico determinato serio e deciso.

Qual è la nostra linea Politica oggi, qual è la nostra collocazione oggi?

Cosa ne pensiamo del Partito delle Libertà?

Perché non siamo visibili?

Perché mai una persona dovrebbe stare nel Nuovo PSI? Qual è la proposta di attrazione che lo stesso fa. Com’è l’organizzazione sul territorio?

Sono tutti interrogativi che ognuno di noi, che ha deciso di non mollare, di tenere alta la bandiera del SOCIALISMO, ha nella testa, ha nel cuore.

Ci troviamo di fronte al bivio: vivere o perire; io credo che la partita debba essere giocata tutta, con forza con determinazione, che la nostra sopravvivenza è necessaria, non solo a noi per continuare a vivere, ma anche al nostro Paese per essere migliore.

E se dobbiamo morire almeno facciamolo con dignità combattendo fino all’ultimo, moriamo avendo cercato di mantenere alto il simbolo del garofano che è anche il simbolo del riformismo Italiano.

Indicateci una linea, che sia tale, dateci un percorso, dimostrateci che vale la pena stare nel Nuovo PSI, non permettete a molti compagni che non vogliono andare con la falsa sinistra e con la falsa costituente di fare un loro percorso da singoli, senza il Nostro Partito.

Abbiamo perduto troppe occasioni, non dobbiamo avere la capacità di perdere anche questa.

                                                                                                               Annibale

L’IRA E’ SEMPRE CATTIVA CONSIGLIERA…

Il Nuovo PSI, per la sua consistenza, anche se non è in grado di poter determinare le scelte che dovranno regolare la vita politica del Paese, non rinuncia a dire la sua nel dibattito che attualmente registra una situazione abbastanza fluida in tutte e due gli schieramenti. Quello conservatore che fa capo, tanto per intenderci, al signor Prodi ed alla sua armata, e quello riformista che ha in Berlusconi il suo leader.

L’invito a calmarsi sembra non aver avuto finora ascolto anche se, è presumibile, che siano in attività, senza proiezioni esterne ma sotto traccia, le diplomazie di tutti i partiti. Se ciò è vero bisogna, però, evitare di dar l’impressione che la mano destra non sappia ciò che sta facendo la sinistra, anche perché si complicherebbe terribilmente l’attività di ricucitura e riaggregazione delle forze che hanno un comune sentire rispetto ai problemi del Paese.

Detto ciò vanno comunque sottolineati due aspetti delle polemiche che la dicono lunga sul livello di due delle tre famose punte (come platealmente si è preteso di definirle alle elezioni politiche, ignorando la quarta punta rappresentata dalla Lega, e la quinta che sono tutti i partiti minori) che si stanno rivelando abbastanza spuntate.

Che significa l’affermazione di Casini: “io sto lavorando al centro per costruire un contenitore per i moderati che non vogliono populismo” ? Ma veramente è convinto che agli italiani interessi di più un contenitore di centro, e di meno le politiche che esso deve esprimere? L’obiettivo delle forze politiche è quello del buon governare affrontando e risolvendo i problemi del Paese, della sua economia, del Mezzogiorno e dello sviluppo nel suo complesso. Se Casini è convinto che i 5 anni di governo della CdL siano stati un fallimento, e le 36 riforme realizzate siano state solo acqua calda, ha ragione d’allontanarsi vagheggiando improbabili ricostruzioni centriste. Se non è così bisogna smetterla di fare karakiri perché le responsabilità dell’eventuale cattivo governare non possono essere addebitate solo a Berlusconi, in quanto le responsabilità sarebbero collettive.

Ma anche Fini, nella foga della polemica, effettua uno scivolone incredibile quando, dopo aver sostenuto che d’ora in poi terrà le mani libere, vi aggiunge, velenosamente, sopratutto sui problemi della giustizia e delle televisioni. Di che si tratta? Di una confessione su provvedimenti votati ma non condivisi, o di una minaccia contro il Cavaliere? Nell’un caso e nell’altro si tratta di un incespicare maldestro: se è una ‘confessione’ essa dimostrerebbe l’inconsistenza governativa di un Fini piegato a votare cose non condivise; se si tratta di una ‘minaccia’ siamo anche quà all’assurdo perché ci si farebbe guidare nelle prossime decisioni legislative dal risentimento. L’ira, bisogna ricordarlo, è sempre cattiva consigliera.
Sarebbe auspicabile che si parlasse di meno, lasciando campo libero alle rispettive diplomazie. Recuperare un rapporto è certamente difficile, ma non impossibile anche perché non ci sono alternative, se non quella di consegnare il Paese, e non si sa per quanto tempo, a chi veramente non ha saputo governare scegliendo la strada delle tasse e del disfacimento di tutto quello che era stato faticosamente messo in piedi dalle forze riformiste e moderate. Sul proscenio, questa volta, non ci sarebbe Prodi, ma sicuramente un uomo ‘forte’.

Se non esiste folgorazione improvvisa sulla via di Damasco, è urgente abbandonare i disegni velleitari e individuali che nulla hanno a che fare con gli obiettivi politici che l’Italia ci chiede, e lavorare per trasformare le difficoltà di oggi in un nuovo grande impegno politico. I socialisti del Nuovo PSI saranno su questo versante, la rete che si ipotizza è il terreno di incontro.

Giovanni ALVARO
Direzione Nazionale Nuovo PSI
Reggio Calabria 30.11.2007

LETTERA APERTA di Adolfo Collice al Presidente del Consiglio della Calabria

Egregio Presidente,
nei giorni scorsi, il nostro Capogruppo on. Galati ha ricevuto, a firma del Dirigente Risorse Umane del Consiglio Regionale, una lettera di reiezione della richiesta di attivazione della struttura speciale che è prevista per legge, essendo stato eletto nelle liste del Nuovo PSI ed avendo aderito a detto Gruppo nel quale non figura altro Consigliere (avendo l’on. Stancato abbandonato il Partito per aderire all’UDEUR, e avendo l’on. Racco aderito, prima al raggruppamento ‘I Socialisti’, e successivamente al Partito Democratico, che se non sbaglio è lo stesso dove milita anche Lei).

Mi rifiuto di pensare che il dottor Calabrò abbia deciso autonomamente il contenuto della lettera, perché essendo Ella il Presidente del Consiglio come minimo l’ha dovuta informare dell’iniziativa, a meno che non l’abbia addirittura concordata con Lei. La lettera in questione era accompagnata da un parere redatto dai Consulenti Giuridici della Regione che mi risulta siano addirittura cinque e percepiscono ben 4.000 euro al mese per ‘mezz’ora di presenza alla settimana’ negli Uffici della Regione (così recita la delibera di nomina). Fatte le dovute moltiplicazioni si tratta di un impegno di ben 240.000 euro all’anno (circa mezzo miliardo di vecchie lire) oltre ad eventuali rimborsi spese.

Mi sorprende che dopo i tanti proclami di risparmio o riduzione dei costi della politica Le sia sfuggito questo ruscelletto che fa sparire dalle casse regionali tanto denaro per così poco lavoro. E che lavoro!!! I suoi Consulenti invece di spremersi le meningi, per diversi mesi, per partorire il classico topolino, avrebbero potuto navigare su Internet ed avrebbero trovato alcune sentenze che sono abbastanza chiare in materia di Gruppi consiliari. Io gliene voglio citare solo due oltre a fornirLe un accenno di uno studio redatto sulla riforma del regolamento della Camera dei Deputati.

La prima è una sentenza della Cassazione (n. 3335 del 19.2.2004) che riguarda un processo per mancato pagamento delle prestazioni professionali di un avvocato di Lametta Terme, da parte della Lega Nord. In essa si legge testualmente: “la dottrina pubblicistica, nell’analizzare la natura giuridica dei gruppi parlamentari, ne ha sempre distinto due piani di attività: uno squisitamente ‘parlamentare’ in relazione al quale i gruppi costituiscono gli strumenti necessari per lo svolgimento delle funzioni proprie del Parlamento….; l’altro, più strettamente politico, che concerne il rapporto, ‘molto stretto, ed in ultima analisi di subordinazione’, del singolo gruppo con il partito di riferimento;….

La seconda è una sentenza della Corte Costituzionale (n. 4 del 12.4.1990) che riguardava un contenzioso in materia di gruppi consiliari tra lo Stato e le Regioni Liguria e Toscana. In essa si legge testualmente, al punto 2.1: “E’ opportuno ricordare che i gruppi consiliari sono organi del Consiglio Regionale, caratterizzati da una peculiare autonomia in quanto espressione, nell’ambito del Consiglio stesso, dei partiti o delle correnti politiche che hanno presentato liste di candidati al corpo elettorale, ottenendone i suffragi necessari alla elezione dei consiglieri. ….

La terza citazione è tratta da ‘La riforma del regolamento della Camera dei Deputati’ introdotto dal prof. Fulco Lanchester, il cui resoconto è stato redatto dai dott.ri Claudia Di Andrea e Paolo Zuddas. In esso si legge: “I gruppi parlamentari sono le proiezioni, in seno alle Camere, dei Partiti organizzati nel Paese. … Se, in altri termini, il gruppo parlamentare è la proiezione in Parlamento del partito, e se il partito è quella associazione che….. ha un idem sentire de Repubblica, …… occorre che il gruppo parlamentare corrisponda e aderisca in modo preciso al partito politico così come si è individuato nello svolgimento e nei risultati del procedimento elettorale”.

Orbene, Signor Presidente, se i Gruppi sono espressione dei partiti, per quale arcana questione Lei non ha voluto considerare per nulla la mia lettera con la quale La informavo che Racco e Chieffallo non facevano più parte del Nuovo PSI, per loro espressa dichiarata decisione, e che quindi non potevano costituire il gruppo con le insegne di un partito che non era più il loro, e con tutti gli appannaggi del caso? E per quale ragione non ha voluto tenere conto della dichiarazione fattaLe il 31 agosto scorso dall’on. Galati con la quale La informava che, essendo subentrato a Chieffallo, si iscriveva al Gruppo del partito sotto le cui insegne era stato eletto, e cioè il Nuovo PSI? E perché infine non ha voluto tenere conto dell’ultima lettera inviataLe con la quale la informavo che nel Gruppo Nuovo PSI, c’era soltanto Galati e nessun altro?

Presunzione, prevaricazione, abuso di potere? Non mi interessa più saperlo. Che le cose vadano come devono andare. Un problema è certo: tutti quelli, politici o dirigenti regionali, che sono responsabili di questa situazione devono riflettere seriamente perché di certo potrebbero pagarne le conseguenze.

Peccato, Signor Presidente, che, data la scorrettezza con la quale si è rapportato al sottoscritto ed al Partito che rappresento, debba salutarLa senza alcuna affettuosità.

dr. Adolfo COLLICE
Vice Segretario Nazionale Nuovo PSI

Cosenza 29.11.2007

Berlusconi dovrebbe fare un po’ di Autocritica

L’attuale situazione politica italiana è caratterizzata dal lancio del Partito del Popolo (idea
lanciata da Silvio Berlusconi per rilanciare il centrodestra) ha destato un certo sconcerto tra gli alleati.
Credo che una più assidua partecipazione parlamentare da parte del centrodestra sarebbe stata necessaria
(la finanziaraia 2008 è stata approvata in Parlamento con una discreta maggioranza); nonostante
sia necessario mantenere contatti con il popolo, ciò non può comunque avvenire solo con manifestazioni di piazza.
E’ doveroso evidenziare che la strategia dell’opposizione non può essere determinata prescindendo dallo strumento
parlamentare, ciò deve avvenire grazie all’impegno del leader per mantenere una coalizione coesa.
Il centrodestra a cui il Nuovo Psi appartiene, attende quindi l’evoluzione del processo politico che è in corso.
Tuttavia sarebbe macroscopico negare o nascondere che l’opertao del Governo Prodi non è stato finora molto brillante.
L’obbligatorio utilizzo della fiducia per approvare poche leggi (facendo anche ricorso al discutibile ruolo dei senatori a
vita come ago della bilancia), ha generato sfiducia tra gli elettori che si sentono sempre più lontani dalla politica.
L’abrogazione della Riforma dell’Istruzione voluta dall’ex ministro dell’Istruzione, oggi sindaco di Milano, Letizia Moratti,
che pur tra molti contrasti stava cominciando a dare i primi frutti ha reso precari il nostro Sistema Scolastico e Universitario,
che già non godeva di buona fama a livello europeo.
A questo dobbiamo aggiungere un regolamento del flusso migratorio dissennato che ha favorito l’immigrazione clandestina
a scapito della sicurezza sociale della popolazione italiana.
Tutto ciò è avvenuto spesse volte grazie a ddl approvati in pochi giorni per mantenere coesa una maggioranza
che esprime molte carenze e pochi punti di merito e che non può certo fregiarsi dell’aggettivo eterogenea.
Ulteriori contrasti emergono infine dalle recenti dichiarazioni di Romano Prodi che esprime apprezzamento e stima
per la missione militare in Afganistan ma deve far fronte alle sempre più pressanti richieste di ritiro da parte della sinistra estrema.

CALMARSI: C’E’ ANCORA MOLTA STRADA DA FARE ASSIEME

Dopo la grande abbuffata di dichiarazioni, analisi, speranze e prospettive, messe in campo un pò da tutti, con una velocità che solo l’accelerata alla politica impressa dal terremoto berlusconiano poteva permettere, sta subentrando una fase di riflessione alla quale bisogna partecipare, come riformisti socialisti, molto attivamente. C’è il rischio infatti di non comprendere gli scenari che si sono aperti e di ragionare col vecchio metro, col pericolo di non riuscire a discernere il grano dal loglio.

La Casa delle Libertà era già finita prima del terremoto. Come entità coesa e politicamente impegnata nella lotta politica era da tempo in quarantena. Infatti l’età del Cavaliere spingeva i due ‘colonnelli’, come impropriamente sono stati chiamati, in una corsa a differenziarsi con un obiettivo minimo, rafforzare la propria presenza sulla scena politica, e con un obiettivo massimo, tentare di accreditarsi come vero e unico ‘erede’. Con tattiche diverse, ma questo è lo sfondo del palcoscenico su cui si è cimentato il duo Casini-Fini.

Il primo sperando di diventare punto di coagulo delle forze centriste che gli avrebbe permesso di assurgere a novello condottiero delle forze di destra; mentre il secondo, per la maggior dote elettorale, s’era convinto d’essere autosufficiente nel raggiungere lo scopo. Tutte e due però piegati all’interno e soprattutto impegnati a fare le bucce al leader. L’onere di affrontare la battaglia politica rimaneva nelle mani di Berlusconi e di alcune forze minori che, perché tali, non hanno avuto un gran peso (così è stato nella campagna elettorale; così si è verificato nella difesa delle leggi partorite dal precedente Governo; così si è riproposto nella lotta contro la finanziaria). Tutte e due però dimentichi che il vero motore dell’aggregazione moderata (Casa delle Libertà) era stato e continua ad essere il Cavaliere Berlusconi.

La vicenda della successione, però, se da una parte mostrava la miopia politica di chi la cavalcava (strategicamente?), dall’altra diventava un vero e proprio sbarramento alla visibilità delle forze minori (la programmazione mediatica –di cui si parla proprio in questi giorni (illuminante l’articolo di Guzzanti)- aveva interesse ad esaltare i balletti di Casini e i distinguo di Fini, ignorando totalmente le forze minori non interessate al problema). Il terremoto, però, apre scenari nuovi e inediti. Non si tratta di bere la cicuta del Partito unico, ma di plaudire ad una iniziativa che libera anche la CdL dall’ingessatura in cui si trovava (i protagonisti erano sempre Forza Italia-AN-UDC a volte la Lega, e a volte Rotondi), e permette la costruzione di percorsi nuovi nell’interesse dell’Italia, del suo sviluppo e delle nuove generazioni.

Tra l’altro sono molte le forze, fra i moderati come fra i democratici, che non intendono confluire in calderoni unici. Fra i moderati, tanto per analizzare lo scenario in cui ci siamo collocati con l’ultimo Congresso, ci sono sicuramente, oltre ad AN e all’UDC, anche il PRI, la Destra di Storace, altri e soprattutto il Nuovo PSI, che a differenza degli altri ‘socialisti’ (quelli rifugiatisi a sinistra), ha oggi, soprattutto dopo l’uscita di Berlusconi, una caratterizzazione piena e senza equivoci. Non c’è più alcuna confusione col Cavaliere che ha scelto di collocarsi in Europa nel Ppe che non è certamente il nostro punto di riferimento.

Bisogna evitare, quindi, di avviare un referendum su chi vuole la confluenza e chi la rifiuta. E’ un falso dilemma. Non è questo il terreno di confronto: esso era e rimane la ramificazione del Partito, con radicazione sul tutto il territorio nazionale, e l’impegno a produrre iniziative e politica. Lo scontro attuale è destinato a rientrare, i kamikaze non fanno parte della cultura occidentale. E anche se non tutto può essere come prima, c’è ancora molta strada che dovrà essere fatta assieme. E il Nuovo PSI vuole esserci, e deve esserci con la sua identità, la sua storia e la sua autonomia: non abbiamo bisogno di alcun liquidatore come invece saranno costretti altri che di socialismo mantengono solo la parola.

Giovanni ALVARO
Direzione Nazionale Nuovo PSI
Reggio Calabria, 25.11.2007

ROTTO IL FRONTE DEL SILENZIO TRA I MASS-MEDIA CALABRESI

Sulla vicenda del Gruppo regionale del Nuovo PSI che ha registrato l’assurdità di un Gruppo bipolare o bicefalo con un Presidente, Luciano Racco, addirittura aderente ad altro Partito (nella fattispecie al Partito democratico), e con un Consigliere, l’on. Galati del Nuovo PSI, senza alcun ruolo perché esautorato dall’attuale Presidente del Consiglio, si è finalmente rotto il fronte del silenzio dei mass-media calabresi.

Pochi, infatti, hanno avuto il coraggio(?) di scrivere sulla vicenda, anche perché indirettamente sarebbe stato come scrivere contro l’on. Peppe Bova, e fra questi c’è il super coraggioso settimanale di attualità regionale (‘Mezzoeuro’) che ha dedicato all’argomento ben 5 pagine di articoli, commenti e documentazione varia. Un vero terremoto per il piccolo on. Bova sempre più convinto della sua onnipotenza. Ma anche i grandi (si fa per dire), prima o poi, se abusano del loro potere, finiscono male.

Sotto il titolo ‘Il Garofano calpestato’ il settimanale commenta con parole di fuoco “una vicenda complicata e incattivita dal peggio che la politica da queste parti sa esporre. Una storia di finte diaspore politico-culturali. Di appropriazione indebita di poltrone. Di quattrini, alla fin fine. E’ la storia del gruppo regionale dei socialisti…”. Nel sottotitolo il settimanale mette il coltello nella piaga e continua: “Anche dopo l’ingresso in Consiglio Regionale di Galati e l’uscita di Chieffallo rimane in vita il gruppo (360 mila euro all’anno) di Racco che continua a chiamarsi ‘Nuovo PSI’ che è, però, di altra collocazione politica. Racco per mantenere gruppo e appannaggi vari non ha abbandonato la dizione ‘Nuovo PSI’ . E Bova tace…”
Nella pagine seguenti si documenta come ‘Bova non poteva non sapere’, riproducendo la lettera del 3 febbraio 2006 con la quale gli si ricordava che Racco e Chieffallo avevano abbandonato il Partito. Nessuna risposta. Il 9 marzo 2006 nuova sollecitazione con l’avviso che il Partito avrebbe interessato del problema anche la Corte dei Conti. Ancora silenzio assoluto. Terza ed ultima lettera il 28 marzo 2006. Ma non c’è peggior sordo di chi non voglia sentire. Buio totale, silenzio di tomba.

Il ducetto Bova si fa vivo in autunno, rispondendo ad una interrogazione avanzata da un Consigliere, facendo sfoggio di grande cultura giuridica (sic!) e provocando una durissima lettera aperta del compagno Giovanni Alvaro che dopo aver sottolineato come per ben tre volte aveva ignorato le lettere del Partito, continuava: “C’è un limite a tutto, caro Presidente, ma Lei non se ne cura per nulla: mette il carro dove crede sia più opportuno per le sue alchimie politiche”.
Il servizio di ‘Mezzoeuro’ continua con la riproduzione dell’art. 27 dello Statuto che regola i Gruppi, con la pubblicazione dell’esposto denuncia alla Corte dei Conti dell’8 gennaio 2007, e con l’amara lettera, del successivo 10 gennaio, indirizzata ai Consiglieri della CdL totalmente assenti nella vicenda, e conclude: “Un gruppo bicefalo o bipolare perché Galati appartiene allo schieramento di centrodestra. Giurisprudenza applicata alle esigenze tutte tipiche dei calabrotti in politica. Si profila all’orizzonte un altro di quei casi che facilmente troveranno spazio quanto prima nel libro dei paradossi, degli sprechi, dell’incuria e delle negligenze che su scala nazionale si stampa in Calabria e che fa sorridere il Paese. Non potrebbe trovarsi altrove una tipografia simile…”.
Adolfo Collice
Vice Segretario Nazionale Nuovo PSI

Reggio Calabria 25.11.2007

LA SPECTRE STA DIETRO L’ASSASSINIO DELL’ON. FORTUGNO?

L’interrogatorio del Presidente del Consiglio on. Peppe Bova, nel corso del processo per l’assassinio del povero Franco Fortugno (Vice Presidente del Consiglio Regionale della Calabria) è di quelli da manuale.

Esso è tutto intriso di frasi scontate come l’acqua calda: “è un delitto portato a termine con finalità politiche, ma con modalità mafiose”; di luoghi comuni utilizzati pro domo sua (vecchio vizio comunista): “la ‘mente’ che ha deciso sapeva che stroncando la vita di Fortugno avrebbe interrotto o comunque fortemente indebolito il processo di cambiamento che si stava avviando”; con un pizzico di presunzione investigativa: ”sono convinto che ad autorizzare l’omicidio dell’on. Fortugno furono piu’ cosche”; ed infine col rifugio tradizionale nel mistero che da sempre viene utilizzato per lasciare aperti problemi e poterli usare politicamente in qualsiasi momento: “a deciderlo furono poteri oscuri e illegali”.

Di questo passo, si arriva alla P2, alla CIA, alla Spectre e, novella apparsa sulla scena dei crimini, alla Struttura Delta. E’ il versante tanto amato ed usato dalle centrali politiche totalitarie che con questo sistema, sorretto e appoggiato da alcuni grandi mass-media nazionali, confezionano i percorsi da seguire. Non interessa loro la verità, soprattutto se è semplice e scontata, interessa costruire il mistero e presentarsi come coloro che ‘sanno’, ‘comprendono’, ‘capiscono’ ogni retroscena. E’ un film già visto e rivisto, da Piazza Fontana a Ustica, alla strage di Via dei Georgofili a Firenze, semmai la novità sta nell’aver, almeno finora, lasciato fuori protagonisti come ad esempio il Cavaliere nero Berlusconi.

Smettiamola di fare i primi della classe. Lasciamo agli investigatori il compito di districare la matassa ed alla Magistratura quello di giudicare, ed evitiamo di costruire grandi scenari, perché in questo modo si rischia di aiutare la mafia. I polveroni e gli scenari apocalittici sono, infatti, un aiuto insperato per un’organizzazione criminale che decide, lo sappiamo bene, ogni delitto eccellente.

Giovanni Alvaro
Direzione Nazionale Nuovo PSI

Reggio Calabria 23.11.2007

In risposta a Luciano dalla Sardegna: Se la Cdl è finita dobbiamo cambiare in corsa

Caro compagno Luciano, questa mia non è una risposta, bensì la proposizione di un ” blog ” che in questa fase necessita per comunicare in tempo reale e possibile tra gli ultimi vivaisti del Garofano. Spero intervengano in molti. 

Possiamo dare una valutazione da ” critici ” dell’azione di Berlusconi ed in tal senso i più o meno  ” bravo” saranno  un parere, personale, mio, tuo, suo etc. Dobbiamo, però, anche esaminare politicamente quel comportamento e quella proposta. Si ritiene quanto meno irrispettosa la manovra del Presidente di Forza Italia ? E quanto dannosa per il Nuovo Psi ?…. Tuttavia la politica richiede azione e non già meditazione, proposizione e non già autocommiserazione… Fini o Casini, per seguire la tua traccia, non potevano fottere Berlusconi… non ne avevano la forza elettorale. Se lo sappiamo io e te, vuoi che non lo sapesse Berlusconi ? E’ la teoria che in opposizione uno all’altro tutto sommato si allungano la vita, ad aver smosso Udc e Fi… L’uso pervicace della scimitarra quando serviva il fioretto, alla lunga deve aver insospettito Casini e Fini inducendoli, come insistono ora, a ritenere quella tattica ( della spallata a Prodi ) proprio l’unica che allungasse la vita a questo Governo e quindi al suo leader in opposizione. Perchè, mi chiedo, nel mentre consideriamo sperticatamente geniale questa invenzione domenicale di Berlusconi, non concediamo la coerenza politica dei due colonnelli ? Forse è tutta campata in aria, strumentale, la loro analisi ? Non hanno diritto a difendere la loro identità ? E noi la nostra ? Chiusa la Cdl, adesso, tutto si riapre.. Mi vien da sorridere a pensare se Casini avesse deciso o decidesse di dare l’appoggio esterno al governo Prodi, con la stessa spregiudicatezza con cui è stata “terminata ” la Cdl; con la stessa noncuranza con cui il Pdl vesperino ed unilaterale ha detto ” tutto azzerato “. La politica è un’altra cosa, confronto, dibattito, alleanze… E le invenzioni si possono fare assieme ! E’ che tutti siamo qui a parlare di Berlusconi l’invenzione politica ? Questo è Berluconismo = alias peronismo. Voglio essere sincero fino in fondo. Per me il Cavaliere ha fatto autogol !

Il Pdl spiazza e offende tutti. Perchè anche ieri sera da Ferrara a La7, Silvio non ha mai detto ” Federazione dei partiti della Libertà ” bensì  insiste sul partito anti Pd.  Per me è un errore politico, la fine della Cdl, in generale e per il NuovoPsi. Perchè nella Cdl non rappresentavamo un centro diverso dal centro ( Giovanardi, Rotondi ) bensì un’area specifica ( quella socialista/riformista, la sinistra della coalizione ). Recentemente la coalizione si era completata con ” la Destra “. di Storace ( che considera An ormai di cen tro ). A pochi giorni dall’averlo battezzato, Berlusca l’ha annientato ! Tu lo vedi uno Storace senza identità ? senza la sua storia, senza i suoi valori ? Stesso vale per noi. La Cdl insomma era garanzia di pluralismo, di democrazia. Il sistema bipartitico è un sistema sovietico, illiberale, anche se – per civile immaturità e carenza storica – lo praticano gli anglosassonie americani. Intimamente mi auguro che ci sia rivolta in FI e che alla fine i ” politici ” ( qualcuno lo citi pure tu ), non i ” Berluschiani” ( leggi la siura Brambilla e qualche neorampante di Fininvest ),facciano quadrato.  Il Pdl è un’operazione ammazzapolitica. E’ l’ultima spiaggia ” dei parrucconi rossi ” ma così facendo li legittimiamo. Mi conforta leggere oggi qualche giornale ( Libero, Resto del Carlino.. ) che riporta come in Fi si verifichi  qualche sussulto… dignitoso ( vedi Consiglio regionale Emilia Romagna, per non dimenticare il silenzio di Formigoni e Moratti… ). Comunque tutte cose che non ci riguardano. Il quadro politico di riferimento per noi non cambia. Dovremo risostenere che stiamo  con quanti s’impegneranno, intanto, in un’alleanza che escluda i comunisti, i massimalisti ed i giustizialisti sotto ogni specie e dicitura. Poi che saremo al fianco di quanti vorranno fare subito alcune riforme: energetica, strutturale,istituzionale,economica, culturale, fiscale, occupazionale, previdenzialee ( traduco a spanne  : nucleare, grandi opere, riduzione parlamentari ed enti locali, sistema cooperativo e bancario nonchè nuova legge su libere professioni, scuola e ricerca, riduzione imposte indirette, limitare precariato e dare  incentivi per avviamento primo impiego,  creare sicurezza di vita e aggiornare sistema pensionistico e sanitario ).

L’attuale silenzio pubblico del NuovoPsi sta diventando una cicuta… suicida. Non siamo presenti sui massmedia, a quattro  mesi dal Congresso, siamo ancora un ectoplasma. Al di là al di qua al di sotto ed al di sopra di Berlusconi, siamo pur sempre i socialisti autonomisti italiani, rappresentiamo una storia secolare. La fine del bipolarismo cambia tutto. Se tale fatto si confermerà, dovremo rivedere molte nostre recenti posizioni , anche la valutazione della costituente.  Anche Boselli e C, vedi  il tuo richiamo a Del Bue, dovranno aggiornare le loro posizioni.. Non c’è più  il Prodi sì, Prodi no, neanche loro di là saranno più determinanti se il dialogo bipartitico prenderà corpo ! Su tale evidenza li potremmo, anzi,incalzare verso un progetto di futura maggioranza che è quella indicata nel mio primo post. Un discorso, e vale per il Npsi, è sostenere una coalizione riformista ed anticomunista, un’ altra Berlusconi a prescindere. Che,  ripeto, con il Pdl ha pensato solo ai c…i suoi o al massimo a quelli della Brambilla. Senza alcun rispetto e considerzione per gli alleati. Credo, comunque, e questa è la conclusione,che la situazione politica in generale sia in grande evoluzione. Quindi giusta cautela, per prima la mia, ma non immobilismo. Sarebbe almeno auspicabile che il nostro simbolo cominciasse a comparire in Tv. Almeno questo. Per il resto le idee non ci sono mai mancate. Come pure coerenza, dignità ed orgoglio. Bene, non perdiamole oggi. Spero di rileggerti presto.

Angelino Masin

SegretarioNpsi del Veneto

Il Nuovo Psi dopo l´iniziativa di Berlusconi

Non c´è dubbio,che l´iniziativa di Berlusconi ha spiazzato l´intero quadro politco,e sopratutto i principali leader della c.d.l.,dimostrando che in quanto a tatticismi non ha da imparare niente da nessuno ed in particolare da chi lo voleva scavalcare a sinistra.
Detto questo,è doveroso che si comprenda che fine farà il”N.P.S.I.”.
Con la nascita,del”P.P.L.che berlusconi ha partorito;le prospettive del “N.P.S.I.”,che nell´ultimo Congresso Nazionale aveva fatto la scelta di aderire alla federazione dei partiti,con la propria autonomia all´interno della C.D.L.,oggi sono cambiate.
La “chiara scelta di campo”,di cui Antonino Di Trapani ha dichiarato alla stampa ha bisogno di ulteriore chiarezza;che il seg.nazionale,Stefano Caldoro,per il bene ed il rispetto di tutti i compagni che hanno deciso di seguirlo e che sicuramente continueranno a seguirlo deve fare.
Lino Guglielmo(lecco)

SALUTARE PORRE UN FRENO ALL’ONNIPOTENZA DELL’ON. BOVA

L’avvio di un’indagine, da parte della Procura della Corte dei Conti, con l’ausilio della Guardia di Finanza, presso il Consiglio Regionale della Calabria, è una notizia che, pur non facendoci gioire per le conseguenze che potrà determinare, è politicamente positiva perché, come minimo, pone un freno a chi si pensava d’essere il padrone assoluto dell’Istituto Regionale.

Dispiace, purtroppo, che l’Ufficio di Presidenza nel suo complesso e gli stessi dirigenti regionali non siano stati capaci di prendere le distanze da chi si è vestito di onnipotenza confondendo la res pubblica con la res privata, e da chi ha pensato che con l’arroganza, la prepotenza e gli abusi di potere si potesse diventare grandi dirigenti, e non con il rispetto pieno delle regole e delle norme.

A chi oggi sostiene che si “può discutere sulla moralità si alcune prassi, ma non sulla loro legittimità”, vorremmo chiedere se era legittima la struttura speciale consentita al duo Racco-Chieffallo sotto il nome di Nuovo PSI avendo gli stessi abbandonato quel partito per averne fondato un altro. Ed anche quando l’on. Chieffallo è stato dichiarato decaduto ed è subentrato al suo posto l’on. Galati, se era non solo politicamente, ma anche legalmente, oltre che moralmente, possibile che il Nuovo PSI potesse avere un Capogruppo aderente ad altro Partito (guarda caso lo stesso del signor Presidente) mentre l’altro componente aderisce ad altro schieramento. Sulla questione l’avv.to Catanzariti (Segretario de I Socialisti) chiosava sull’assurdità di un Gruppo BIPOLARE.

La comunicazione all’on. Galati del rifiuto a riconoscerlo Capogruppo avviene per lettera firmata da un Dirigente che, a convalida della decisione, allega alla missiva un parere dei cinque Consulenti giuridici del Presidente con il quale si sostiene, assurdità giuridiche (!!!!), che essendo già formato il Gruppo non si poteva modificarne la direzione. Nascondersi dietro un parere, pur prestigioso (sic.!), non assolve dalle responsabilità che la legge attribuisce ai dirigenti pubblici.

E’ ora che chi non ha interessi politici da difendere abbia il coraggio di tirarsi fuori, prendendo le distanze da scelte cervellotiche. Sul periodo precedente sarà la Corte dei Conti che deciderà se c’è stato o meno sperpero di denaro pubblico. Dopo l’entrata in Consiglio di Galati, pur non essendoci sperperi erariali, si registra un danno ad un Partito di cui risponderanno dinanzi alla Magistratura tutti i responsabili, nessuno escluso.

Segreteria Regionale Calabrese Nuovo PSI

Cosenza, 21.11.2007

IL RIFORMISMO STA CON BERLUSCONI

 

 

                        Quando avevamo invitato a fermarsi, smettendola con le polemiche assurde che tanto sembravano strumentali, o meglio ancora puerili, non mettevano nel conto la capacità gramsciana di Berlusconi di far delle difficoltà sgabello, per un salto di qualità, trasformando in positivo quello che appariva negativo. Confessiamo sinceramente che non pensavamo mai a questa grande capacità che, al paragone, fa dei vecchi alleati dei nanetti della politica.

 

                        Già in quella riflessione, fatta il giorno prima del tsunami Silvio, criticavamo aspramente l’immagine che le polemiche davano della fu CdL, quando imploravamo di “smetterla  di fare come quegli eredi che, a babbo ancora vivo, si accapigliano attorno al letto del presunto moribondo per accaparrarsi l’eredità. Per quell’eredità non c’è notaio che tenga, né possono esistere investiture da delfino. Il leader che potrà aspirare a sostituire Berlusconi, quando sarà, deve anzitutto diventare punto di riferimento, per capacità, carisma e atteggiamento unitario, dell’intera coalizione o almeno della sua grande parte”. 

                        Già allora, fra le righe ma non troppo, scrivevamo che all’orizzonte non scorgevamo grandi condottieri in grado di afferrare il testimone.   Del resto, in cuor nostro, non perdonavamo la sconfitta elettorale subita che non può essere imputabile al ‘destino cinico e baro’ ma a quegli strateghi che hanno lasciato solo a battersi come un leone il Berlusca nazionale. E dopo la sconfitta per un soffio, che ancora grida vendetta, si è dovuto assistere ai balletti ed ai corteggiamenti casiniani ai vari Mastella e company (per costruire il centro!!!) che sono stati, decisamente, respinti al mittente. Non è bastata quell’esperienza, assurda e vergognosa, ma ci si è appostati per cogliere qualche errore del leader per aggredirlo platealmente.

 

                        L’occasione è stata la finanziaria, e anziché lavorare per far crescere il dissenso diniano all’interno del centrosinistra, ci si è collocati miopemente sul versante interno senza alcuna vergogna. Ha ragione allora Giuliano Ferrara quando sostiene che non era più tollerabile questa situazione: è mancato totalmente il gioco di squadra, e chi non ha voti e consensi adeguati si arroga il diritto di aggredire chi è il motore trainante delle forze moderate.

 

                        Ora il dado è tratto. Bisogna partire da questa nuova realtà. Il Nuovo PSI non ha dubbi: riconosce a Berlusconi capacità e intuizioni, e quindi la sua leadership. Noi siamo con lui, portando in dote la nostra storia, la nostra autonomia e la nostra identità. Altri sono scappati al primo stormir di fronde. Buon viaggio. Noi guardiamo all’Italia, ai suoi problemi, alle riforme necessarie. Vogliamo, assieme a Berlusconi, chiudere con la fase ingessata che sta alle nostre spalle, chiudere con le aggregazioni militari, avviare una nuova stagione fatta, come nella migliore stagione riformista, di confronto, dialogo e positività.

 

                        Il Nuovo PSI non avrà tentennamenti. Già le prime dichiarazioni dei suoi massimi dirigenti vanno in questa direzione.

 

                       

                                                                                                       Giovanni ALVARO

                                                                                              Direzione Nazionale Nuovo PSI

 

 

Reggio Calabria, 21.11.2007

PPL: ANNUNCIO BERLUSCONI ACCENDE CONFRONTO ANCHE SUL WEB/ADNKRONOS (3) =

IN RETE BLOG PARTITO UNICO, SI’ A PROPOSTA berlusconi MA NON CON SOLITI NOTI

(Adnkronos) – Intanto, in rete arriva il blog del Partito unico del centrodestra (www.partitounicoitalia.it): “berlusconi -dicono i promotori dell’iniziativa- ha calato il suo asso. Tocca ora agli altri leader del centrodestra fare la propria mossa. Il popolo delle liberta’ e’ unico ed omogeneo e le differenziazioni sono solo fra le segreterie dei partiti. Cosi’ come fu per Vittorio Emanuele Orlando, per quanto ci riguarda, a chiunque ci domandi quale sia il nostro partito politico, noi risponderemo con una sola parola: Italia’.

E subito arrivano i commenti all’annuncio di berlusconi: si’ al nuovo partito, ‘purche’ non sia dei soliti noti’, dice un anonimo commentatore, mentre affiora qualche perplessita’ in un altro anonimo frequentatore del neonato blog: “finora nella Cdl solo i partiti piccoli e piccolissimi, quelli che il prof. Sartori chiama ‘nanetti’, hanno apprezzato l’idea di berlusconi e del suo Nuovo Partito. Se ci fermiamo qui che novita’ c’e’? Insomma a guardare i commenti positivi sono tutti nomi e volti arcinoti. Un Partito Nuovo formato da chi ha alle spalle decine di anni passati in Parlamento, parte gia’ vecchio”.

Sul nuovo blog trovano spazio i commenti degli esponenti delle varie forze politiche. Come il leader degli Italiani nel mondo Sergio De Gregorio, che plaude all’iniziativa del Cavaliere, assicurando l’appoggio del suo movimento politico. O come il segretario nazionale del nuovo psi Stefano Caldoro, secondo il quale l’idea di berlusconi rappresenta “una importante novita’ che merita di essere seguita con forte interesse dalle forze di ispirazione moderata e riformista”.
“Adesso -commenta Alessandra Mussolini- si aprono scenari nuovi. Non si puo’ non parlare di legge elettorale. La domanda e’: questo partito del popolo della liberta’ e’ solamente un’emanazione di berlusconi o coinvolgera’ anche i grandi alleati? Sulla carta tutti volevano il partito della liberta’, io stessa l’ho detto ad Assisi. Adesso pero’ non si sa se e’ lo stesso o e’ un altro”.

PREPOTENZA, PREVARICAZIONE E ABUSO DI POTERE

 

                        Il Presidente del Consiglio Regionale della Calabria, on. Peppe Bova, espertissimo in proclami ed annunci, razzola veramente male nel cortile della politica, e pensa che avere qualche giornale amico può bastargli per continuare a fare e disfare all’interno del Consiglio che lui presiede.

                        Messo alle strette, da una campagna del Corriere della Sera che ha messo il dito nella piaga dei minigruppi, ha dovuto salvare il salvabile ed avviare una riforma delle Strutture speciali, previste nel Consiglio Regionale, e composte da uno staff formato da un Segretario Particolare, un Responsabile Amministrativo, due dipendenti pagati con la qualifica di funzionari, due dipendenti pagati con la qualifica di impiegati di concetto, e un autista, oltre alla sede fornita di telefono, fax, internet, il tutto per una cifra annua di circa 400.000,00 (quattrocentomila/00) euro, ovviamente comprensivi di stipendi, assicurazioni e mantenimento della sede.

                        La legge partorita si è limitata a regolamentare l’esistente, a far finta di cambiare pagina, rimodellando gli appannaggi spettanti ai gruppi, alle Commissioni, all’Ufficio di Presidenza. Il risultato finale vede 5 membri dell’Ufficio di Presidenza, 14 Gruppi consiliari, 6 Commissioni permanenti, 6 Commissioni speciali (alcune veramente speciali come quelle per la fattibilità e qualità delle leggi, o quella tripartita, o ancora quella di vigilanza). Si tratta di ben 31 ‘Uffici’ che hanno diritto alle Strutture speciali. E chi non ne ha diritto gli si riserva una ministruttura. Aboliti i minigruppi si sono inventate le ministrutture.

                        Bova però si presenta come l’alfiere della riduzione delle spese della politica, e da buon comunista lancia proclami a destra e manca, dicendo che vanno ridotte le presenze nelle Commissioni. Ma riducendo i consiglieri nelle Commissioni il risparmio è pressoché nullo, mentre  Bova assurge a moralizzatore con il proprio semplice annuncio. Se veramente si vuole realizzare il risparmio del costo della politica vanno ridotte le Commissioni (alcune delle quali semplicemente inutili ma messe in piedi per dotare i Presidenti delle previste strutture speciali), e va realizzato l’accorpamento dei gruppi deciso, in pompa magna, dal nuovo Segretario Regionale del PD.

                        Ma a sbugiardare ulteriormente l’attuale Presidente del Consiglio, vi è la vicenda del Gruppo del Nuovo PSI che vale la pena ricordare. Alla nascita detto gruppo era composto da 3 unità, ma si è ridotto quasi subito per l’abbandono dell’on. Stancato. I due sopravvissuti (Racco e Chieffallo) hanno nominato Racco capogruppo ed hanno ottenuto la struttura speciale in forza di una clausola dello Statuto regionale che prevede che a formare un gruppo si può essere anche meno di tre componenti a condizione d’essere espressione di un partito nazionale o di lista che alle elezioni abbia superato il 5% dei voti.

                        Nel caso specifico sussisteva questa seconda clausola almeno fino a ottobre 2005, quando Racco e Chieffallo hanno abbandonato il Partito (Nuovo PSI) per costituire un nuovo partito (I Socialisti). Ma anche dopo questo cambio di casacca il Presidente Bova ha mantenuto la struttura speciale all’on. Racco con un consistente sperpero di danaro pubblico (sulla vicenda è stata interessata la Corte dei Conti).  La scelta di Bova, comunque, non sembri incomprensibile: essa tiene conto del passaggio, di Racco e Chieffallo, a sinistra.

                        La decadenza da Consigliere di Leopoldo Chieffallo e la surroga con l’on. Galati  ha riaperto, dopo la scelta di aderire al Nuovo PSI nelle cui liste è stato eletto, la questione. Neanche dopo questa decisione di Galati, Bova ha sentito ragione dimostrando la sua vera indole caratterizzata da prepotenza,  prevaricazione e abuso di potere. Non si tratta solo di casta,  pervasa da vera onnipotenza, ma anche di gente che pensa e agogna al regime.

                        A nulla serve nascondersi dietro il dito e far rigettare la richiesta di normalizzazione dei ruoli ad un Dirigente regionale che si assume anch’egli la responsabilità di quanto deciso: La motivazione poi, espressa da cinque, diconsi cinque,  Consulenti giuridici del Presidente (a proposito: quanto ci costano?) è di quelle da far sbellicare dalle risate.

                        Si sentenzia, infatti, che il gruppo è costituito e non può ricostituirsi. Racco è come il Papa è stato eletto vita natural durante e potrà cessare nel ruolo solo dopo la sua dipartita. Ci si dimentica, però, che è stato eletto Presidente da Racco e Chieffallo e che con l’ingresso di Galati, come minimo, la partita è riaperta. Va rieletto il nuovo Presidente. Ci si trova, comunque, in una situazione paradossale, che solo in Calabria e con la Presidenza Bova poteva verificarsi: UN GRUPPO BIPOLARE.

 

                        Il Gruppo del Nuovo PSI ha, infatti, un Presidente che aderisce  ad altro Partito (nella fattispecie il PD) ed è collocato a sinistra,  e un componente che è collocato nella CdL proprio dove gli elettori lo hanno eletto. Ne consegue che un conto sono i proclami e lo sbandieramento sul ruolo di moralizzatore e ferreo censore dello sperpero, e un conto è l’attività pratica che deve tenere conto delle collocazioni politiche. Tra l’altro nelle recenti primarie Racco e tutta la sua struttura sono stati o candidati o sostenitori della lista di Bova intitolata, ma guarda l’ironia, A TESTA ALTA per la CALABRIA, o forse si voleva dire A TESTA ALTA per i PROPRI INTERESSI, perché non abbiamo paura di nessuno?           

   

                                                                                                       Adolfo COLLICE

                                                                                      Vice Segretario Nazionale Nuovo PSI

Cosenza, 19.11.2007

FERMARSI PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI

                        La fine della partita giocata al Senato della Repubblica, anche se a Prodi si è concesso il piacere dell’approvazione della legge finanziaria in prima lettura, e la speranza di continuare a vivacchiare alla guida del Governo, ha sancito in modo plateale (i giudizi espressi da Dini sono veramente tranchant) la fine della maggioranza che finora ha sorretto Prodi. Parecchi si domandano perché Dini ha voluto salvare il Governo, votando la finanziaria) e immediatamente dopo annunciarne la sua irreversibile ed imminente morte.

                        Si può non essere d’accordo, ma negli atteggiamenti di Dini, dal suo punto di vista, non c’è alcuna contraddizione. Egli ha voluto scindere il momento della dotazione al Paese della legge finanziaria per l’anno che viene, dal giudizio politico severo sul Governo e sul suo esaurito corso. O più semplicemente ha voluto mettere in evidenza che il Governo non va a casa per un’imboscata sulla legge finanziaria, ma ci va per la decisione netta, chiara e precisa assunta da chi, con il suo atto, tronca il ‘tirare a campare’ dell’allegra compagnia meglio conosciuta come ‘armata Brancaleone’, o perché non ne poteva più del tira e molla della sinistra antagonista, radicale e parolaia. Sapere se la motivazione vera sia questa,credo che debba interessare poco. 

                        Quel che deve interessare è, da una parte, il fatto che si chiuda una fase, densa di guasti per il Paese, e può e deve aprirsene un’altra; e dall’altra una rivisitazione dello stato della coalizione. E’ assurdo, infatti, che dinanzi ad uno scenario nuovo, determinato da quello che può definirsi la punta dell’iceberg, si avvii (sembra la legge del contrappeso) un processo di distinguo, fughe in avanti, ricerche di iniziative solitarie e giochi individuali da parte dei singoli alleati della CdL che, oggettivamente, diventano le ciambelle di salvataggio di un centrosinistra oramai a pezzi.

                        Perché questa corsa al masochismo? Perché non fermarsi e riflettere? E’ urgente e vitale per l’intera alleanza, farlo. La fase che si apre, infatti, è aperta ad ogni sviluppo: dipende anche da noi la sua evoluzione o la sua involuzione.

                        E’ necessario quindi, in primis, smetterla di fare come quegli eredi che, a babbo ancora vivo, si accapigliano attorno al letto del presunto moribondo per accaparrarsi l’eredità. Per questo non c’è notaio che tenga, né possono esistere investiture da delfino. Il leader che potrà aspirare a sostituire Berlusconi, quando sarà, deve anzitutto diventare punto di riferimento, per capacità, carisma e atteggiamento unitario, dell’intera coalizione o almeno della sua grande parte.

                        Secondo: bisogna passare da subito a dare corpo alle scelte politiche delle settimane passate, realizzando la Federazione dei partiti moderati, senza farsi condizionare dagli sbocchi di appartenenza europea. Siamo in Italia, e in Italia quel che importa, in questo momento, è la costruzione di un unico centro decisionale, e aprire nuove prospettive alle forze moderate.

                        Terzo: contribuire a modificare la legge elettorale esistente (il porcellum) inserendo due necessarie correzioni. Le preferenze nella scelta dei candidati, liquidando la vergogna che tutto sia deciso razionalmente dai partiti, ed inserendo il premio di maggioranza anche al Senato da conteggiare nazionalmente. Questa seconda scelta può non risolvere il problema delle differenti maggioranze nei due rami del Parlamento, e quando ciò dovesse verificarsi, si può individuare la maggioranza che deve governare il Paese con la somma dei voti di Camera e Senato.

                        Ma, per carità, fermiamoci, prima che sia troppo tardi.

           

                                                                                                       Giovanni ALVARO

                                                                                              Direzione Nazionale Nuovo PSI

Reggio Calabria, 18.11.2007