Bresciaoggi del 5/01/2008: elezioni di Brescia

NUOVO PSI. Spedale
«Castelletti? Molto meglio il ticket con Paroli»

Al ticket Del Bono-Castelletti, il Nuovo Psi propone l’alternativa del tandem Paroli-Castelletti. In pratica, invita la candidata sindaco e attuale presidente del consiglio comunale a sfilarsi dal centrosinistra e dall’abbraccio del Pd per schierarsi con i socialisti collocati nella Cdl. L’avance di

Franco Spedale, segretario bresciano del Nuovo Psi è esplicito e segue la considerazione più generale che la candidatura di «Laura Castelletti è interessante». Ma lo sarebbe di più se «non fosse effettuata sotto l’albero del Pd, poichè la storia politica di Castelletti è una storia riformista, socialista, moderata e innovatrice e i riformisti non possono stare con i dogmatici». Spedale auspica che Castelletti apra gli occhi, si allontani dalla sinistra «conservatrice e radicale» perchè i veri riformisti, gli innovatori stanno nella Cdl.
Ma Spedale attacca anche il collega di partito Igino Pasotti che nei giorni scorsi ha preso posizione proprio a favore della costituente. Una posizione che Spedale stigmatizza e che rente di fatto Pasotti incompatibile con il Nuovo Psi: «Igino Pasotti non appartiene più al nuovo Psi» scrive la segreteria provinciale del partito.
Quanto ad altri processi di trasformazione, questi innescati nel centrodestra, Spedale conferma «l’adesione convinta alla Cdl, che deve restare compatta ed unita». Si dichiara «interessato alla sua evoluzione», ma contrario ad una «annessione nel partito del popolo».

CON BERLUSCONI, GLI AUGURI ALL’ITALIA NON SONO FORMALI

Siamo entrati nel 2008, che sarà un anno importante per il nostro Paese, e non sfugge a nessuno che sarà un anno decisivo per bloccare il declino prodotto dal non governo e dalla paralisi provocata dagli obiettivi contrapposti di un’armata messa assieme solo da un odio viscerale verso il leader dei moderati e dei riformisti. Mettere la parola fine, prima che sia troppo tardi, alla babele esistente è l’obiettivo principe di chi ama veramente questo Paese e si strugge per il sentiero imboccato dal governo (?) Prodi.

Auguri, quindi, all’Italia per un vero reale cambio della guida politica. Auguri sinceri agli italiani che percepiscono, sulla loro pelle, quanto negativa sia stata la gestione prodiana e sperano in un cambiamento. Auguri al nostro partito, il Nuovo PSI di Stefano Caldoro, che non vuole essere solo spettatore dei cambiamenti necessari al Paese, ma intende contribuire, pur nei limiti delle proprie possibilità, alla nuova stagione.

Va, quindi, affrontato subito il recupero dell’unità degli alleati, che furono CdL, sulla base del riconoscimento della leadership di Silvio Berlusconi l’unico in grado di portare le forze innovative, moderate e riformiste alla guida del Paese. Va dato, infatti, atto che è attualmente l’unico in grado di coniugare assieme idee, progetti, programmi con una grande capacità attrattiva sull’elettorato. Bisogna smetterla di pensare che c’è chi sa fare politica perché cresciuto ed allevato per questo e chi invece è un ingenuo improvvisatore perché vi si è accostato in tarda età. Berlusconi, che si è accostato alla politica attiva in tarda età, ha dimostrato, invece, sul campo che le capacità politiche si acquisiscono facilmente se si è in possesso di una grande intelligenza e di un forte carisma.

Conseguentemente vanno riconsiderati gli obiettivi, alla luce dei guasti causati da Prodi, e offrire al Paese le alternative concrete alle vergogne viscopadoaschioppiane che hanno letteralmente spogliato gli italiani; vanno riassunte le riforme ‘stracciate’ per l’odio antiberlusciniano nella scuola, nelle grandi opere, nel welfare; rilanciata una politica che affronti concretamente la questione meridionale avviando il superamento dello storico gap negativo col resto dell’Italia; affrontata, quella che è stata chiamata la questione settentrionale, realizzando in primis la riforma fiscale in senso federalista e solidale; messo in moto il processo di crescita dell’economia affrontando le strozzature del processo produttivo a partire dal superamento della dipendenza energetica che è diretta conseguenza del blocco della ricerca e della realizzazione del nucleare improvvidamente decise da un referendum dei soliti verdi.

Va, infine, coniugata la democrazia con la difesa dell’ordine e della sicurezza dei cittadini col massimo rigore contro la criminalità comune e organizzata, ridando ai cittadini quella fiducia andata persa per il lassismo nella lotta all’immigrazione clandestina che senza regole diventa bacino di coltura per la criminalità diffusa che va dagli scippi, alle aggressioni, allo spaccio degli stupefacenti. In quest’ambito va altresì affrontata e realizzata la riforma della giustizia chiudendo, per i reati più gravi, la legislazione premiale e riaffermando la necessità della certezza della pena.

Su questo terreno gli auguri all’Italia non sono formali, ma affrontano i nodi che una guida forte, sana e capace con un’alleanza omogenea può sciogliere. E’ urgente, quindi, mettere da parte i giochini da basso impero e… avanti tutta per porre la parola fine ad un periodo tra i più squallidi della nostra Repubblica. Auguri a tutti noi.

Giovanni ALVARO

Reggio Calabria 5.1.2008

ABORTO: NUOVO PSI, NESSUNA MORATORIA CONTRO I DIRITTI DELLE DONNE =

Roma, 2 gen. (Adnkronos) – ‘Quando il problema diventa dell’etica o della morale, chi fa politica ed e’ un dirigente dello Stato ha il dovere di considerare laicamente il problema, senza preconcetti’. Lo dichiara Franco Spedale, vicesegretario nazionale del nuovo psi, alleato di Forza Italia.

‘Quello dell’aborto e’ un tema molto complicato e complesso poiche’ qualsiasi posizione rischia di essere sbagliata – continua Spedale – se e’ intollerabile l’aborto come metodo anticoncezionale, altrettanto vale considerare l’aborto, sia come scelta personale, che come ‘terapia’, come un omicidio tale da volerne chiedere la moratoria internazionale come contro la pena di morte’. ‘Ci sta che lo faccia Ruini, prete di mestiere, non ci sta che dietro alla scelta interessata della chiesa ci sia chi vuole ricondurre lo Stato da laico a Religioso’.

‘Si affronti il tema dell’aborto – conclude Spedale – sotto tutti gli aspetti e si giunga ad una modifica, se necessaria, della legge, che tuttavia tuteli il diritto all’aborto e che tuteli maggiormente le donne’.

IL DOPPIOPESISMO INACCETTABILE SU BERLUSCONI

Non c’era dubbio che alla prima occasione i garantisti a intermittenza, come le lucette di Natale, avrebbero buttato giù la maschera ed imboccata, senza remore ed alcuna vergogna, la via maestra dello sfruttamento delle illegali intercettazioni telefoniche subite da Silvio Berlusconi. Qualcuno, ingenuamente, aveva pensato che, dopo la vicenda Forleo-D’Alema, i post, neo ed ex avrebbero usato più cautela. Macchè. Quando si presenta l’occasione non badano a spese, sfruttano anche le virgole, e se qualcuno tentenna, c’è sempre un direttore d’orchestra che li mette dinanzi al fatto compiuto, com’è avvenuto con la pubblicazione addirittura dell’audio in un sito di Repubblica e dell’Espresso e poi della RAI, e li costringe a suonare senza soluzione di continuità.

La differenza di trattamento tra la vicenda di D’Alema e quella di Berlusconi è visibile anche all’occhio, volontariamente, più bendato. I garantisti a intermittenza hanno gridato allo scandalo per la pubblicazione delle storiche frasi di Fassino (‘allora abbiamo una banca’) e di D’Alema, (‘E vai, facci sognare’). Hanno addirittura minacciato l’adozione di un provvedimento urgente per mettere in galera i giornalisti che non rispettavano la privacy e ‘scandalosamente’ mettevano in pasto all’opinione pubblica telefonate assolutamente private. Anche Napolitano scese in campo chiedendo estremo rigore in materia. Ed allora la partita giudiziaria su D’Alema e & non era ancora conclusa, così come non lo è ancora.
Oggi invece tutti tacciono, mentre è in corso, in mancanza d’altro ed avvicinandosi la consultazione elettorale, la campagna d’autunno contro il nemico pubblico n. 1 (a cui si riconosce la capacità attrattiva sugli elettori per la chiarezza degli obiettivi e dei programmi), e si dispiegano le grandi manovre sui giornali, sui media, sui blog.. Nessuno ha da dire niente sul garantismo, i propositi forcaioli contro i giornalisti vengono accantonati, e ci si sofferma solo sulla presunta gravità delle frasi di Berlusconi. Si cerca così di spostare l’attenzione dall’uso indegno e grave delle intercettazioni alla reazione dell’interessato che ha semplicemente affermato quello che sanno tutti, e si nasconde che la Procura di Napoli ha chiesto l’archiviazione della vicenda perché il fatto non presenta rilevanza penale.
Ma a loro che importa. Hanno trovato e confezionato l’argomento principe (la famosa pistola fumante?), per far vivere di rendita Santoro, Travaglio, la biondina ‘sorriso arrogante’ di Annozero, l’antipolitico (?) Grillo e tutti i grillini in circolazione in questa Repubblica fondata sull’odio più becero. Tireranno avanti per molte settimane, almeno fino a quando la direzione musicale non ordinerà di cambiare spartito. Ma per ora: avanti tutta non solo con le trascrizioni sui giornali, ma anche con la trasmissione dell’audio (è più efficace), ripreso addirittura dal servizio pubblico come dovrebbe essere la Rai.

Questa è la cosiddetta sinistra che tanto piace ai Boselli, ai Turco, all’ex figlio di Bettino (come lo ha catalogato l’arguto Filippo Facci), con questa sinistra vanno a braccetto. Noi invece li conosciamo bene, e per questo li evitiamo come l’Aids. Cambieranno sempre la loro pelle (come i serpenti), muteranno sempre le loro sembianze (si è perso il conto dei simboli e dei nomi nuovi adottati), cercheranno sempre di mimetizzarsi magari confondendosi, come adesso col PD, con frange di cattolici, ma non potranno cambiare mai il loro dna che è fatto di arroganza, presunzione, odio dell’avversario e un doppiopesismo figlio diretto della doppiezza togliattiana. Il garantismo è sbandierato solo quando serve per difendere uno dei loro, mai per difendere un principio. E’ garantismo a intermittenza.
Giovanni ALVARO

Reggio Calabria 29.12.2007

BOVA, NON FINIREMO MAI DI PROTESTARE

Ci dispiace veramente di ritornare a parlare dell’on. Bova, ma dinanzi alla presunzione non abbiamo altra scelta. Avevamo, tra l’altro, dichiarato che ne avremmo scritto fintanto che la vicenda del Gruppo Nuovo PSI non si sarebbe risolta dando a Cesare quel che è di Cesare, e a Racco quel che è di Racco. Ma ancora oggi registriamo che quello di Cesare è stato assegnato illegalmente all’on. Luciano Racco.

Si continua, infatti, con l’uso improprio del potere mettendo sotto i piedi ogni regola e ogni ruolo, sacrificando anche il rispetto personale sull’altare del delirio di onnipotenza e degli scontri interni al proprio partito. Dai proclami dei giorni scorsi con i quali il signor Presidente cercava di accreditarsi come il Salvatore della Patria, si è passati ad un silenzio assordante. Per riuscire, infatti, a determinare la quadratura del cerchio, cosa impossibile, il nostro pseudo salvatore della patria preferisce operare nell’ombra e nel silenzio più assoluto.

Dinanzi a Lui, infatti, ci sono ben tre problemi di difficile soluzione.

Il primo nasce dalla decisione del PD di costituire il Gruppo consiliare unico, e il nostro si trova alle prese con le resistenze della Margherita che chiede di restare separati, organizzativamente (?), fino al 31 marzo prossimo; con quelle di Racco che per liquidare il ‘pomo della discordia’ con l’abbandono del Gruppo ‘Nuovo PSI’, vuole che gli venga assegnata una Presidenza di Commissione dove poter collocare gli uomini della propria illegittima struttura; e infine con quelle di Adamo che non intende essere Capogruppo di un gruppo che esiste solo sulla carta.

Il secondo problema è il frutto della attività di giocoliere del Presidente che arriva anche a proporre l’idea capovolta di Robin Hood, e cioè quello di togliere ai poveri per dare ai ricchi. Malgrado la sollevazione dei ‘poveri’ l’idea di una megastruttura per il ‘ricco’ gruppo del PD non sembra affatto accantonata, anche se il percorso per modificare la composizione delle strutture speciali è molto lungo, dato che è necessaria una legge ad hoc. Meglio allora operare in silenzio.

Infine c’è l’ultimo problema, che non certamente è il meno importante: deve riuscire a giustificare il perché ha finanziato il gruppo a Racco pur sapendo che non apparteneva più al Nuovo PSI. Dire che comunque i soldi sarebbero stati spesi lo stesso è una menzogna dato che il Nuovo PSI non aveva fino al 31 luglio 2007 alcun rappresentante in Consiglio essendo i tre eletti transitati uno (on. Stancato) all’Udeur e gli altri due (on.li Racco e Chieffallo) ai ‘Socialisti Italiani’. Dopo quella data non c’è più aggravio per le casse regionali perché la struttura o viene utilizzata da Racco o viene utilizzata dal nostro on. Galati. Vi è solo un danno causato al Nuovo PSI che non rinuncerà a pretenderne il relativo risarcimento. Prima di quella data, però, il danno è stato causato alle casse regionali.
Attendiamo di vedere uscire il coniglio dal cilindro, anche se è molto improbabile. Bova potrà operare con i proclami o col silenzio assordante, ma nell’un caso e nell’altro il Nuovo PSI continuerà a denunciarne gli abusi e le prepotenze, indicando all’opinione pubblica la pochezza dell’attuale classe dirigente (sic!) calabrese, che è la fotocopia di quella nazionale.

Adolfo COLLICE
Vice Segretario Nazionale del Nuovo PSI

Cosenza, 28.12.2007

QUEL CHE E’ CERTO E’ L’ALLEANZA CON BERLUSCONI

Sbaglia profondamente chi pensa che l’alleanza con Berlusconi sia un’improvvisazione, una forzatura, o un passaggio obbligato (obtorto collo). Essa è, invece, una scelta di campo naturale, che viene da lontano, e per la quale ci si è battuti in tutti questi anni, e si continua a farlo ancor oggi, per contrastare l’aggregazione prodiana incapace di governare nell’interesse dell’intero Paese. Che il Paese vada alla deriva e sia destinato al declino non sembra preoccupare per nulla Prodi & C. essendo, l’attuale ‘sinistra’, tutta protesa a costruire il regime come nelle migliori tradizioni totalitarie.

Già all’indomani della falsa rivoluzione giudiziaria, quando venivano decapitati i partiti che avevano portato l’Italia ai risultati che ne hanno decretato il ruolo di grande potenza, i comunisti, che avevano superato indenni, per quella grande capacità mimetica dimostrata, il terremoto del dopo muro di Berlino, avevano pensato che i giochi erano ormai fatti. Bastava saper cogliere il frutto della loro azione tattica. Ma così non è stato. Sul loro cammino si è materializzata una variabile imprevista rappresentata da Silvio Berlusconi, che seppe neutralizzare la gioiosa macchina da guerra, che avrebbe anticipato di anni la bancarotta italiana.

Questa variabile ha offerto ad un popolo moderato, senza più guida, la possibilità di resistere all’avanzata occhettiana. Socialisti, democristiani, socialdemocratici, repubblicani, liberali e radicali hanno ‘scelto’ di affollare il contenitore berlusconiano. Chi non è entrato in FI, e ha rifiutato l’egemonia ‘protettiva’ della cosiddetta sinistra, diventata anche super forcaiola, ha deciso che comunque si alleava con l’erede naturale di Craxi, lo statista perseguitato, esiliato e mandato a morte senza alcuna pietà, ma che è stato, si può ben dire, il maestro del nuovo leader, il suo ispiratore riformista.

Noi, Nuovo PSI, abbiamo saputo fare quello che consideriamo ancor oggi la scelta più giusta e più oculata sul cui altare abbiamo affrontato, a viso aperto, le fughe dei Bobo e dei Zavettieri, e da ultimo, la canagliata dei De Michelis. Anche oggi, senza alcun tentennamento, abbiamo deciso di stare a fianco di Berlusconi. Ancora una volta scegliamo il passaggio più consono agli orientamenti dei riformisti che rappresentiamo. Le forme di questo ‘stare vicino’ dipendono da cosa matura nei prossimi giorni. Una riforma elettorale (spagnola o tedesca che sia) o un referendum vincente, pongono infatti problemi di aggregazione su un’unica lista, mentre lo scioglimento delle Camere ed il ricorso al voto col vecchio sistema, permettono di mantenere sulla scheda il garofano che diventerebbe di sicuro l’unico punto di riferimento socialista per i nostri potenziali elettori.

La scelta federativa di cui si parla nella nota stampa, che da notizia dell’incontro Nuovo PSI-FI, lascia la porta aperta alle diverse opzioni che saranno comunque sciolte via via che il quadro politico si renderà sempre più chiaro, e i passaggi sempre più stringenti. Bisogna non dimenticare mai che la partita non si gioca da soli e che ci sono molte variabili che possono sparigliare il percorso. Non solo all’interno dell’ex Casa delle Libertà, ma anche nei confronti degli interlocutori avversari, ed anche al loro interno tra ex comunisti e margheritini, e tra gli stessi ex comunisti.

Quel che è certo è la nostra alleanza con Berlusconi che, oggi più di ieri, mi piace considerare come un vero socialista, riformista e liberale. I modi, i sistemi e i tempi saranno decisi assieme.

Adolfo COLLICE
Vice Segretario Nazionale Nuovo PSI

Roma, Natale.2007

PERCHE’ STIAMO CON BERLUSCONI

C’è chi insegue sogni di splendore vissuti in altri momenti storici e continua a pensare e sperare che basti l’unità di chi si proclama socialista per riaverli; c’è chi, più modestamente, si accontenta di inseguire una nicchia di sopravvivenza, e fra questi ci sono quanti hanno fatto a gara per arrivare primi all’appuntamento col PD; c’è chi ha conquistato un ruolo di ‘sottogoverno’ e per mantenerlo sacrifica su quell’altare la propria coerenza e la propria dignità; e c’è infine chi sceglie di continuare la propria battaglia per una società più giusta dove vengano soddisfatti i bisogni, promossi i meriti e difese le libertà, tutte le libertà.

Noi stiamo, come Nuovo PSI, in quest’ultima categoria, e ci sentiamo, senza alcuna forzatura, alleati naturali di Berlusconi che, quindici anni fa, ha mantenuta aperta la prospettiva politica di una Italia non ingessata e libera da occupazioni militari, anche se gioiose, e continua ad essere ancor oggi il motore di una aggregazione che, aldilà dei colori trascorsi o recenti dei suoi alleati, ha un comune denominatore rappresentato dallo spiccato senso dello stato, dell’amore per le libertà, e dalla voglia di realizzare pienamente la trasformazione vera del nostro Paese.

La scelta di campo ha, quindi, questi connotati e il continuare a dire che essendo un partito di sinistra dobbiamo stare a sinistra, è diventato stucchevole. E’ vero che siamo un partito di sinistra ma essendo anche laici e riformisti non restiamo prigionieri di nominalismi e scegliamo di stare con chi veramente può realizzare gli obiettivi del nostro essere. Tra l’altro Berlusconi è, attualmente, l’unico che ha ciò che Gramsci chiamava ‘connessione sentimentale’ con gli elettori, ed è l’unico che può condurci alla vittoria.

La sinistra italiana e la sua armata Brancaleone è invece veramente lontana dalla concezione riformista che ci interessa. Noi puntiamo ad una razionalizzazione del sistema, alla riduzione e all’abolizione degli sprechi e degli sperperi, ad una riforma reale del welfare, mentre lor signori, condizionati da spinte radicali e settoriali, seguono la strada del mettere le mani nelle tasche sempre più vuote degli italiani, col risultato di livelli fiscali unici in tutto l’Occidente.

Questa sinistra è quella che per non perdere qualche votarello verde, giallo o rosso fuoco che sia, sposa le tesi più assurde, imposte dai nani che gli ronzano attorno. Blocca le grandi opere come il Ponte di Messina (la cui ombra disturberebbe i pesci), o come la Tav col rischio di tagliare fuori il nostro Paese dalle grandi direttrici di collegamento europeo. Questa sinistra impegna per settimane il dibattito attorno alle coppie di fatto, agli omosessuali, all’eutanasia e a quant’altro, mentre il Paese subisce la delinquenza comune e mafiosa, l’immigrazione clandestina, gli scioperi selvaggi, la malasanità e il caro prezzi. Questa sinistra plaude alla rimozione di Petroni dal Cda della Rai e alla rimozione del generale Speciale dalla Guardia di Finanza per poi boccheggiare quando il Tar ripristina la legalità sconfessando l’esecutore materiale dei ‘delitti’, tale Padoa Schioppa.
Questa non è sinistra, ma per evitare d’essere anche noi prigionieri di nominalismi, questa non è classe dirigente, è un’accozzaglia messa assieme dall’antiberlusconismo. Il cemento che li tiene assieme non sono le cose da fare, ma il fronte negativo da mantenere. Con questa pseudo classe dirigente l’Italia rischia il declino, ma con questa ‘classe dirigente’ non abbiamo nulla da spartire.

L’alleanza con Berlusconi è vitale per il Paese, ed è quello che ci interessa, aldilà dello stesso interesse di partito che passa necessariamente in secondo piano. Per questo va aiutato il processo di chiarimento con gli alleati e va ricomposta quell’unità dei gruppi dirigenti che deve far sponda all’unità dei cittadini moderati che non è mai venuta meno e che sono la maggioranza nel Paese.
Giovanni ALVARO

Reggio Calabria 23.12.2007

Berlusconi e Veltroni si rivolgano agli elettori

La crisi che investe la politica e le istituzioni nel nostro Paese è più profonda di quello che appare. Chi ha la responsabilità di governo o di guida delle maggiori forze politiche sta cercando in questi ultimi mesi di proporre qualcosa di nuovo. Un nuovo più estetico che reale.
Le prime mosse sembrano confuse e dettate più da azioni difensive e di autodifesa che da lucida visione delle cose. Prodi, con indubbia capacità tattica , sostiene la sua fragilissima maggioranza con l’esperienza del vecchio democristiano che galleggia tra le grandi difficoltà senza risolvere alcun problema, sicuro di rimanere l’unica alternativa a se stesso. Veltroni punta alla vocazione maggioritaria del suo PD ed è costretto a prendere il largo dal recinto del vecchio centrosinistra per tentare- almeno sulle regole e la legge elettorale- un accordo con l’opposizione ed in particolare con il partito più forte e con i medesimi interessi. Anche questa mossa appare nel breve difensiva e tesa a rafforzare una personale leadership. Infine Berlusconi, fallito, non per sua colpa, il progetto della cdl ed il tentativo di spallata al governo è stato costretto a rovesciare il tavolo dei vecchi rapporti con gli alleati e a tentare di sfondare, da solo, il muro delle percentuali che consentono se non la autosufficienza almeno qualcosa che le assomigli. Tutto il resto della politica gira e rigira attorno a queste novità con molti mugugni e mal di pancia.
Una prima alleanza dei tre protagonisti si è naturalmente saldata nell’impedire la nascita di un nuovo polo, cosa bianca o altro, che possa mettere in discussione il vantaggio tattico conquistato. Ma il paese e l’opinione pubblica sembrano non credere alle risposte della politica. Il sentimento di protesta e di antipolitica sale pericolosamente. Il cittadino chiede di essere governato e questo non avviene. Si perde competitività e gli ultimi dati eurostat ci danno in netto regresso superati anche dalla Spagna sui dati nella ricchezza pro capite. L’antipolitica è sempre più fuori del palazzo e ne minaccia la stabilità cosi come avvenne nella stagione prima di tangentopoli.
La cosiddetta seconda repubblica non è riuscita a realizzare le riforme istituzionali indispensabili per ammodernare lo Stato. Su questi temi i socialisti sono arrivati prima di tutti. Basta riprendere le relazioni ed i documenti congressuali dal 1978 in poi per leggere tutto quello che si sarebbe dovuto fare per rendere il nostro paese competitivo al passo con le sfide della globalizzazione. Le forze politiche di oggi riusciranno nell’impresa ? Come ho ricordato prima, le mosse iniziali sono più dettate da legittima difesa che da reale approfondimento. Non vi è dubbio che i protagonisti della seconda repubblica hanno un’evidente difficoltà a ritornare sui propri passi dopo che, per più di un decennio, hanno magnificato il neo bipolarismo all’italiana. Se si riparla insistentemente di proporzionale e di allentamento dei vincoli di coalizione non è un caso. Ciò è dovuto al fallimento del concetto di alleanze che né è determinato.
Il punto debole della discussione di questi giorni è che si vogliono superare i nodi politici con strumenti elettorali. Il referendum non è una soluzione, ma non lo sono neppure le proposte presentate in Parlamento sulla modifica della legge elettorale. Il problema è che non si può anteporre questa- la legge elettorale – alla decisione strategica su quale modello istituzionale si vuole dare al Paese. In poche parole la legge in vigore in Germania è funzionale al sistema parlamentare e federale presente in quel paese; cosi come in Francia il modello elettorale è vestito sul sistema semi presidenziale. In Italia invece si parte dalla coda.
Il sospetto che si sia scelta questa strada solo per convenienze di parte è assolutamente legittimo. Ecco perché di fronte ad una sfida cosi alta come quella di fare finalmente una Grande Riforma la scelta non potrà essere quella di sommare debolezze: l’incerto governo Prodi, una maggioranza parlamentare inesistente, un parlamento frammentato e un quadro economico e sociale in declino. Solo un nuovo Parlamento che sia, questo si, legittimato da un mandato popolare su limitate ma essenziali priorità economiche ed istituzionali può essere in grado di garantire la svolta.
Le forze politiche invece di perdere tempo su inutili tecnicismi propongano subito ed insieme al paese e agli elettori- chiunque esca vincitore dalla battaglia elettorale- alcuni temi condivisi sulle regole e sul funzionamento dello stato che saranno affrontati ed approvati con il più ampio consenso all’inizio della nuova legislatura . Non dentro il palazzo ma dai cittadini va cercata la legittimità per governare il cambiamento. Noi del Nuovo Psi sappiamo da che parte stare e quali alleanze condividere ma gli interessi del paese impongono un salto di qualità

Stefano Caldoro

PDL: NUOVO PSI INCONTRA FI, INTERESSE PER ACCORDO FEDERATIVO

(ANSA) – ROMA, 21 DIC – Questa mattina si e’ svolto un incontro tra il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi, il vice-coordinatore Fabrizio Cicchitto, il segretario nazionale del nuovo psi Stefano Caldoro e il deputato Lucio Barani.
Il nuovo psi, fa sapere una nota di FI, ha confermato l’interesse al progetto del Pdl al quale ritiene di partecipare in forma di partito con un accordo federativo. Si e’ espressa piena identita’ di vedute sull’attuale situazione politica ed in particolare un giudizio fortemente negativo nei confronti dell’attuale governo Prodi e della maggioranza che lo sostiene.
Il nuovo psi ha ribadito la decisione di presentare proprie liste alle prossime amministrative di primavera, d’intesa con Forza Italia ed in alleanza con gli altri partiti della Cdl.
Dopo le festivita’ e’ previsto un incontro con il presidente Silvio berlusconi. Il segretario del nuovo psi ha annunciato che comunichera’ i nomi dei rappresentanti del suo partito che parteciperanno alle commissioni per la nascita del nuovo movimento politico.(ANSA).

UNIONI CIVILI. ROMA, NUOVO PSI: PETIZIONE BOSELLI? STRUMENTALE

UNIONI CIVILI. ROMA, NUOVO PSI: PETIZIONE BOSELLI? STRUMENTALE
BATTAGLIE ANTICLERICALI AMMANTATE DI LAICISMO ANACRONISTICO

(DIRE) Roma, 19 dic. – “Gente che si richiama al socialismo riformista, in un momento di crisi estrema del Paese, dove i bisogni reali aumentano di giorno in giorno, dedica forze ed energie per battaglie esclusivamente anticlericali ammantate di laicismo anacronistico”. A parlare cosi’ e’ Umberto Caruso, vicesegretario nazionale del nuovo psi di Stefano Caldoro, in merito alla proposta di Boselli e Quadrana di raccogliere le firme per un referendum consultivo, contro la decisione di Veltroni di non approvare il riconoscimento delle coppie di fatto.
“Il reale socialismo riformista- prosegue Caruso- si batta su tutti i temi del sociale, dall’indigenza alle reali crisi del Paese prima di interessarsi di ogni altra questione. Considerato che la Costituente di Boselli esprime anche forza in questo governo– continua- si ha la sensazione che si voglia sfuggire alle responsabilita’ politiche reali dedicandosi a battaglie di tradizione radicale, solo per accattivarsi il consenso elettorale di piccole minoranze di cui si interessa gia’ la sinistra radicale”. “Chi crede realmente alle sue idee- conclude l’esponente del nuovo psi– invece di scendere in piazza con iniziative strumentali, combatta nelle sedi deputate, senza il timore di essere la causa di un’ulteriore instabilita’ di governo“.

Governo, Spedale (Nuovo Psi): Boselli mandi a casa Prodi

Roma, 20 DIC (Velino) – “Un partito che si ispira alle radici del socialismo riformista ed autonomista abbia la forza ed il coraggio di prendere posizioni dure ma necessarie per il paese”. Lo dichiara Franco Spedale, vicesegretario nazionale del nuovo psi. “Boselli – sottolinea – provochi la crisi di un governo che grazie a suoi tre senatori rimane a galla. La necessita’ di Prodi, in barba al conflitto di interessi, di sopravvivere almeno fino a marzo, in modo da occupare sistematicamente tutti gli enti pubblici che andranno incontro a rinnovo, dimostra una volta di piu’ che delle sorti dell’Italia all’attuale presidente del Consiglio e al suo gruppo poco importano. Boselli faccia, almeno per una volta, il riformista. Mandi a casa il governo Prodi. Due secondi dopo – conclude il vice segretario del nuovo psi – aprirebbe una grande stagione di rilancio del socialismo autonomista”.

Il saccheggio all’Italiana

Non bastavano i saccheggi fatti negli anni scorsi con Telecom, con Parmalat, con l’Eni, con tutte le più grandi aziende italiane, adesso si chiude la partita con Alitalia.
Ad una prima lettura, a chi è ingenuo di economia come me, la prima cosa che balza agli occhi è di salvare la nostra compagnia aerea.
E ti chiedi come si possa fare, perché non intervengono, perché lasciano stare e fanno si che tutto rovini precipitosamente; senti che le prime offerte vanno a vuoto e cominci a porti qualche domanda: ma non sarà per caso una storia già vista con altre aziende?
Poi vedi l’offerta di AIRONE e di AIR France.
Vedi che AIRONE valuta le azioni a ben, udite udite 1 (si avete letto bene 1) centesimo e AIR France a ben 35 centesimi, mentre il valore commerciale sarebbe di 80 centesimi per azione.
Poi leggi che la maggior parte dei politici, prevalentemente quelli dogmatici, di GOVERNO, propendono per AIRONE.
Nel frattempo il titolo di Alitalia crolla, ovviamente, e i falchi continuano a sorridere.
Poi il colpo di fulmine, forse sono riuscito a leggere le famose regole non scritte.
Chi è il socio di AIRONE? Ma è ovvio no? Il banchiere prodiano, quello che il buon Prodi, alla faccia del conflitto di interessi ha sempre premiato dai tempi dell’IRI in poi, quello a cui ha permesso il monopolio bancario, quello che davvero governa l’Italia, il suo prode amico Batoli e la sua Banca Intesa-San Paolo.
Allora forse ho capito perché le azioni sono valutate tutti questi soldi (1 centesimo… posso acquistarla abnch’io allora la compagnia aerea…!) e capisco perchè molti politicanti sono propensi a privilegiare l’offerta minore di AIRONE invece che quella misera, ma più interessante di Air France. E il buon ministro Bianchi che dice non abbiamo fretta…
Si aprono le scommesse. Sono sicuro che non vincerà Air France

L’ALLEANZA CON BERLUSCONI NON DIPENDE DAI SISTEMI ELETTORALI

Ha perfettamente ragione Sergio Verrecchia, uno dei dirigenti socialisti che hanno seguito Gianni De Michelis nell’avventura pomposamente chiamata Costituente Socialista, ma praticamente morta prima ancora di decollare, vuoi per gli abbandoni di quei dirigenti che hanno preferito trasmigrare nel PD, vuoi per la debolezza intrinseca dello SDI che mai si è misurato da solo nell’agone elettorale (prima alleato con Dini, poi con i Verdi, quindi con Pannella, ora con…chissà?), vuoi per la presenza di molti galli in un piccolo pollaio, ha ragione dicevamo Verrecchia quando paventa il rischio che Boselli sia l’ultimo a spegnere la luce al governo Prodi.

Non c’è il rischio, ma la certezza che a staccare la spina al moribondo Governo Prodi non ci sarà il Boselli che, come è risaputo, è contro l’eutanasia. Comunque sia, siamo agli sgoccioli. La crisi che attanaglia il cosiddetto centrosinistra è ormai irreversibile perché, tra l’altro, essa non è più, neanche alla lontana, in sintonia col Paese e mostra crepe vistose. Il suo percorso sembra quello delle montagne russe: superata una discesa pericolosissima se ne presenta subito un’altra da affrontare col patema d’animo sapendo che subito dopo ce ne sarà ancora un’altra, e poi un’altra ancora.

E’ impossibile continuare a resistere. Finanziaria, Dini, Mastella, Welfare, Forleo-De Magistris, Binetti, sciopero dei camionisti, Tar del Lazio su Angelo Maria Petroni e sul generale Speciale, e se ciò non bastasse dietro l’angolo c’è un killer inesorabile: il referendum elettorale che è uno scoglio praticamente insuperabile. Perciò stiamo con i piedi per terra, e rispondendo alla domanda che si pone il nostro Verrecchia: ‘che avverrà ora?’ diciamo che gli sbocchi, in questa situazione, sono soltanto tre. O si realizza la convergenza sulla nuova legge elettorale, o si scioglie il Parlamento per evitare il referendum, o si va diritti alla consultazione referendaria.

Ma vediamo da vicino le tre ipotesi. Primo: difficilmente passerà la nuova legge elettorale che si ipotizza, per la ferma opposizione di tutti i piccoli e medi partiti impauriti dagli sbarramenti che questa prevede. Nel secondo caso, sbaglia Verrecchia quando afferma che esse saranno affrontate non più con due ‘poli’ perchè, tra il bue e l’asinello, sorgerà un terzo polo. Sono scenari già visti e rivisti che esistono solo nell’immaginario, e che comunque non cambiano la realtà. Se la legge resterà quella attuale i poli veramente concorrenti saranno sempre solo due, e malgrado le attuali ‘guerre’ a destra e a sinistra, è vitale il ricomporsi delle aggregazioni anche se da armate Brancaleone, perché il premio di maggioranza andrà, così com’è stato fin’oggi, alla coalizione vincente.

Nell’ultimo caso (successo del referendum) verrebbe abolito il premio di maggioranza alla coalizione, e verrebbe trasferito sul partito che raccoglie maggiori suffragi. In questo caso non è azzardato prevedere la formazione di ‘listoni’ con comune denominatore. Le aggregazioni ‘nuove,, al di fuori dei due grandi partiti PD e PdL: cosa rossa, cosa bianca, cosa rosa pallido, o cosa grigia potranno giocare solo un ruolo di semplice testimonianza.

Se questo è vero, non credo che basti l’ottimismo della volontà per superare gli ostacoli. Guai sono stati creati da Bobo e da Zavettieri, ma guai più grandi sono stati determinati da De Michelis che ha solo pensato a difendere postazioni personali acquisite portandosi, purtroppo, dietro diverse teste pensanti. Malgrado tutto, però, noi non abbiamo buttato la spugna e continueremo ad esserci mantenendo forte la scelta di campo fatta a suo tempo e ribadita al Congresso di giugno. E’ l’alleanza con Berlusconi che non dipende, per nulla, dal sistema elettorale col quale si voterà.
Giovanni ALVARO
Reggio Calabria 15.12.2007

LA COSTITUENTE NON SIA L’ ULTIMA A SPEGNERE LA LUCE A PRODI

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO 

A memoria d’uomo, non c’è ricordo di una caos più caotico di quanto oggi ci offre il governodella cosa pubblica in Italia.Una delle componenti importanti dell’arte della politica è quella di saper prevedere, equindi anticipare, gli eventi.Al momento non c’è nessuno in grado di indovinare quello che accadrà domani.L’incertezza regna sovrana su una landa nebbiosa. La sensazione è di essere passeggeridi una nave senza guida dove i comandanti sembrano vivere fuori dal mondo reale.Questo sarebbe il risultato della cosiddetta Seconda Repubblica? Complimenti!Si è pensato che bastasse mettere imprenditori capaci, progenie predestinate, professionistiaffermati per ottenere, in politica, gli stessi successi. Forse non si è ancora capito ildisastro provocato. Non si è ancora presa coscienza della caduta generale di professionalitàe di moralità in chi ci governa. Al confronto i “pregiudicati” della Prima Repubblicapotrebbero benissimo iscriversi alla confraternita delle vergini educande.Il degrado della politica registra il suo record storico probabilmente dall’Unificazione dellanostra penisola. I poteri forti, quelli occulti, gestiti da logiche padronali o speculative, purimponendosi, non sono riusciti ad essere credibili, popolari ed efficienti. Un esempio pertutti è proprio Silvio Berlusconi. Lui rappresentava, nel lontanissimo 1994, la novità. Era ilsimbolo del successo imprenditoriale prestato alla politica. Un messia pragmatico, inviatodall’etere per salvare l’Italia dal neo comunismo e dal decadimento.Non c’è dubbio che il gruppo Mediaset abbia,, in questi anni, aumentato notevolmente ilproprio fatturato e potere come mi pare però altrettanto evidente che il sistema politicoItalia non sia cresciuto né di ruolo e né di credibilità.L’ennesimo errore del Cavaliere, così amato, anche a ragione, dall’elettorato socialista, lotroviamo nella nuova annunciazione del Partito Popolare. Strategia in chiaro contrasto erottura con i tradizionali alleati politici del Centro Destra. Dove porterà questa nuova visione?Impossibile dirlo. Una cosa però possiamo determinarla. Tutto non sarà più comeprima. Qualsiasi sarà la scelta sulla riforma elettorale essa dovrà fare i conti con una terzaarea politica nata proprio su iniziativa di Berlusconi.Il suo desiderio di trasformare il bipolarismo in bipartitismo sta provocando l’esatto contrario.Nel Partito Popolare non ci sarà Casini anzi lo considera un attacco direttoall’UDC. E’ molto probabile, per ora, che non si accomoderà nemmeno Fini. Manco Bossinon sembra un fans di questo nuovo corso.Quello che non aggrega divide e quel che si divide è destinato a ritrovarsi alleato se nonaltro per salvarsi la pelle. Ecco quindi le condizioni ideali per il formarsi di una terza forza.Il moto tellurico berlusconiano stimola altresì la disgregazione del blocco innaturaledell’Unione.Dini, Di Pietro, Mastella ora vedono, tra Prodi e Berlusconi, una possibile nuova alternativa.Un parte della Margherita, non convinta dal Partito Democratico, sembra pronta peruna nuova via.Se, come ipotesi possibile, nella prossima primavera ci saranno elezioni anticipate conquesto stesso sistema elettorale non credo che vedremo la riproposizione dei soliti duenoti blocchi politici. Vedrà la luce, tra il bue e l’asinello, un terzo polo quanto mai interessantee possibile protagonista della politica italiana.I socialisti italiani. I NUOVI socialisti italiani, una riflessione in più devono perciò farsela.Capisco che ancora persistono legami e accordi con questo governo, ma non vorrei chefossimo gli ultimi a spegnere la luce in un’aula ormai vuota.Guardarsi in giro per costruire, promuovere o semplicemente cogliere l’occasione propiziaa me sembra molto più utile che starsene fermi e zitti.La nostra esperienza ci assiste e, se anche ci dice che non sarà facile né indolore, cisuggerisce però di giocare con audacia il tutto per tutto.Nel rischio, abbiamo un’imprevista fortuna, un asso nascosto, un vantaggio in più: non

abbiamo cioè nulla da perdere!

Sergio Verrecchia

GOVERNO: NUOVO PSI, BOSELLI SIA COERENTE E PRATICHI LE ‘MANI LIBERE’ =

ESECUTIVO ORMAI SENZA MAGGIORANZA

Roma, 7 dic. (Adnkronos) – ‘Che ormai non esista piu’ una maggioranza che sostiene l’attuale governo Prodi e’ una cosa acclarata. Quello che stupisce e’ che un’area riformista sia succube di un’aggregato dogmatico conservatore e radicale come quello che rappresenta la sinistra estrema di governo. E’ giunto il tempo che i Socialisti facciano una scelta coerente con la propria storia.
Invitiamo Boselli non solo enunciare, ma a praticare le mani libere’.
Lo ha dichiarato Franco Spedale, vice segretario nazionale del Nuovo Psi.